lunedì 11 maggio 2015

Lo sdegno elegante di Raffaele Gaetano- Le querce sono in fiore



Lo sdegno elegante di Raffaele Gaetano- Le querce sono in fiore
 Le colline sono in fiore - Sanremo 1965 Mogol- Donida
Sul morire di dolore in un luogo che morta gora è, Raffaele Gaetano fa antologia di scritti, raccogliendo chi visitò il Lametino rimanendone illeso.
Sceglie la forma, Raffaele, un quadrato, sceglie la consistenza, carta pregiata e sceglie fotografie d’epoca curate. Vorrebbe scegliere tutto in una sua ricerca continua verso un estetismo raffinato e pregevole. Pregnante, direbbe lui.
Eppure il contenuto sfugge alla sua pur sostanziale introduzione  e scappa via, nella realtà effettuale di un luogo che lui stesso con sublime  dire dipinge “morta gora”.
Rimane lo sdegno e sullo sdegno di moltissimi scrittori per come e per cosa in questo luogo cattivi amministratori, truffatori e disonesti si siano allenati governando a loro volta popolazioni brutte sporche e cattive, senza spirito di corpo, di comunità, su questo sdegno si regge il sublime ed il pittoresco di prati in fiori e di mari azzurri orrendamente avvelenati
La fascinazione di Raffaele Gaetano e le rovine del sublime
Da Goethe a noi
 Le querce sono in fiore. Memorie di viaggiatori nel Lametino (Koinè Editrice)
 Ultimo libro  di Raffaele Gaetano  dopo  “La Calabria nel Viaggio Pittoresco del Saint-Non” (Koinè Editrice) che era, in una edizione in 999 esemplari numerati e firmati, la traduzione del “Viaggio Pittoresco” dell’abate di Saint-Non in Calabria con  35 vedute  acquerellate a mano.
Dal Lametino “L’opera conclude un lungo itinerario di ricerca che libro dopo libro ha visto impegnato l’autore in un appassionante vis-à-vis con il tema del viaggio in Calabria tra sublime e pittoresco. Composto per accumulazioni, per successive stratificazioni durante quasi dieci anni, lo scritto affronta per la prima volta in maniera sistematica l’ingente mole di diari, resoconti, memorie e lettere  fra il  ’700 e ’900” che  nobili, borghesi, scienziati, ecclesiastici, artisti, militari lasciarono del loro passaggio.”
Alla fine degli anni ottanta I Parchi Letterari in Italia e in Calabria   si ispirarono  ai racconti dei numerosi viaggiatori stranieri ed italiani che, dal Settecento, si spinsero in Calabria.
A rappresentare Il Grand Tour, così chiamato, fu scelto Norman Douglas, autore di Old Calabria,  e via via i più antichi visitatori presenti in questa libro.
“J. W. Goethe aveva  scritto: «Molti viaggiatori venivano in Italia solo per vedere delle rovine;  Roma, la capitale del mondo devastata dai barbari, era piena di rovine.”
Da Terremoto in terremoto quel che affascina è  il sublime, il sublime delle rovine.
Al di là e sotto la soglia… come sia possibile la sussistenza in un luogo rovinoso e rovinante!
Una terra sorprendente, diversa. Overture.
Leggo  e non sento solo il profumo del fiore, malgrado la veste elegante e la cura con cui hai trasposto brani e illustrazioni, io ne sento l’indignazione. La percepisco, in una rarefazione che invece di astrarmi mi addolora.
Le Querce sono in fiore. Una Calabria terribile, oscena, quasi, nel suo essere troppo di tutto. Impossibile da educare, da sanare. Come se un male incurabile la attanagliasse, malgrado la bellezza. Il misticismo, il sacro, il diluvio di sensazioni. Questo io leggo da te, ora dialogo con te, Raffaele.
 Loro, i viaggiatori, lo chiamano  pittoresco, io lo chiamo  sconcerto.
Una Calabria che stupisce, che attrae per il selvaggio e misterioso presente nella sua scorza.
Il gioco delle estetiche che già assaporavo  nella romantica lady inglese, tratteggiata da Enrico Montesano,  scrive per noi il pittoresco che siamo. “situazioni tra spaesamento e vertigine” Molto pittoresco!
“ In quest’impalpabile, tenue déborde, in questo rifiuto di una natura addomestica” e debordiamo pure…
Come se tu avessi in mano una lente d’ingrandimento e con questa  allargassi  gli scritti restringendoli sul territorio natio, ed ecco  il borgo appare.
Terribilis locus est iste? Anche ora, anche ora. Sorridendo scrivo di vascelli e postali “un’esperienza di confine tra etica e naufragio della ragione.”  Un luogo periferia della periferia, che, già dopo Napoli, Africa è, Un luogo isolato nello spazio angusto di una geografia mentale fanatica e supponente, ora come allora, governata da pochissimi feudatari, ora come allora.
Dalla fine del settecento all'ottocento romantico ed ossianico i viaggiatori descriveranno prati  verdi e colline in fiore, una natura a volte madre a volte matrigna, mare azzurro e tempeste, malattie e tuguri, nello sciupio di esistenze lasciate nell'incuria di chi avrebbe dovuto averne cura. Senza cura.  Incurato e incurabile…  trascinerà la malaria fino ai nostri giorni.
Un sud mancante, senza strade se non l’antica  Via Popilia dei Romani, tratturi e viottoli poco sicuri. Giustificato dunque fare testamento prima di partire per il sud, o per Napoli
 De Saint-Non  a tutti gli altri… scorrono.
   Il reverendo Brian Hill  nel 1792 “Desidererei che la gente fosse meno curiosa, giacché indugiano a guardarci dietro una finestra che comunica con la casa. Abbiamo scoperto un posto vicino alla cappella dove c’è della calce e lì abbiamo acceso il fuoco per preparare il cibo. Ghiaccio all'alba. Freddo. Temperatura 5 gradi. Le querce sono in fiore.”
Giuseppe Maria Galanti descrive il modo in cui “La moneta è scarsa. L’interesse del mutuo è dell’8%, e la circostanza della miseria è tale che quest’interessi per mancanza di mezzi da soddisfarli si accumulano sugli anni successivi, per cui producono lo sterminio di molte famiglie.”
Armido Cario  nel suo libro “La Calabria del Settecento” scritto con Armando Orlando, riporta la analisi lucida del Galanti, che se da un lato incrociava la “coltura di spirito” di alcune famiglie a Catanzaro, Monteleone, Tropea, Reggio e Maida, dall'altro evidenziava lo stato di noncuranza di quelle stesse famiglie e degli amministratori verso il territorio abitato e i suoi abitanti («I Calabresi sono vivi ed elastici, e sono divenuti facinorosi per essere mal governati»).
Ripeto con Armido  il concetto di abitare un territorio e di mettere un abito ad un territorio, perché credo che sia lo snodo per comprendere come sia “l’abito” importante per una dignità umana. Un abito lasciato sguarnito in questo sud, sia dalle famiglie colte che dalle famiglie ricche, che poi i due aggettivi viaggiavano insieme, un abito dimesso ed elemosinante il tozzo di pane, le briciole, affinché il popolo fosse sempre facilmente ricattabile. Elemosinante.
Il Galanti porterà rendiconto alla corte del re di Napoli e nessuno leggerà…
Un feudalesimo mai finito. Con balzelli e demani, con proprietà della Curia Vescovile, con servitù mai eliminate.
Fra pregiudizio e analisi seria i racconti sono lo specchio di un non finito che da sempre è la dannazione di vivere qui, un incedere nelle paludi di un feticismo arcaico e di  una viltà nata dalla costrizione e dalla necessità.
Lo scorrere di racconti su racconti acuisce lo sbalanco, la vertigine, il senso doloroso di vivere nel vuoto precipitare e nella perfida voglia di imbrogliare qualsiasi forestiero, oppure di blandirlo perché potrebbe  esser utile.
Nella noia e nel disprezzo verso ciò che appartiene a tutti, le menti più eccelse declinano il latinorum, era questa l’impressione di Giorgio Bocca, nel suo Inferno.
 "Alla Grande" era la scritta sui muri di Capizzaglie,  come ora,   nel nostro inferno, solo nel ricordo bellissimo, malgrado la palude da bonificare,  un mare  avvelenato e una terra sporcata dai rifiuti di mezza Europa. 

Unica locanda sembra essere Il Fondaco del Fico ed unico luogo più o meno colto era Maida… più o meno, così da Didier,  Dumas e gli altri
L’ideale stessa della sporcizia.
 Lenormant intanto fa  un riepilogo  che non è più un diario ma una risalita storica fino agli Enotri.
Una risalita lunga.  Lenormant se ne accorge  e scrive “Temo di aver abusato della pazienza del lettore e di averlo stancato. Tuttavia, la ricerca alla quale ci siamo dedicati, ci ha dato l’occasione di passare in rassegna qualche fatto storico non privo d’interesse.”
E ritorniamo al 1940, dopo la bonifica dalla malaria
 La bonifica e nuovi paesi. San Pietro a Maida Scalo.  Imposti dall’alto e vuoti per molto tempo. Disabitati. Non riconosciuti.
Che il silenzio sia sublime solo nella disperazione di un dolore muto…
E Giuliano Santoro aggiunge “Lamezia è un posto stranissimo, nato dall'unificazione dei paesi di Nicastro, Sambiase e Sant'Eufemia. È uno dei luoghi topici dell’immaginario del disastro calabrese.” Su due piedi. Camminando per un mese attraverso la Calabria
 Termini così questa raccolta di scritti, una sistemazione di autori che altrimenti sarebbero dispersi, nella perdita continua di conoscenze.
Se ti eri riproposto altro non so, io vi ho letto questo silenzio e lo stesso difficile incedere nei sentieri ancora ostici e poco praticabili di una Calabria straniera ai suoi stessi abitanti, quella amnesia dei luoghi che tanto ci priva di occhi per vedere.
Leggo con mestizia, con grande compassione anche verso me stessa,  una appartenenza ad un luogo così difficile, nella consapevolezza  che anche queste mie stringate parole possano essere derise da lettori acculturati e felicemente non dissimili dai loro progenitori qui ben rappresentati e descritti.
Ci  salva solo la stima che si ha  per pochissimi, e solo  per quelle eccezioni che si intravedono in ogni epoca storica ed in ogni luogo e che danno il respiro per poter continuare ad aver voglia di scrivere nelle macerie e sulle macerie che si perpetuano.
Nel viaggio da Goethe a noi sulle rovine.
Le querce sono in fiore, un profumo che veleno è.
                                                                                                                              Ippolita Luzzo



sabato 9 maggio 2015

Confidenze


10 marzo 2011

Le confidenze (le orecchie d’asino)

Fra donne viene sempre prima o poi, all'improvviso, il momento delle confidenze, segrete, indicibili, irraccontabili, ma proprio perché fatte, dette ad una persona, voce del sen fuggita, difficilmente riacciuffabili. La confidenza, non necessariamente fatta ad un’amica, può essere a chiunque, in quel momento di vulnerabilità, di permeabilità, ti passi accanto e tu parli, come in trance, racconti spezzoni di una vita passata le cui schegge sono sempre lì.
Poi confidi nella buona sorte, nella discrezione, nella onestà dell’orecchio al quale hai detto, e io  mi ricordo la storia del re con le orecchie d’asino. Lui, il re, nascoste le orecchie ai sudditi con un turbante, ebbe bisogno del barbiere e gli intimò di tacere  pena la morte. Il barbiere mantenne il silenzio ma un giorno, solo, presso il corso di un fiume scavò una buca e lì gridò – Il re ha le orecchie d’asino – Ricoprì la buca. Nacque su quel terreno un bel canneto e allo stormire del vento le canne riportarono nell'aria  - Il re ha le orecchie d’asino - .Confidenze fatte così, per essere poi lasciate stormire al vento della nostra stupida ma irrinunciabile socialità.
Confidenze su uomini indegni, sono sempre indegni loro, sembra un timbro di via, un passaporto falsificato ma valido per tutti, confidenze di donne su uomini – che lasciano le moglie - che ritornano dopo tanti anni, dopo aver trascorso tanti anni con un’altra.

- L’altra che aspetta nascosta, di sbieco, crede di essere amata, di amare. Uomini che ritornano e donne dimenticate, cancellate per sempre-

Confidenze, solo confidenze. Brusio indistinto di solitudini.

Confidenze da donna a donna. Un muro di gomma, una palla rimbalzante.

Si dice col tempo che è solo uno sfogo, niente di personale.  

Ippolita Luzzo 


martedì 5 maggio 2015

Diario di rondine- Amélie Nothomb


Consiglio ai killer Foffo e Prato e a chi sapeva e sono andati via di leggere eccitandosi.
In questo racconto un killer uccide, uccide con eccitazione. Continua ad uccidere fino a che un giorno, dopo aver ucciso, ruba un diario. Un diario che lo distruggerà. Qui si trova rapito, rinchiuso, da chi vorrebbe il diario. 
Leggiamo i suoi pensieri sincopatici, mentre si trova dall'altra parte, dalla parte di chi subirà la violenza. 
"Ti risvegli al buio nella più assoluta incoscienza. Dove sono, Che cosa è successo? Per un istante la memoria è cancellata…
Capisci solo una cosa, e tanto più intensamente dal momento che è il tuo unico bagaglio. Sei vivo. Più di così non lo sei mai stato. Sei vivo e basta. In che cosa consiste la vita all'interno di questa frazione di secondo in cui hai il raro privilegio di non avere identità?
In questo: hai paura.
… poi riparte il tran-tran
Passiamo il nostro tempo a lottare contro il terrore della vita. Per tentare di sfuggirgli inventiamo definizioni: mi chiamo tizio, sgobbo per conto di Caio, il mio lavoro consiste nel fare questo e quello.”
Io non ho un lavoro.  “Sotterranea, l’angoscia avanza con il suo lavoro di trincea. La sua voce non si può completamente imbavagliare. Credi di chiamarti tizio… ma al risveglio niente di tutto ciò esisteva. E può darsi che davvero non esista”
“Diario di rondine” che non riesco a restituire alla biblioteca comunale.
I Radiohead, gli ultimi tre album che io non conosco. Il protagonista ascolta e riascolta loro
Difficile liberarsi di qualcosa che uno ha scambiato per una liberazione.  Amnesiac, Kid A, Hail to the Thief.
L’anima è il cervello: niente altro che grasso e il rapporto umano di una povertà patetica. L’incontro  non è più niente

Nel diario della vittima incontra il freddo. E la rondine entra in casa sua. E lui mangia il diario di rondine.

lunedì 4 maggio 2015

La Favola della gabbietta inaugura il Maggio Dei Libri 2015 a Lamezia Terme

Al Maggio dei Libri 2015 a Lamezia Terme Mercoledì ore 18, 30 inizia il maggio con La Favola della Gabbietta
La mia favola 

MAGGIO DEI LIBRI 2015
Ippolita Luzzo presenta La Favola della Gabbietta
Riflessioni sui meccanismi immaginativi nell'epoca del web
Con la presenza e la testimonianza  di Gianni Caruso, che, per noi, sempre qui è.
La nostra favola con l’immaginario non è mai finita.
Dal web alla realtà uguale è.
Nel giorno in cui Gianni Caruso è andato via due anni fa, La Favola della Gabbietta, di cui lui lesse le prime riflessioni, invitandomi a continuare, viene ora presentata qui.
Il caso non è mai per caso.
Con Gianni, amico dal liceo, parlavo raramente, ma era sempre un ritrovarsi. Come al liceo.
Così scrissi sul suo libro, che lui mi regalò con affetto, aspettandosi mie riflessioni, così io leggevo a lui quel che scrivevo ricevendo suoi incoraggiamenti.
Se scrivo e se parlo è perché lui mi incoraggia, e perché la stima non finisce, il rispetto e l’amicizia vivono sempre.  Sono la nostra ricchezza.
La Favola della gabbietta non è da vendere
La nostra favola è


La nostra favola
C'era una volta
un bianco castello fatato,
un grande mago
l'aveva stregato per noi.
tu eri la mia regina
ed io il tuo re.
E per noi
il tempo si fermerà,
tu sarai sempre regina
ed io il tuo re.




lunedì 27 aprile 2015

Cenerentola ascolta i Joy division- testo ricorretto per leggersi sul cellulare




Perché assaporare il pane delle solite recensioni quando ci sono le brioche onirico-letterarie della regina Ippolita?
Da facebook Romeo presenta così la mia lettura disorder, disordinata, sulla sua Cenerentola.  Sono gustosamente azzeccata nella definizione. Evviva.

Il video, relativo al libro,   su you tube,  in sottofondo, passa il suono sul foglio bianco del mio pc.
Scrivo dopo aver chiuso il libro letto nel mio modo, da disordinata. Un libro con due storie di donne che non si incontreranno. 
Giorno 23 Aprile, Cenerentola  giunge a casa mia, nella giornata del libro, eheh, ed io  leggo, dividendo in due il contenuto,  per prima la storia di Lily e dell’urna con le ceneri defunte. 
Lily è rimasta vedova da pochissimo.
Storia che ho letto ridacchiando “L’uomo in scatola. Ora apro l’urna e ti vuoto nel wc, così te ne vai al mare”
Col bollitore che sta bestemmiando vapore da oltre un quarto d’ora ed io prendo una bustina di tè verde. E quindi il problema della ruggine per oggi è scongiurato.
Continuo a ridere sui gamberoni alla piastra, effetto acqua bollente su pelle di Lily e sulle chiavi che tutti dimentichiamo, anche il fu marito di Lily.
Seguo Lily elaborare suo lutto e I’ve got the spirit, but I’ve lost the feeling, traduco a modo mio, non sapendo l’inglese, questo verso dei Joy division, da disorder. 
Vado a vedere significato, ok, avevo capito altro, e cioè" ho lo spirito ma ho perso feeling, vibrazione, ho perso l’altro, il mio doppio dove specchiarmi"
 Continuo a seguire le avventure di Lily fino al suo incontro con Benoit, che sembra uscito da un film dei fratelli Coen. Lascio Lily per due giorni e
Oggi leggo la storia di Elly, di Frida.

La prof di astronomia si chiama Frida, la prof di Elly
Elly regala alla sua prof una collanina sottile di argento  e la vedrà il giorno dopo al collo di Frida. Con un piccolo ciondolo, il simbolo dell’infinito. Fra la prof e l'alunna nasce un legame.
Malattia, morte, amicizia, sciupio e di nuovo testimonianze che riannodano esistenze: situazioni che riconosciamo facenti parte di tasselli di nostra vita, episodi ad episodi, una vita fatta con poco oppure con molto e da scrivere per disegnarla
Odio intanto chi mi telefona mentre scrivo, rispondo scortese quasi, forse, e ripenso alle lacrime asciugate nella lettura della storia di Elly, alle risate fatte durante le peripezie di Lily, cercando di riprendere le due protagoniste per mano e riportarle sul mio foglio word. I loro  nomi uno anagramma dell'altro.Con  scambio di vocale. Altro gioco di enigmistica. 



Gli occhi di Cenerentola sono grandi , come il film Big Eyes di Tim Burton. Un libro fatto da altro, da immagini e suoni. Da occhi.
Qui più oblunghi, grandi, grandi, per vederti meglio bimba mia, dall'altra favola di Cappuccetto rosso.
Con occhiali tondi, come i miei occhiali dell'adolescenza.
Angelo Barile scrive e Romeo Vernazza suona e dipinge storie. Confusi volontariamente i due: Passando tra loro è come penetrare non unanuvola di sudore intenso e minestroni per vecchi malati ma una bella nuvola azzurra e mutevole con foglie verdi appena spuntate dall'albero di tiglio davanti casa mia, la primavera che rigenera ogni anno la terra che si sveglia  dopo il ratto di Proserpina. Un libro composto di messaggi che si scambiano in classe gli alunni con le loro impressioni sull'insegnante, un libro fatto dalle immagini di Angelo Barile, è Angelo l'autore di questa fiabesca copertina, dalla musica che ascoltano le Cenerentole del mondo intero, all'apparir del vero, un libro di Romeo Vernazza con pezzi di un io che ci appartiene tutti. I nostri riferimenti. 
Leggo, penso, mi intristisco ma poi sorrido, mi annego nella salamoia, mi sento vivere e morire, sperimento la noia e la passione.
E la passione stessa è una fuga, nella quale l'essere in due significa solamente una solitudine doppia, riporta Romeo  da Robert Musil.
Eppure nonostante questa realtà, il racconto di Romeo, come il racconto di tutti noi si ricompone su un solo messaggio Cerca di divertirti almeno un po'. TVB. F.F.
Ed eccomi di ritorno dopo aver fatto lapsus sul nome di Romeo, su una storia parallela di due donne. Gli uomini sono semplici, mi dice sempre la mia amica Carla, restano infantili, aggiunge. Sembra di leggere Romeo...
Senza un uomo se non filtrato dai racconti delle donne.
Una storia   che rileggerò nuovamente e porterò in giro con me, sulle note di Disorder dei Joy Division

domenica 26 aprile 2015

Cenerentola ascolta i Joy division- Romeo Vernazza




Il video, relativo al libro,   su you tube,  in sottofondo, passa il suono sul foglio bianco del mio pc.
Scrivo dopo aver chiuso il libro letto nel mio modo, da disordinata. Un libro con due storie di donne che non si incontreranno. 
Giorno 23 Aprile, Cenerentola  giunge a casa mia, nella giornata del libro, eheh, ed io  leggo, dividendo in due il contenuto,  per prima la storia di Lily e dell’urna con le ceneri defunte. 
Lily è rimasta vedova da pochissimo.
Storia che ho letto ridacchiando “L’uomo in scatola. Ora apro l’urna e ti vuoto nel wc, così te ne vai al mare”
Col bollitore che sta bestemmiando vapore da oltre un quarto d’ora ed io prendo una bustina di tè verde. E quindi il problema della ruggine per oggi è scongiurato.
Continuo a ridere sui gamberoni alla piastra, effetto acqua bollente su pelle di Lily e sulle chiavi che tutti dimentichiamo, anche il fu marito di Lily.
Seguo Lily elaborare suo lutto e I’ve got the spirit, but I’ve lost the feeling, traduco a modo mio, non sapendo l’inglese, questo verso dei Joy division, da disorder. 
Vado a vedere significato, ok, avevo capito altro, e cioè" ho lo spirito ma ho perso feeling, vibrazione, ho perso l’altro, il mio doppio dove specchiarmi"
 Continuo a seguire le avventure di Lily fino al suo incontro con Benoit, che sembra uscito da un film dei fratelli Coen. Lascio Lily per due giorni e
Oggi leggo la storia di Elly, di Frida.
La prof di astronomia si chiama Frida, la prof di Elly
Elly regala alla sua prof una collanina sottile di argento  e la vedrà il giorno dopo al collo di Frida. Con un piccolo ciondolo, il simbolo dell’infinito. Fra la prof e l'alunna nasce un legame.
Malattia, morte, amicizia, sciupio e di nuovo testimonianze che riannodano esistenze: situazioni che riconosciamo facenti parte di tasselli di nostra vita, episodi ad episodi, una vita fatta con poco oppure con molto e da scrivere per disegnarla
Odio intanto chi mi telefona mentre scrivo, rispondo scortese quasi, forse, e ripenso alle lacrime asciugate nella lettura della storia di Elly, alle risate fatte durante le peripezie di Lily, cercando di riprendere le due protagoniste per mano e riportarle sul mio foglio word. I loro  nomi uno anagramma dell'altro.Con  scambio di vocale. Altro gioco di enigmistica. 
Gli occhi di Cenerentola sono grandi , come il film Big Eyes di Tim Burton. Un libro fatto da altro, da immagini e suoni. Da occhi.
Qui più oblunghi, grandi, grandi, per vederti meglio bimba mia, dall'altra favola di Cappuccetto rosso.
Con occhiali tondi, come i miei occhiali dell'adolescenza.
Angelo Barile scrive e Romeo Vernazza suona e dipinge storie. Confusi volontariamente i due: Passando tra loro è come penetrare non unanuvola di sudore intenso e minestroni per vecchi malati ma una bella nuvola azzurra e mutevole con foglie verdi appena spuntate dall'albero di tiglio davanti casa mia, la primavera che rigenera ogni anno la terra che si sveglia  dopo il ratto di Proserpina. Un libro composto di messaggi che si scambiano in classe gli alunni con le loro impressioni sull'insegnante, un libro fatto dalle immagini di Angelo Barile, è Angelo l'autore di questa fiabesca copertina, dalla musica che ascoltano le Cenerentole del mondo intero, all'apparir del vero, un libro di Romeo Vernazza con pezzi di un io che ci appartiene tutti. I nostri riferimenti. 
Leggo, penso, mi intristisco ma poi sorrido, mi annego nella salamoia, mi sento vivere e morire, sperimento la noia e la passione.
E la passione stessa è una fuga, nella quale l'essere in due significa solamente una solitudine doppia, riporta Romeo  da Robert Musil.
Eppure nonostante questa realtà, il racconto di Romeo, come il racconto di tutti noi si ricompone su un solo messaggio Cerca di divertirti almeno un po'. TVB. F.F.
Ed eccomi di ritorno dopo aver fatto lapsus sul nome di Romeo, su una storia parallela di due donne. Gli uomini sono semplici, mi dice sempre la mia amica Carla, restano infantili, aggiunge. Sembra di leggere Romeo...
Senza un uomo se non filtrato dai racconti delle donne.
Una storia   che rileggerò nuovamente e porterò in giro con me, sulle note di Disorder dei Joy Division

mercoledì 22 aprile 2015

Non Seguire il mondo come va- I vestiti nuovi dell'imperatore. Da Debord a noi




I vestiti nuovi dell'imperatore


I ciarlatani alla corte del re. Da una favola di Andersen. 

 Favola che

 raccontai a Fabio Mollo e Consuelo Nava, una sera d'estate,

 scoprendo che non è così scontato che l'abbiano sentita 

tutti. Una favola da imparare a memoria per capire quanto 

l'inganno sia potente, quanto la mistificazione ottenuta con 

la piaggeria sia una arma che intossica e dilapida ricchezze

 e intelligenze. Il re è nudo. Impariamo a dirlo davanti a 

qualsiasi sciocchezza ci venga fatta passare per

 vera. Michela Marzano inizia il suo libro con questa favola, io

 iniziavo spesso le lezioni ai ragazzini così, con questa 

novella. Che sia una buona novella per tutti. Il re è nudo.

 Non seguire il mondo come va. 




Un Libro con un titolo imperativo. Imperativo presente. Ora 

Subito, non domani. Domani sarà troppo tardi, tardissimo.

 Non seguire il mondo come va. Non fare gregge, belante

,
 non urlare scomposti offese a politici, a professori, a medici.
 
Tutte le stranezze e le varie pagine che condividete, piene


 di insulti alla Boldrini, allo stesso Salvini, che Dio lo perdoni,

 i casi di assassini come Elena Ceste, sono solo lusinghe.


Pagine di distrazione di massa.




Non Seguiamo il mondo come va

Diamo fiducia solo se meritano ai politici, ai professori, 


all'apparato dello Stato, tutto.

Sono al nostro servizio. Se non fanno bene il loro lavoro non


 avranno più la nostra fiducia, perché è la fiducia che regge

 una società.


Non seguiamo il mondo come va, dappertutto


.
Non rassegniamoci, non sentiamoci inutili, non perdiamo la 


lucidità. Ora più che mai.


Lucidi e consapevoli, cerchiamo negli studi che abbiamo 


amato, nelle amicizie che stimiamo, nell'Antigone come 

esempio forte di un pensiero moderno, non omologato,

 capace di scindere e di far prevalere sempre l'umano, e poi 

in tutti gli esempi a nostra disposizione nel grande libro della

 civiltà, un nuovo umanesimo, con Foscolo. Dal dì che

 nozze, tribunali ed are

...

Non seguire il mondo come va



Michela Marzano e Giovanna Casadio a Lamezia Terme


 Venerdi al Liceo Campanella e pomeriggio alla

 Libreria Gioacchino Tavella