domenica 7 luglio 2013

Da Marcello ad Armida-



“Suggestioni” Collettiva di giovani artisti contemporanei a cura di Miriam Guzzi
Associazione Altrove- Lamezia Terme
La prima stanza non si scorda mai.

L’amore è disarmonia. La sezione aurea di Marcello Montoro

Un pomeriggio un po’ così, nel salotto dove lei riposa su un sofà Michetta di Gaetano Pesce,
 un divano liquido come la nostra società.
Marcello, tutto questo poi lo sa, quello che non sa è che lei ha dormito placidamente e niente e nessuno l’ha svegliata.

Dall’iperrealismo al minimalismo- da Marcello Montoro ad Armida Nicotera

Dal più di te al meno, al poco, al ritorno minutissimo del solo tratto linearizzato in uno sgualcito e strappato foglio, un pizzino… di Provenzano memoria, no, no, qui non ci sono ordini mafiosi,  Armida ha stilizzato un albero, una casa, una poesia, fulcro che ci solleva e ci fortifica.  Armida ha così lasciato sul foglio i palazzi e la Madonnina, le Chiese, e le discese ardite e le risalite su nel cielo aperto e poi giù il deserto. Ci ha regalato il corso Numistrano, ma noi …

Ritorniamo a lei, alla nostra donna che dorme e accanto  volgiamo lo sguardo ad un anello verde, all’inseguimento della pietra verde, unghie smaltate di rosso, incurvate, ogni dito sembra faccia parte di una zampa.
Siamo in un’altra storia.  Una lei?
Forse, il sesso è incerto, lei si nasconde, i muscoli delle braccia troppo grossi rimandano ad un maschio, l’effetto è dilatato dal ravvicinarsi.

Spostiamoci e già lo sappiamo, ora è una lei che si contorce,  poggiando le scarpe nere con tacco sodo verso la parete grigia, con una torsione del busto rovesciato , come un sinuoso corso di un fiume, si gira  e mi guarda con disapprovazione.
Par che mi dica che io non ho capito, che niente io possa capire di lei, non abbiamo nulla in comune, nemmeno il suo intreccio di lacci cingenti il polso che  occupa  lo spazio fermo, allungandosi.

Non la capisco infatti e ritorno dall'altra, che, poggiata  sul piumino bordò, riposa.
Ha un bellissimo sottoveste di satin rosa antico, lucente e setato, le gambe bronzee, sparsi i capelli, il petto respira.
Lei è vera, lei è qui, la sento mi è amica.
Il riflesso di una bellezza più grande- è vero, Marcello, nel tuo dipinto si cela la sensazione che non siamo soli, che lei è con noi.
Certo è una mostra magica, questa stanza è una stazione, arrivi e partenze, e tu non arrivi.
Ti guardo sul monitor del mio pc e ti faccio ciao ciao lo stesso perché chi parla per te parla di più.
Sull’altra parete i visi familiari e cari del tuo papà, di tuo fratello, di te stesso, ritratti da Valerio, mi sembra di rivedere i volti del Caravaggio, la luce, l’asfittico vuoto in cui vorremmo non essere.
Nel seppellimento di Santa Lucia, del Caravaggio, tanta più si allarga la scena dalla morente  tanto più  lei rimane sola, così mentre Marcello posta   dipinti surrealmenteamici, Valerio, benché ritorni alla famiglia, allarga la scena per fuggire, restando solo.
Rimasta a lungo nella prima stanza prometto che un giorno andrò oltre e scriverò delle altre stanze, dove espongono altri artisti, tutti bravissimi, già presentati dalla curatrice Miriam Guzzi e dalla presidente dell’associazione Altrove, Anna Cardamone sempre mia gemella in un comune sentire.
Rimango qui a testimoniare come ci possa rapire una lei, dormiente e serena accanto a noi che la vegliamo con tenerezza.
 

venerdì 5 luglio 2013

Nell' Arcadia



Nell’Arcadia di Metastasio ci siamo ritirati

Ed ora verranno il Parini, l’Alfieri, aspettiamo insieme l’illuminismo,

 dopo tanto barocco e bamboleggiamenti.

Vorremmo noi ripulire lo sporco dai muri delle nostre città, vorremmo che il suono giungesse chiaro e la pittura rendesse bello il panorama che abbiam da guardare.



Vorremmo con noi un nuovo Petrarca, un esule e solo che mesurando vada per boschi a trovare un sonetto, senza dover pietire un permesso, una sala, un applauso.

Vorremmo con noi i classici, i nostri amici che hanno abitato lassù nel Parnaso



Qualcuno è già qui con i suoi motti



Colonia fisiocritica  19 gennaio 1700. Motto: Veris quod possit vincere falsa



Colonia Ligustica 19 febbraio 1705. Motto: Respondere parati



Colonia Velina  1723. Motto: Cadendo resurgit



Ed ora? Si vede vero che faccio come quegli storici bizantini che discutevano se fosse bianco il peplo delle statue oppure color crema mentre guerre e pestilenze decimavano il secolo mille?



Ora che siamo all’inizio di un nuovo millennio uguale uguale mi sembra lo sconcerto.

Dopo l’Arcadia, dopo l’illuminismo, la rivoluzione.

Tagliarono teste e con mio grande dolore, fra il sacro e il profano morì Lavoisier.



Per ora lo so ci basterà la musica del mare,

beh, stamani son messa così, fra nuvoloni e vento freddo

non sembra neppure estate questa estate senza te, senza il sole che ci riscaldi

senza una Cristina di Svezia che ci ospiti nei giardini di Palazzo Riario...
eppure noi

di giardino in giardino arriveremo a Roma

Bomba o non bomba… tra una festa e una piadina di periferia

noi arriveremo a Roma, malgrado voi- dissero gli arcadi a quelli del barocco…

Questa pagina non finisce mai

Meglio ritirarsi nei pascoli erbosi!



mercoledì 3 luglio 2013

2001 Odissea nello spazio- di Giuseppe Rachetta



2001 Odissea nello spazio- Giuseppe Rachetta nel sottosuolo di Catanzaro


Inizia così nella sala consiliare del municipio della città, organizzato dal Circolo culturale Augusto Placanica, il 26 giugno 2013, un viaggio in astronave.


I rumori dei microfoni, i sibili, sono gli stessi delle note introduttive del famoso film di Kubrick, una colonna sonora dallo spazio fuori allo spazio interno, in fondo.

Viaggiamo così insieme all’autore del video, nel tempo e nella storia, nella fisicità di stretti cunicoli, con in mano una mappa di  testimonianze agganciate fra loro dal web, da mail, e insieme inverate da antichi libri, da prove su campo, da un impegno che…

vive solo del suo entusiasmo.

Avere il Dio in te, vuol dire la parola entusiasmo.

Non sarebbe possibile altrimenti capire cosa voglia questo amore che spinge un uomo a ricercare tracce perdute, ignorate dagli storici, dai politici, e sconosciute a chi vi abita sopra.

Il video continua e noi tutti in silenzio siamo bizantini, normanni e arabi, siamo oramai quello che siamo, non più briganti o carbonari, siamo soltanto degli spettatori.

Guardiamo attenti e con ammirazione, senza un minuto di distrazione, ed alla fine applaudiamo convinti che il filmato non può terminare qui e ora.

Giuseppe poi prende a parlarci di storia, io salto felice sulla mia sedia, lui parla da vero storico, parla di un  nuovo modo di studiare la storia e poi regalarla agli abitanti per farne tesoro, per farne turismo.

Il ministro Bray teorizzava un pensiero simile, conoscenza del nostro passato, rispetto e fruizione di un territorio che è oro, oro sprecato … nel mentre si insegue il plasticame.

Odissea nello spazio, nel tempo, nell’azione,

Odissea che Rachetta ha percorso da solo con l’unico aggancio venuto dal web

Un web, stavolta propositivo, un web visibile e reale, un web non più artificiale.

Ringrazio i miei amici del web… ci ha detto lui.

Già, ed io con te, ringrazio chi ti ha dato fiducia, chi ancora ti apprezzerà, chi prenderà in mano il tuo video e lo porterà nelle scuole, nelle università e chi ne farà un’astronave per volare lontano all’interno di noi.