lunedì 4 agosto 2014

Prima che te ne vada- A Domenico Dara




Breve Trattato sulle coincidenze
Un paese ci vuole anche e soltanto per poterne parlare, il paese dell’anima.
La coincidenza è come una piccola lente d’ingrandimento che chiarisce il groviglio e riporta ordine e significato là dove non sembra ci sia altro che confusione e accidentalità.
La coincidenza è l’incontro fra due punti di rette parallele che non dovrebbero e non potrebbero incontrarsi mai
La coincidenza è una lettura di avvenimenti non necessariamente accaduti, collegati da altre letture, da ricordo, da amore.
Tutto coincide con l’oggetto del tuo pensiero, tutto ti parla di lui o di lei e ogni cosa riporta a te, nel mondo.
Così” Tu ti appoggiavi un momento alla mia guancia”, coincidenza 457  e ” il vasetto di vetro pieno di lucciole sulla finestra di Gioconduzza che qualche ragazzo s’era scordato. Il postino lo prese, andò dietro la timpa di Musconi e liberò gli insetti, che non gli era mai piaciuto quel modo di farsi lampade. La siepe si illuminò, come un lembo di cielo stellato caduto sulla terra, lucciole che si accendevano e spegnevano, stelle che nascevano e morivano, uomini che impazzivano e rinsavivano. Tutti possono inciampare nell’attimo  in cui strada e mente si oscurano, è questo il destino, un casuale succedersi di luci e ombre.
Il paese è la mente che conosce e rielabora, trasforma, unisce e ricorda. Un paese che poi racconta, affabulante,  per lenire paure, per offrire un sogno, una mano, una lettura.
Il paese che abbiamo.
Coincide con tanti altri paesi e universale chiamiamo quel nostro sentire, e universale è conosciuto quel sottile slargo per andare vedere, oltre finestre, oltre la porta, oltre  la monade che  ognuno abita, in comune e privato.
Le tante letture che ci hanno cresciuto, nutrito. Nutrimenti, non a caso si chiama così la casa editrice che ti ha pubblicato, un’altra delle tue coincidenze più care. Nutrimenti, che ora metabolizzati, stanno tra noi, fanno parte di noi, come sangue, come acqua, come zucchero e cibo.
Omaggio a chi di coincidenze parlò per anni, per giorni, consumando sette paia di scarpe per il lungo errare, cercando e cercando di dare un senso, di ingentilire e di poter entrare in quell’abito fuori misura che è la nostra realtà.
Omaggio a chi legge e a chi scrive, omaggio a chi aspetta, a Pavese, a Calvino, a Emily, omaggio allo sconosciuto che potremmo restare tutti noi se una lucciola non verrà mai ad illuminare il nostro racconto, non per questo men bello.
Breve trattato sulle coincidenze che affabulando vanno da una Girifalco alle Langhe, da San Floro alla biblioteca di Borges, il luogo dei ritrovamenti, infatti è qui che ritroviamo e ci ritroviamo, come il postino ritrova il padre e Calogero, insieme a colui che chiarirà il mistero di lettere mai spedite.
 Affabulando affabulando  le coincidenze diventano una volta per tutte la nostra realtà,
 la vostra realtà,
 il tempo che abbiamo trascorso per far nostra la storia.



domenica 3 agosto 2014

A Cropani, un anno dopo-Festivaletteratura di Calabria




A Cropani- Festivaletterattura di Calabria 2014
La Letteratura è ovunque, leggo su locandina delle Parole erranti, sfida poetica che si tiene a Cropani stasera. La Toscana incontra la Calabria ed insieme stanno nel regno, nel regno della Litweb, per cooptazione.
Regina e presidente alla piazza dei Masnadieri, io
Sono le 22,30 un anno dopo.
Chiacchiero con Paola Mazza, segretaria della Masnada, rivista letteraria che organizza  insieme ad Andrea Giannasi della Casa editrice Tra le righe libri e di Prospektiva, anch’essa rivista cartacea e webbica, chiacchiero con Paola accanto al banchetto dei libri della Ubik che Nunzio Belcaro ama e diffonde con passione, chiacchiero con Paola di quanto sia bello tutto questo.

Io non sono una donna del sud al festivaletteratura di Calabria a Cropani. Poeti a Duello. XI anno. Da questo anno si cambia. Si può cambiare ogni anno. La presidente è la vincitrice del singolar tenzone dell'anno precedente. 
Prima presidente femminile, dice Andrea Giannasi, dando l'incarico. Lui decide 
 La sfida fra poeti è  preceduta dalla famosa Branca branca Leon Leon e dalla lettura Il cavaliere Triste di Gianluca Pitari con  spalla Andrea Giannasi avvolti in simil medioevali lenzuola bianche e con scudo e spada
La giuria tutta al femminile verrà scelta con sorteggio da mano di bimba e fra giuria popolare c’è appunto una bimba e un assessore, alla cultura.
Undici i poeti iscritti
Ad eliminazione verranno scelti i tre finalisti
Restano tre e due vincono ex aequo Si ritorno a leggere e a votare e vince Anna Pascuzzi con poesia appunto intitolata Sul finale.  Al secondo posto, solo per forma, Carmine Torchia splendido cantautore originario di Cropani che sta portando con successo il suo ultimo cd Bene, il titolo, in tournée in varie città italiane.
Fra la due fasi della votazione, da  presidente di giuria, ho letto una mia poesia scherzosamente ironica sui pregiudizi e sugli stereotipi del sud- Io non sono una donna del sud

Severissima fui presidente integerrima. Invano tentarono di corrompermi, di comprare miei voti con prodotti SlowFood Garfagnana, io fedele allo SlowFood Calabria e a Lou Palanca 3 non mi feci irretire. Condussi mio incarico fino a vittoria finale dei duellanti ex aequo e poi premiai vincitrice. Così si fa nelle Parole Erranti del Regno della Litweb Tra le righe libri.


Da regina presidente diedi 10 e mezzo non regolamentare a Carmine Torchia, nel regno della Litweb e delle parole erranti. Consegnai targa ad Anna Pascuzzo, felicissime. Giuria tutta femminile. Vittoria femminile con tutto l'amore per Carmine Torchia. Evviva.

venerdì 1 agosto 2014

Il Grande freddo 2014



Il Grande freddo 2014
Un grande freddo che spiegazione non ha, o forse sì, nella frase della Arendt che ricorda non esser possibile vivere in società senza pregiudizi e senza conformismo.
Ma io non vivo in società, mai avuta questa bellissima occasione, quindi dovrebbe essermi possibile, con grande educazione, con distinzione, con stile, esprimermi sui fogli bianchi di uno schermo, in un blog visitato da pochissimi, fedelissimi, da quasi due anni aperto per farmi aria, come un ventaglio.
Invece mi sento dire che  sono sempre distruttiva e che critico tutto, che niente mi va bene e che esagero, provo a chiarire ed ottengo effetto opposto, provo a dire di quanto mi esalti ed inneggi alla bravura che tocca mio cuore, nulla.
Più spiego più sbaglio.
Ok
Contenti voi contenti tutti.
Il grande freddo sta, non nel mare, splendidamente azzurro, verde e grigio, atlantico che stamattina  colorò i nostri occhi, il grande freddo sta, non nel cielo di nuvole e nuvole allungate lungo la linea  dell’orizzonte, non nel vento e nelle gocce che poi ci bagnarono sulla sabbia e sotto gli ombrelloni,
Il grande freddo, che coprire non puoi con telo mare e avvolti da spugne e coperte, è il freddo della conversazione, della distanza, del silenzio, dei giorni trascorsi a desiderare quello squillo che ora non vuoi più, il freddo di un tempo dell’anima, sciupato a rincorrere chi al vento avrebbe detto no. 
Il freddo lontano di frasi interrotte, di periodi non terminati, di piano inclinato e scivoloso dove portare parole sdrucciole.
Il freddo lontano e vicino, ora, di luoghi inventati e chiamati cultura, sbeffeggio continuo a chi ci crede, a chi non vuole chiamar come gli altri il puzzo un Dior o un Lancetti d'annata.
Il freddo freddo di Nada sul palco dell'Ariston. Senza nenneno spogliarsi un po'. 
Dettagli di freddo
Seguendo i dettagli di chiunque di noi, che stiamo e non stiamo neppur con noi stessi, ora mi ritrovo accaldata da tanto calore e ringrazio il mio post e chi mi vuole vicino.

lunedì 28 luglio 2014

Premio Tropea 2014- Le scarpe giallo senape di Giap Parini



Premio Tropea 2014- Le scarpe senape di Giap

La Luce, anzi La lucina, sul parterre ricchissimo di ospiti interessanti, sembra che siano loro, le scarpe, a dare il trasgredire che parte dai piedi. Si sta parlando anche di piedi, stasera.

Gli ospiti: La variazione sul bianco di Gangemi, dal bianco panna dei pantaloni al bianco latte della camicia, dal bianco yogurt dei suoi capelli al bianco tomino delle sue scarpe. Un bianco virginiano.

Gli accostamenti di Sansonetti. Barba grigia e pantaloni grigi, capelli scuri e scarpe scure, camicia bianca, Garantista.

Poi gli altri, vestiti sul celeste e blu come da prassi tranne il religioso in nero.

La conversazione: Mi dice Paola che le parole servono a coprire il vuoto, le mancanze, me lo dice in una conversazione privata, in una occasione familiare, davanti a un caffè. Noi tutti di quello che si dice non seguiamo molto, capiamo e non capiamo quello che già sappiamo.

Ed io so già quello che diranno. Si parla di mafia e antimafia su un palco.
Io pensavo che parlassero di lucine, di Duras, di almanacchi del giorno prima. Niente di tutto questo. Hanno parlato invece di inchini.

Santo Gioffrè mi è sembrato l’unico che quella realtà mafiosa dovesse o cercasse di arginarla nel reale e non in studi. Infatti era dolorosamente preoccupato.

Non ho preso appunti quindi ricordo a memoria- la svolta epocale- per Nicola Fiorita e per me, anche io ne sono certa, quella di Albanese, giornalista del quotidiano, che ha riportato il video e la testimonianza del maresciallo di Oppido. Questa storia degli inchini segna un punto di non ritorno.

Ricordo la domanda di Aldo Varano sul perché la ‘ndrangheta non sia stata debellata, Blowin’ in the wind

E poi la relazione.

Non so chi, forse Giap Parini, da sociologo, dice che la mafia si nutre di relazioni.

Siamo Tropea, la città scelta da Giuseppe Berto. Il male oscuro era un romanzo psicologico, tormentato e vero.

Il male oscuro sociologico  sembra che sia un vezzo.

Non un vizio.

Giap lo dice, certo da studioso, ma lo dice anche con una ironia che va aldilà della denuncia, tentando una visione laterale  e gestuale. Di segni.

Con tutto il giallo senape che ricorda il chicco di senape evangelico.

Riuscirà quel seme a diventare albero?

E su questa domanda epocale io chiudo il mio delirio dal premio Tropea 2014, mangiando con Gianluca e Daniela caramelle al miele…
Ippolita Luzzo