“Qualunque cosa succeda” Non sarò “ Un’ombra sul terreno"
Insieme
Nella
fotografia mi sono capitati questi due libri, entrambi un esempio.
Mi scrive
Umberto Ambrosoli, nel medesimo luogo, anni addietro, sulla dedica “ Ad Ippolita, gli esempi ci aiutano a decidere
che cittadini essere, ci danno sempre ragione di sperare. 31X2010”
E queste
sono anche le parole di Daniele Macris
che ha appena presentato, in una affollata sala di Palazzo Nicotera, il
poeta Felice Mastroianni, autore di raccolta in greco, tradotta poeticamente in italiano.
Pubblicata
postuma la” Trilogia Neollenica” è composta da i tre libri di poesia greca,
editi ad Atene. In greco moderno.
Una
provocazione scrivere in greco, perché lui si sentiva di appartenere alla
lingua greca.
Macris
racconta come la lingua nativa, l’italiano, non esauriva l’ispirazione del poeta
che sentiva quanto gli appartenesse il greco, con la sua musicalità, con suoni
dolci, la lingua degli angeli, appunto.
In età avanzata il poeta Felice Mastroianni, esiliato in questo secolo, nell'inumano novecento,(come del suo professore Morabito disse Papini), cerca la consonanza del suo essere nell'alfa e negli accenti. Persuaso che un balzo si possa compiere nella luce della conoscenza e nel messaggio.
In età avanzata il poeta Felice Mastroianni, esiliato in questo secolo, nell'inumano novecento,(come del suo professore Morabito disse Papini), cerca la consonanza del suo essere nell'alfa e negli accenti. Persuaso che un balzo si possa compiere nella luce della conoscenza e nel messaggio.
Con una
chiave interpretativa ci dà lui stesso il codice d’accesso alla lingua
greca, affinché il ricordo di un mondo interiore sia tradizione e abitudine a
riflettere. Ricchezza ed orgoglio, la dimensione del poter essere come si è.
Vivere
quindi nella diversità, e nel rispetto del nostro sentire, non seguire il mondo
come va, ma rifuggendo alla domanda – a che serve?- Daniele Macris, con la sua
professionalità e preparazione, ribadisce che gli oggetti servono, solo le cose, non le persone.
Il verbo servire ricorda il servo, sa di medioevale, di rapporti subalterni, mentre le persone ricercano autonomia di pensiero, libertà di espressione, mondo interiore, nella dimensione della creatività e della diversità.
Il verbo servire ricorda il servo, sa di medioevale, di rapporti subalterni, mentre le persone ricercano autonomia di pensiero, libertà di espressione, mondo interiore, nella dimensione della creatività e della diversità.
Quella
diversità che ha fatto scegliere ad Ambrosoli un suo modo di essere e al poeta
Felice Mastroianni un suo, nella grande consapevolezza della dignità del messaggio. Sempre.
"Qualunque cosa succeda” Non sarò “ Un’ombra sul terreno" Entrambi