venerdì 10 gennaio 2014

Destra e sinistra. I giardini di marzo



Destra e sinistra  24 marzo 2012-03-24

“All’uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri, io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli…

…Che anno è?  Che giorno? Questo è il tempo di vivere con te

L’universo trova spazio dentro me… ma il coraggio  di vivere quello ancora non c’é

I giardini di marzo si vestono di nuovi colori  Lucio Battisti

Destra e sinistra

Avanti  Marsch

Libero pensiero in libero stato

“Una bella minestrina è di destra, va da sé che un minestrone è di sinistra… Ma cos’è la destra? Cos’è la sinistra?” Giorgio Gaber

Appartengo ad un pensiero alto di responsabilità sociale…  uno Stato che si debba fare carico delle istanze dei ceti deboli, che debba difenderci dalle sperequazioni sociali, uno Stato etico che abbia a cuore l’educazione dei suoi cittadini  e curi esigenze materiali e spirituali con un contratto stabilito sul rispetto.

Lo Stato di Don Dossetti, di Tommaso Giglio, direttore dell’Europeo,  di Enzo Biagi

Uno Stato responsabile

E mi ritrovo a pensare sul perché  destra e sinistra non riescano a realizzarlo

Su cosa divida questi due schieramenti obsoleti  e fatiscenti… ma decisamente non cancellabili

Spiegavo un tempo ai miei ragazzi  che la destra, nell’analisi del suo pensiero,  partiva da un presupposto ottimista

Guardava all’individuo buono che libero doveva stare, senza lacci, senza regole dello stato, così si sarebbe arricchito e la sua ricchezza avrebbe arricchito gli altri.

La sinistra era pessimista  e pensava che lo stato dovesse frenare l’egoismo personale, perché gli uomini non sono buoni e nessuno volontariamente cede la sua ricchezza ad un altro.

Continuavo a dire che i poveri, nel corso della storia,  avevano sempre subito, erano sempre stati turlupinati, raggirati, usati, schiavizzati, rimbecilliti e,  come carne da macello,mandati al fronte per la gloria di uno solo.

I ragazzi,  smarriti,  mi chiedevano come fosse stato possibile, visto che i poveri erano di un numero di gran lunga maggiore dei ricchi, dei potenti.

Io rispondevo con amarezza, rispondevo delusa  e dicevo loro quanto fosse stato facile per i ricchi dividere, ricattare  un popolo sempre ondivago, sempre poco attento,  individui invidiosi gli  uni del piccolo potere degli altri, litigiosi

Dicevo così ed ora mi accorgo di quanto la mia era  facile preveggenza… come le tante Cassandre gridano ma non vengono ascoltate

Quel che più mi preoccupa è come sia stato possibile abdicare a gente che negli anni settanta giocava a carte e andava con entraîneuse, spendendo e spandendo in ostriche e champagne, nel vuoto più totale di principi… il timone di un paese  che va che va che va

Mentre chi allora studiava  e per le strade scioperava per la difesa di diritti calpestati  ora quasi si sente in colpa per aver vissuto un sogno di una possibile utopia

Destra sinistra

“La pisciata in compagnia è di sinistra

Il cesso è sempre in fondo a destra

Ma cos’è la destra?  cos’è la sinistra?

L'ideologia, l'ideologia

malgrado tutto credo ancora che ci sia,

è la passione, l'ossessione

della tua diversità

che al momento dove è andata non si sa

dove non si sa, dove non si sa.”Giorgio Gaber

poi lui sorridendo aggiungeva... far finta di essere sani

Ecco, per una volta almeno facciamo finta di essere sani


Papa Bergoglio. La tenerezza che non c'è



La tenerezza che non c’è in questo mondo stupido

Paolo Conte- testo di Insieme a te non ci sto più- 1968
Cantato da Caterina Caselli
Comincio a pensare che Papa Bergoglio abbia le stesse canzoni in testa. Sorridendo lo penso.
Non leggo i giornali, li sfoglio e loro scrivono:- Stamattina il Papa ha detto… Oh cosa ha detto il Papa… solo lui poteva, solo lui ci ha detto per la prima volta che…
Applausi, Applausi, perché il mondo gira solo intorno a te.
Secondo me il Papa non ne può più di questo circo mediatico sovraesposto e lui a fare l’uomo cannone, lanciato in bocca di qua e di là.
Se poi è vero, come sui giornali scrivono, che si era portata la canapa dal Brasile in Italia, a me sto fatto lo rende ancor più simpatico di quanto invece  lo riescano a fare i mezzi di comunicazione.
Io che giro un fatto nella mia testa e poi lo sbriciolo e lo ricompongo in forma diversa da come l’ho letto, credo che alcuni punti debbano stare fermi, altrimenti che punti sarebbero?
Coerenza fra il dire e il fare, Discernere sempre il vero dal falso e canticchiare le tanti canzoni di un sessantotto ancora da fare.
Insieme a te non ci sto più...
Con tutto l’amore per Papa Bergoglio che se le canta ogni mattina.

mercoledì 8 gennaio 2014

La parola infetta. Cultura



Non sto bene. 
Sono allergica alla cultura.
Quello che non ami ti ammala

La cultura del popolo.
Ogni popolo ha una sua cultura
La cultura del vino.
Ogni vino ha una sua cultura
La cultura del maiale.
Ogni maiale ha una sua cultura
La cultura dell’ovvio.
Ogni ovvio ha una sua  cultura
Non amo più la cultura e le culture, forse le culture sì, perché bisogna coltivare il terreno se vogliamo trovare nell'orto le verdure, sugli alberi i frutti e nei prati i fiori.
Spontaneamente questi crescerebbero pure ma non per tutti, non in tutte le stagioni, non in quantità e diversità di gusti.
Non bisogna esagerare però nel coltivare e non bisogna piegare le verdure fuori stagione, infatti non hanno sapore, non esportare improbabili frutti da luoghi esotici ai nostri, oppure costringere mucche e galline in scatolette per far latte e uova già confezionati.
 Esiste anche cultura dei cartoni animati in cui terribili maiali rosa vanno al cinema e al supermercato, si danno da fare a sgomitare per replicare la borghesia vecchia piccola ipocrisia
Cultura all'ammasso condita con sesso, libero solo per soddisfare un corpo sciolto da tutti i legami tranne il serio legame con l’atto stesso.
Un corpo culturale fatto di varie posizioni da arrotolare intorno ad un palo, facendo credere quanto sia facile, quanto sia sano poter praticare e fornicare due o tre volte o sette volte  durante al dì.
Una cultura canaglia e scorretta, una cultura che proprio non c’è
Invece di far ragionare invita tutti a pavoneggiare titoli e libri, conoscenze e circoli, amici colti freschi nell'orto, prodotto che dovrebbe crescere in testa e non nel lesso.
Nella brodaglia primordiale di Arboriana e Pazzaglia memoria, abbiamo lasciato che sobbollissero tutte le idee, tutti i concetti, lasciando soltanto la nausea che viene in cucina di un odore troppo insistente.
Tanti però mi si avvicinano e me lo chiedono cosa vuol dire quella poetessa con frasi strane, quel presentatore che tanto elogia proprio quel libro, quella scrittrice.
Nessuno mi crede quando io sbotto e senza frenare l’impulsività rispondo che niente è stato detto, che quella è solo una propaganda gridata per far girare il mercato.
Perché sovrana poi regna in alto la grande cultura del solo mercato.
Culturalmente annoiata

Opera di Massimiliano Lo Russo 

domenica 5 gennaio 2014

Il pennista

"Uno scrittorucolo vive dentro le sue trame, non sbircia oltre il suo scritto, circuisce il suo sé, la sua vita diviene naftalina, il suo ego: un frontespizio. Il Pennista cattura la luce, bacia la brezza , lambisce l'oltre, "palpeggia" le ombre... il suo Sé: Emoziona."
Scrive così la poetessa di pane e latte, altro suo verso bianco e gustoso da proustiana memoria.
Sono stata molto incerta davanti a queste parole oscure e ho preso subito il vocabolario. Scrittorucolo peggiorativo di scrittore, mi dice il Nuovo Zingarelli. Quindi sarebbe peggiorativo vivere dentro le proprie trame, circuire il proprio sé e non sbirciare oltre lo scritto.Tutti scrittorucoli allora, visto che la vita diviene naftalina, qui non ho capito, la vita un tarmicida?... Chissà cosa vuol dire, mentre é chiaro il pensiero seguente "Il suo ego un frontespizio" una cornice.
Il pennista cattura la luce...Mia dolce e cara poetessa,ho ripreso in mano il vocabolario e non ho trovato la parola "pennista". Poco male, si sa, i poeti inventano neologismi, per dare emozioni.
Vorrei sapere però se il pennista ha tante penne, vola nella brezza, sfiora la luce e palpeggia le ombre... il suo sè. Emoziona? Scusami tanto se non mi sono emozionata, se al contrario mi sono irritata da chi emoziona da frontespizio, usando il suo bello aspetto, la sua grazia e l'abilità a interpretare con grande bravura il poeta prezioso e rarefatto.
Accostamenti fatti di getto, ci dici tu, con molto fervore, e noi ti crediamo, si nasce poeta come si nasce insegnante, versi impeccabili e come cristallo, ti hanno detto, ti han dato premi e te li sei meritati, ma io ti prego... pennista no, non dirlo più. A me ricordano i pennuti vari e ti assicuro non solo a me.

sabato 4 gennaio 2014

Tutto é relativo i nostri saldi no



Tutto è relativo i nostri saldi no
 La propaganda di un centro commerciale campeggia con il faccione linguacciuto di Einstein
“Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato” disse lui, io lo  riporto da Google.
Riscrivo quello che sembra il mio sentire.
Tutto è relativo anche diventare icona, solo un dipinto da affiggere al muro, su un cartellone al lato di una strada.

Questo è un vero artista, ma quanto è quotato?- Mi domandano
Oppure potrebbero chiedermi:-Quanto vende l’artista l’emozione che da? A quanto al peso? Sarebbe disposto a farmi una tela 70 per centottanta, ahah, perché le pareti sono immense?-
Mah

Ricordo quando io, timidamente dissi ad un pittore che avrei desiderato un campo di grano e lui, giustamente, mi rispose che non dipingeva su commissione.
Tutto è relativo.

Otello trascina il suo trolley sui marciapiedi della città, a testa bassa, reitera un gesto antico. Mi fermo? Mi chiedo ogni tanto, ferma al 1972, quando lui era insieme nella foto con Cristina, giovani e belli, esponenti di una  sinistra  sognatrice e libertaria che nessuno partito avrebbe incanalato.
Cristina è morta giovanissima
Come morti furono i tanti proclami, le assemblee e i tazebao, ora sono diventati campagne marketing.
Tutto è relativo.

Continuo a pensare che tutti dovremmo essere liberi dalla schiavitù di chiedere, di avere bisogno, continuo a pensare che la ricchezza in denaro sia una grande iattura per chi la possiede.
I ricchi di soldi sono avidi, più posseggono e più vogliono, sono abituati a conteggiare il prossimo solo dal conto in banca.
Comprano le emozioni un tanto al peso e tutto diventa un ornamento.
Un libro, una musica, un viaggio, una cosa, soltanto una cosa.
Anche Einstein e la sua teoria, buona soltanto questa mattina ad inaugurare una campagna pubblicitaria
Ecco perché io abolii il denaro, il lavoro e i pubblicitari. Per non dover vergognarmi di essere soltanto una cosa da plastificare.



giovedì 2 gennaio 2014

Piazza grande




La rete: Piazza Grande

Piazza grande  21 febbraio 2012

Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è sulle panchine in piazza grande

ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n’è

Dormo sull'erba e ho molti  amici intorno a me

gli innamorati in piazza grande

Una famiglia vera e propria non ce l’ho

E la mia casa è piazza grande

A modo mio quel che sono l’ho voluto io

Ma se la vita non ha sogni io li ho e te li do

Lucio Dalla - Rosalino Cellamare  1972

Conoscevano già il futuro

Conoscevano già l’anno che verrà

Futura                   

La rete?

Più canto nella mia testa questa canzone più capisco la piazza grande del nostro sito… Neteditor

Più di mille addirittura  1111

Millecento undici  tutti in piazza  una piazza grande grandissima

Mi prende un leggero stordimento, una leggera euforia, una rappresentazione immaginativa di un quarto stato,  quinto, sesto, di Pellizza da Volpedo

Mi prende così una ubriacatura astemia, pericolosa, di commenti fatti, ricevuti, rifatti

Domande e risposte su una piazza immensa, senza avere nemmeno la claustrofobia dello spazio, della folla accalcante.

Questa piazza è bellissima, permette pensieri, letture, parole, permette messaggi, permette uno dialogo con altri

Questa piazza ha un solo difetto  è effimera  come tutte le cose umane, costruita sulla sabbia di una rete che  basta un soffio di vento e spariscono contatti mail racconti  connessioni importanti

Guardi smarrita quel bianco oramai e non ti fai una ragione di- libero mail-oggi non disponibile

Di lui che ti dice –non so proprio come risponderti, su quale mail, ne ho tentate tante-

Ma tu non sai ovviamente nemmeno chi è questo lui che ti scrive e lui non sa nemmeno chi è questa lei che gli scrive,  sappiamo però che scriviamo e scriviamo per l’unico amore che abbiamo ancora, un amore profondo inesausto, un amore felice per la letteratura

Continuiamo convinti di stare in un gioco, di essere ancora protagonisti sulla piazza grande del nostro mondo,  creato e costruito sui tanti murales, sui tanti proclami, sul poster immenso attaccato ad un muro

Piazza grande 1972

Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è