Le parole che non ti ho
detto-Film
La fine è il mio
inizio-Tiziano Terzani
La vita non è uno scherzo-
Nazim Hikmet
Un gioco: la vita può esserlo, però diventa il gioco del riconoscersi.
Quante cose tu conosci di me?
Quante cose io conosco di te? Giochiamo?
Giochiamo? chiede il papà a
Caterina, la sua piccola bimbetta di tre anni, durante un lungo viaggio in
macchina, imbottigliati nel traffico.
Giochiamo al gioco che tu mi
hai suggerito, piccola mia, giochiamo a conoscerci.
Siamo per questo al mondo,
vero?
Dal libro al palcoscenico,
dal Teatro dell’Acquario e di nuovo in macchina, a conoscere e conoscersi per
amarci.
- Ciao, Caterina-
elaborazione proposta dall'associazione culturale Alt Art
Tiziana Iaquinta si commuove,
sulla scena Marco Paoli, regista attore, nel ruolo di padre, monologa e dialoga con
Caterina, figlia di Giuseppe e Tiziana, una bimba di dieci anni, ora. Dialoga
con le parole che Giuseppe ha detto a Caterina negli otto anni del loro
viaggio. Cosa piace, cosa non piace, quale lavoro faccia, chi sia il suo papà.
Da due anni Giuseppe viaggia su altre strade, in un'altra dimensione,
in un altrove che noi immaginare non possiamo, nella luce e nell'eterno del
mistero.
Da quel suo luogo, però, lui
ha dettato a Tiziana, sua moglie, un continuum di parole, sensazioni, di
immagini, e lei senza fermarsi, spinta dall'urgenza di dirle, le ha scritte
inverandole in un libro.
-Ciao, Caterina. Lettera sulla soglia-
Lettera sulla soglia, prima
di partire per sempre, lettera sulla soglia, dopo una lunga visita, di ritorno
da lassù, dal luogo che non c’è, da dove si può tornare solo se quaggiù sono
rimasti gli affetti.
Celeste è questa corrispondenza di amorosi sensi-
L’entusiasmo di esserci, di volere, di trasmettere, di dire, l’entusiasmo di
oltrepassare saltellando, come i tanti saltelli che abbiamo o avremmo dovuto
fare da bambini, di andare oltre, questo vuol dire vivere e reinventarsi giorno
dopo giorno il gioco degli affetti, dei legami, della simpatia con i nostri
simili, con i nostri cari.
-Tu coniugherai al presente-
sulla soglia Giuseppe, nel commiato.
La vita non è uno scherzo,
prendila sul serio, ma sul serio a tal punto che a settant’anni, per esempio,
pianterai degli ulivi, perché non crederai alla morte, pur temendola, e la vita
peserà di più sulla bilancia… sentivo questi versi di Hikmet nella mente mentre
la scena andava. Sentivo tante altre assonanze, tante connessioni fra esseri
dotati di sensibilità amorevole, e poi tutti i nostri scritti si incontrano.
La chiave che libera il
gioco, la chiave che ci apre la fantasia e ci fa interpretare l’altro, la
chiave magica si chiama scrittura, lettura, recitazione, musica, pittura,
fotografia. Si chiama condivisione.
Caterina non era presente
ieri sera al Teatro dell’Acquario, si parlava solo di lei sulla scena, il suo
posto accanto alla sua mamma portava ben scritto sul foglio bianco
- Riservato a
Caterina-
Io credo che a lei sarebbe
piaciuto moltissimo, io credo che le piacerà moltissimo, col tempo, crescendo,
ascoltare e sapere le tantissime cose che ognuno dei due conosceva dell’altro e
giocare un gioco che vinciamo solo se siamo attenti.
Solo l’attenzione, cara
Tiziana, conserva dettagli, osserva e cataloga, sceglie e imprime nel ricordo
tutto il meglio e tutto il peggio che ci può succedere per ridonarci tutti i
nostri giorni, sbagliati o no.
So che questo è il tuo stesso
sentire, so che questo è il nostro comune retroterra di studio e di passione,
inutile quindi mi sembra il mio dire.
Se scrivo adesso è solo per
testimoniare, per testimonianza di una comunità fra viventi in terra e in
cielo, una stessa comunità
Guarda
il video di "L'arcobaleno"
Io son partito poi così
d'improvviso
che non ho avuto il tempo di
salutare
istante breve ma ancora più
breve
se c'è una luce che trafigge
il tuo cuore
L'arcobaleno è il mio
messaggio d'amore
può darsi un giorno ti riesca
a toccare
con i colori si può
cancellare
il più avvilente e desolante
squallore
Ecco la canzone per noi.
Battisti la dettò a Mogol, da lassù, come Giuseppe ha fatto con te, come
continueremo sempre tutti a parlarci se lo vogliamo, perché tutto il nostro fare, dire, immaginare, è volontà.
Ippolita Luzzo