martedì 18 ottobre 2022

Sacha Guitry Memorie di un baro Adelphi


 La leggerezza del megalomane è il titolo della postfazione di Edgardo Franzosini ed è veramente ciò che ci troviamo a pensare leggendo questo testo di Sacha Guitry pubblicato in Francia da Gallimard nel 1935 e ora esce per la prima volta tradotto in Italia da Davide Tortorella nella Piccola Biblioteca al numero785 Adelphi.

Un testo scintillante di umorismo e di trovate, un brioso racconto sul caso che regola le occasioni, la salvezza o la sventura. Il protagonista si salva per una punizione. 

Faceva parte di una famiglia numerosa, erano in dodici a tavola e quel giorno il padre lo punisce per aver sottratto dei soldi dalla cassa per comprarsi le biglie, lo punisce e non gli fa mangiare i funghi raccolti dallo zio sordomuto. Tutti mangeranno i funghi tranne il ragazzino che si salverà rimanendo orfano di genitori e parenti. 

Vivo perché ha rubato, ma noi tutti già siamo con lui e continueremo a tifare per lui anche quando il cugino, il notaio Morlot, liquidò il patrimonio, vendette la drogheria e si appropriò della somma rimanente tenendolo in stato di indigenza. Un giorno però in un ritaglio di giornale il ragazzo legge un annuncio di offerta di lavoro in un ristorante a Caen. Da Caen a Parigi in una girandola di incontri e Parigi la città più bella del mondo, e il cuore di Parigi è dove ognuno lo mette. 

Ci immergiamo con lui al di qua della Senna, Tra l'Arco di Trionfo e place de la République, diventiamo parigini, perché non è necessario nascere a Parigi per sentirsi parigino. 

Mi ricorda tanto Bel Ami quando arriva a Parigi e sono pagine scoppiettanti di arguzia e di sagacia perché "essere di Parigi è una fonte di sostentamento- tu vivrai di questo" 

e poi Monaco, Monte Carlo e la favola bella che ieri ci illuse e oggi ci illude, il gioco. 

Nel vissuto di un baro di professione ad un certo punto l'incontro fatale, l'incontro con un ufficiale  che lo ha salvato il 17 agosto 1914 e che ora ritorna per sparigliare le carte, per dare un altro senso alla sua vita.

Bellissimo leggere questo libro come un film, vi è il film  Il romanzo di un baro tratto da questo testo, bellissimi i disegni fatti dall'autore e bellissima la postfazione di Edgardo Franzosini sulla vita di Sacha Guitry autore di trentasei film, interprete e autore di centoventiquattro pièce teatrali, incredibile e sempre sulla scena fino all'ultimo. 

Leggiamolo tutti nel Regno della Litweb 

Ippolita Luzzo         

 

domenica 16 ottobre 2022

Le forme dell'oblio al Marca di Catanzaro con Passi sulla mia testa


"Passi sulla mia testa" a cura di Compagnia Teatro del Carro Pino Michienzi 16 ottobre 2022 ore 18.0

Nello spettacolo Passi sulla mia testa, la drammaturgia di Fabio Butera si basa su una poesia di Arturo Giovannitti – The Walker –, su tre frammenti poetici, in dialetto calabrese, di Michele Pane – Capitabussa, Forebandita, Azzarelleide – e su di un frammento di un articolo di Emilio Grandinetti. 


Stasera andiamo a vedere uno spettacolo teatrale al Marca e troviamo ben due mostre meravigliose, una negli spazi espositivi del piano inferiore e una al piano superiore dove si svolgerà il monologo dell'attore Francesco Galelli.  Scendiamo prima fra i colori delLe Forme dell'oblio di Roberto Giglio a cura di Giorgio de Finis al Museo MARCA - Catanzaro


35 opere pittoriche, alcune di grande formato, selezionate tra le più significative della produzione dell’artista, e oltre 90 disegni, nel catalogo bilingue con  testi critici di Rocco Guglielmo, Giorgio de Finis, Mimmo Gangemi e Giuseppe Sommario.


 e al piano superiore la superba  mostra di Roberto Fanari "Unseen" (Invisibile)  una pittura monocromatica: bianco su bianco, nero su nero e rosso su rosso in cui l'oggetto ritratto si percepisce a distanza.

Nella felicità più assoluta di applaudire arte e teatro, colori e versi, paesaggi immaginati e paesi disabitati, Roghudi, e poi Badolato e poi e poi il viaggio verso gli alberi verso le parole nella storia di un anarchico che venne incarcerato ingiustamente con Passi nella mia testa

Ippolita Luzzo 

venerdì 14 ottobre 2022

Renzo Paris Il Picchio Rosso


Il feudalesimo difficile da estirpare, il latifondo ancora nelle mani di principi e baroni all'indomani della fine della seconda guerra mondiale. I tentativi di riformare l’agricoltura meridionale da parte del ministro comunista calabrese, Fausto Gullo, erano stati svuotati dal suo successore, Antonio Segni, democristiano e futuro presidente della Repubblica. I nobili che non cedono le terre, i nobili che non pagano gli operai, i nobili che costringono contadini e operai a vivere in condizioni insalubri e in indigenza. 

" All'alba se ne vanno gli operai, a Fucino alle strade a lavorare e se Torlonia non ci vuole pagare saremo noi i padroni di quelle strade. O Torlò scendi giù, vieni a fare i conti anche tu. Se non ci vieni ti diamo l'addio, devi andare via al più presto da qui" 

Questa la canzone dei braccianti che Renzo Paris in un capodanno a casa del pittore Sergio Vacchi canta ad uno stilista imparentato con i Torlonia, con Don Alessandro Torlonia, responsabile dell'eccidio di Celano. 

"Quell'eccidio era un esempio classico di lotta di classe" i braccianti facevano parte di un'etnia marsicana antichissima, ci dice lo scrittore anche lui abitante quei luoghi e suo malgrado testimone dell'eccidio, lui bimbo. 

Quell'eccidio viene ricordato nel libro Il Picchio Rosso, con documenti e testimonianze dell'epoca, con testimoni oculari. L'avvocato Cantelmi, all'epoca a capo del movimento dei braccianti, racconta dei tentativi fatti da principe di Torlonia per spegnere la protesta ma non vi riuscì ed allora chiamò i suoi guardiani che spararono sulla folla. 

Il trenta aprile del 1950 sulla piazza di Celano. 

Sulla piazza Quattro Novembre c'era anche Renzo con in mano la gabbietta con il picchio rosso caduto insieme ai due braccianti assassinati. Tante le testimonianze e fra queste quella di Maria Rodano Cinciari, la fondatrice dell'UDI, che ricorda come le lotte operaie in Abruzzo erano iniziate nel 1949 per l'imponibile di mano d'opera cioè la quantità di lavoratori che nel secondo dopoguerra, in certe zone, l'imprenditore agricolo era obbligato ad assumere per alleviare la disoccupazione.

Importantissimo il lavoro fatto da Renzo Paris sul documentare e voler raccontare le condizioni di vita dei braccianti nella sua terra di nascita, Celano, sul voler riportare alla memoria quell'eccidio di cui io onestamente non sapevo, ma in Calabria abbiamo avuto altri fatti sanguinosi la strage di Melissa o eccidio di Fragalà,  un episodio del 29 ottobre 1949 quando  i contadini di Melissa si apprestavano ad occupare le terre incolte in quel lembo del marchesato di Crotone che porta verso l’interno, lungo i contrafforti della Presila. 

Una storia sanguinosa di diritti calpestati e poi alfine in parte riconosciuti prima della terribile deriva a cui ora stiamo assistendo. 

Un libro che dovrà essere assolutamente letto 

"Celano è un paese antichissimo, vivo da cinquemila anni." paesi vivi che vivono attraverso il sapere, ed è ciò che Renzo rivendica per la sua terra, ed è ciò che tutti noi dobbiamo conoscere e sapere della storia della nostra terra

Il libro viene pubblicato dalla Editoriale Scientifica Srl nella collana S-Confini diretta da Fabrizio Coscia, una collana ibrida, che racchiude reportage e note, appunti e pezzi, superando i confini fra racconto tradizionale e testimonianze. 

Ippolita Luzzo 


venerdì 7 ottobre 2022

Lyriks André Maurel Un viaggiatore francese in Calabria


 La casa editrice Lyriks, per la nuova collana ITER, pubblica in edizione bilingue una raccolta di  scritti di André Maurel, saggista e narratore nato a Parigi nel 1863, viaggiatore in Calabria nei primi anni del Novecento. Le ricerche e i documenti, alcuni inediti, così come la traduzione dal francese e i commenti sono a cura della professoressa Anne-Christine Faitrop-Porta, ed è lei che con passione e con competenza sta facendo conoscere questo autore in un lungo giro di presentazioni che ci vede partecipi  qualche sera fa al Palazzo di Francia a Vibo, ospiti della Rassegna A Palazzo con lo scrittore, ideata da Raffaele Gaetano. Unire letteratura e dimore storiche, insieme nel sublime direi, per sentirci parte di una comunità che è poi la conclusione felice del dire della studiosa su Maurel. 

In compagnia delle capre Maurel va in automobile a Cosenza! omnibus automobile. La Calabria servita da pubbliche vetture automobili! A Cosenza a Cosenza. "Alla confluenza del Crati e del Busento, Cosenza domina le due vallate...dal giardino pubblico si prospetta una veduta incantevole sulla Sila. Lassù una volta impenetrabili selve.. Il corso fiancheggia la Cattedrale, strano monumento dell'architettura francese.. notevolmente sfigurato poi dal Settecento.. ma sopra ogni cosa a costituire l'unica bellezza di Cosenza è il suo popolo variegato." Ho preso qualche frase per gustare insieme la descrizione del viaggiatore incuriosito, quasi un sociologo, dirà la ricercatrice, che si sofferma sugli abiti delle donne, delle contadine,  sulla loro eleganza malgrado camminino scalze nella mota, sul loro incedere fiere e dritte portando ceste ricolme al mercato.

 Riflette Maurel sulle guerre di conquista francesi in Calabria, su Courier uno dei conquistatori e letterati più memorabili da nessuno ricordato. Poi dopo una sosta con le capre Maurel fischiettando se ne va in automobile, guidata da un quindicenne senza patente, per la terribile Cosenza Paola e raggiunge il convento di San Francesco dove sarà ospite.  

Lui, nel partecipare ai riti comuni, nel dormire una sera presso i monaci, presso i giovani in quel collegio di missionari, in procinto di partire per il mondo dove porteranno il verbo della fede, sente qualcosa di speciale.

 "Per un'ora di tempo non mi sono sentito affatto estraneo agli uomini che mi stanno attorno" durante la cena,  di soli pesce e insalata, si ride di fanciullaggini, ricordi di letizia pura, la necessità della fratellanza ritrovata seguendo l'infanzia, il momento in cui ogni bimbo si stupisce di ciò che conosce. 

Poi Maurel riparte per la Sicilia, anche la professoressa va via, ai suoi studi, noi restiamo avvinti a quella parola "Comunità", a quel concetto "Fratellanza", a quel gesto che ci riporterà al domani. 

Ippolita Luzzo  

giovedì 6 ottobre 2022

Ettore Zanca L' oceano oltre la rete


Pubblicato da Arkadia per la collana sideKar L'oceano oltre la rete è da leggere assolutamente già dalla dedica che subito sento viva, vivissima e unisce viventi e non più, unisce passato e presente, unisce amici e momenti. 

Ettore Zanca mi ricorda altri tempi quando lui pubblicò Oltre la linea bianca con Edizioni Urban Apnea. Anche lì il protagonista, Enrico, è un calciatore alla fine della carriera. Leggendo L’oceano oltre la rete non mi sfugge il nome Enrico a cui è dedicato il libro. Una persona carissima per Ettore. 

Qui il protagonista David, ormai ha deciso di chiudere la sua carriera di calciatore dopo aver vinto moltissime competizioni, però viene chiamato a giocare con la squadra della sua isola per un anno. È un anno importante perché la squadra ha la possibilità di giocare in una Prima Divisione, promossa per la prima volta. Lui decide di tornare sull’isola. 

Leggendo sento la stranezza della fotografia. Ho un’unica copia di questa mia raccolta sui pezzi dedicati al cinema e in un pezzo dedicato a I love Radio Rock affermo che la vita è un giorno. La vita è un’isola, un ritorno, un abbraccio con una figlia, un attraversare il tempo allacciando il passato al presente in una unica cintura. Allacciamoci le cinture. Ettore racconta con grande partecipazione la vicenda umana e corale di tanti, racconta di chi è rimasto e di chi è partito ma poi è tornato. 

L'isola di San Vignan è lì davanti ad  un oceano smisurato. Gli abitanti vivono di pesca e di calcio. La squadra di calcio diventa un motivo vitale e il simbolo di appartenenza è indossare la maglietta con i colori della squadra. Per questo Daviid Rojo, quando viene convocato, benché avesse già deciso di ritirarsi, decide di tornare sulla sua sua isola dopo aver giocato in squadre nazionali e vinto campionati, troverà ad aspettarlo Antoine e con lui proverà a riunire gli anni e le passioni comuni. Sembra un appuntamento col destino, una chiamata.

Raccontato con un ritmo veloce, i fatti si concatenano e si susseguono verso ciò che rende una vita interessante, rifulge l'ostinazione di dare un senso ai gesti, il romanzo cresce e si sviluppa sotto i nostri occhi da spettatori quasi pronti a tifare come davanti ad una partita di calcio ed invece è la vita vera. 

"San Vignan è una densa percezione tra miraggio e realtà, consapevoli che non ci sono coordinate per l'isola e che esiste una sola possibilità per tornarci: ricominciare a leggere" così nella postfazione di Roberta Noè, giornalista di Sky Sport che ha ispirato il personaggio di Sara, la compagna di David, una donna forte, capace di affrontare le vicende della vita con la fiducia di non farsi travolgere, di poter sempre volgerle in azioni superbe. Credo sia giusto parlare di superbia in modo positivo, intendendo per superbia tutti i riti, i simboli, gli obiettivi che l'uomo si crea per non essere vinto dal destino, dagli eventi. 

L'oceano oltre la rete nel Regno della Litweb a testimoniare che la vita è un giorno, però è un giorno bellissimo, un gol dal dischetto. 

Ippolita Luzzo 


Ettore Zanca  Palermitano, classe 1971, laureato in Giurisprudenza, giurista d’impresa, docente di storytelling e di scrittura creativa per ragazzi autistici e pazienti pediatrici, svolge lezioni di legalità nelle scuole. Appassionato di calcio, è autore di Zupì e gli infedeli, la favola di Don Pino Puglisi e di Vent’anni (vincitore del premio per la legalità “La torre dell’orologio”, 2012). Ha pubblicato il racconto Meglio essere Peter Parker (premio speciale “Fame di Parole” della Società Italiana di Psicologia Sessuologia e Criminologia). Ha inoltre scritto i racconti Oltre la linea bianca, La giostra della memoria (Urban Apnea), Zisa Football Club (CartaCanta) e Stiamo arrivando (Gemma Edizioni). È autore di E vissero tutti feriti e contenti (Ianieri Edizioni, prefazione di Enrico Ruggeri) e di Santa Muerte (Ianieri Edizioni, Premio Presidente della giuria all’Etnabook 2020). Scrive per “la Repubblica – Palermo”, “Stadionews 24”, “Gioco Pulito” (blog de “Il Fatto Quotidiano”) e “City”. Ha collaborato con “Informazione Libera”, “La Valle dei Templi”, “Chizzocute”, “L’Ora”, “Rosalio”, “Giornalettismo”, “Revolver” e “Ingresso Libero”.


mercoledì 5 ottobre 2022

Gianluca Garrapa di fantasmi e stasi. transizioni


di fantasmi e stasi. transizioni è la sua opera prima in versi. 

Pubblicata nel 2017 da Arcipelago Itaca sta nel Regno della Litweb da tempo. Cercavo questo libro scomparso per casa e da anni mi chiedevo dove si fosse nascosto quando finalmente per caso ha deciso di farsi ritrovare. 

Gianluca Garrapa è un carissimo amico che ha scelto di stare in contatto con noi tutti attraverso immagini di micronarrazioni quotidiani, piccole catastrofi in atto, lui scrive un diario paradossale sui minimi gesti del quotidiano. "Gianluca da filosofo misura il mondo,  l’estensione della follia, e da poeta immagina un modello nuovo, un prototipo ipotetico" leggo su una recensione alla Cosa di Ivano Mugnaini ed approvo, 

"autobus. oggi.

la tinta per capelli la signora che guarda spesso oltre il vetro e vede un altro vetro. incrinato dal volto di suo figlio che la guarda."

Trauma 10

ora che abbiamo visto gli occhi piccoli farsi lontani. e non dire. ora che abbiamo pianto cantilene di nostalgia. senza capire. che il corpo cambia solo stanza. capito mamma? le ho detto aggrappato alle immagini di materia galattica. le ho detto che babbo sta solo cambiando stanza. alle sorelle ho detto che noi siamo. chiusi in questa stanza. lui sta cambiando stanza. diamine! l'attrito che la mente ha con le cose. se non sei disposto a crederle effimere. efficienti per questo..." 

continua il trauma ma è musica lo sguardo in trauma 2 e poi ci spiega in trauma 1" per ciò a velocità o stasi il trauma non concede tempo." 

In stasi "C'è quel sole che agli occhi di chi ha sguardo può diventare altro da una semplice stella o da una comune poesia"

Leggo che il libro mi è giunto il 7 maggio del 2019, e mi accorgo che abbia anch'esso avuto un lungo periodo di stasi prima di arrivare fin qui ma le sue parole hanno accarezzato il mio animo restando a farmi compagnia nel profilo di una umanità sempre meno percepita. 

Ippolita Luzzo 



Gianluca Garrapa è nato nel 1975 in provincia di Lecce, si è laureato in Lettere Moderne, conduce la trasmissione radiofonica RadioQuestaSera su PuntoRadioFM, 

collabora per Satisfiction; sue cose su GAMMM, compostxt, slowforward, Nazione Indiana, Critica Impura, Poetarum Silva,

Verde Rivista, Fara Poesia, Patrialetteratura, larosainpiu, Il Fatto Quotidiano, Il Sole 24 Ore; è incline a far ridere la gente, soprattutto suo malgrado e durante certe serate al Zeliglab di Livorno. A volte, però, nei momenti di giocosa serietà, fa il consulente psicoanalitico e aiuta gli esseri umani a capire che si può essere felici anche nei momenti marroni. Ama andare in bici perché non ha la macchina e preferirebbe muoversi in astronave. Ha pubblicato un ebook di racconti: Un ronzio devastante e altrecose blu (Bookmark Literary Agency 2017).di fantasmi e stasi. transizioni. è la sua opera prima in versi. La cosa, Edizioni Ensemble, Roma, 2020


 

sabato 24 settembre 2022

E tu che fai nella vita? Faccio la direttrice artistica

Sarà capitato anche a tanti di fare questa domanda e sentirsi rispondere che la cotale o il cotale fanno di mestiere il direttore o la direttrice artistica di Festival, di rassegne rassegnate, di ogni altra iniziativa che vada sotto il famigerato termine cultura e abbia fondi regionali, comunali, provinciali, nazionali. 

Un mestiere di tutto rispetto che implica dedizione alla causa, ricerca dei talenti da invitare, organizzare bus, cercare alberghi, e fare biglietti, stilare un programma, trovare il pubblico plaudente. 

Senza di loro la carovana letteraria, cinematografica, teatrale e anche gastronomica non va da nessuna parte. Il direttore o la direttrice al timone stanno della nave e vanno vanno vanno da anni vanno.

Ovvio che anche loro dovrebbero rispettare alcune regole ma nessuno si permette di farlo notare nel timore di non essere invitati mai più sia nei festival dove c'è lei che dirige sia nei festival dove a dirigere sono gli amici di lui o di lei 

Poi continuo