La litòte
(dal greco antico litótēs, "semplicità" e
"attenuazione", da litós "semplice") è una figura retorica che consiste nel dare un giudizio o fare un'affermazione
adoperando la negazione di una espressione di senso
contrario. Può avere intento di attenuazione o enfasi, ma anche di eufemismo o ironia.
La litote 27 novembre 2011
Una domenica così non la
potrò dimenticare … cantava così, chi? tanto tempo fa.
è stato tutto un caso.
Ho poggiato il mio
cappottino rosa, alla Kate Windsor, su una sedia vuota di un tavolo
perfettamente vuoto, con altre giacche, cappotti, messi lì sulle sedie, ho
scelto un tavolo soleggiato, con una grande vetrata in fronte un giardino, un mare in lontananza, e
lì mi sono seduta, in attesa di commensali, compagni di merenda? sconosciuti.
Poi mi sono ritrovata a
capotavola, con accanto un coetaneo di Mario Monti, il nostro … obtorto collo, capo
di governo, un prof di spagnolo, tre colleghi ed abbiamo fatto un collegio
docenti!
Un assistente di
laboratorio di fisica-chimica nel liceo classico, un prof di francese, la sua simpaticissima
moglie ed io, di lettere, abbiamo iniziato con una litote. Non è magnifico?
La litote per comunicare
una carica emotiva, per sorprendere, incuriosire e non lasciare indifferente l’ascoltatore! Ma questo è il
compito di tutte le figure retoriche!
Nella litote, che io avrò fatto, avrò negato per attenuare,
avrò detto –non sei anziano per dire… Sei giovane
Attenuando la gravità
dell’asserzione, avrò detto -ma no, non
è così- Volendo dire è proprio così! Siamo tutti giovani o vecchi a secondo se
ci rapportiamo a vicini più giovani o più adulti, cambiamo velocemente anche
atteggiamento- Uno nessuno e centomila.
E dopo la litote riconosciuta subito da Bruno, Antonio mi ha
raccontato lo snodo cruciale della sua vita, l’avvenimento in sé banale, forse,
incredibile, strano, in un uomo che ha sempre fatto della correttezza e della
mitezza il suo stile di vita, l’avvenimento
forte e decisivo che, a vent'anni circa, lo costrinse a subire uno stop
senza preavviso all'università.
Non lo racconto, ma l’ho
ascoltato ed ho percepito il suo stupore, il suo meravigliarsi ancora oggi di
come fosse stato possibile, di come il destino avesse deciso per lui, regalandogli
poi un lavoro diverso, una bella moglie, dei figli stupendi e amati e degli amici
cari e sornioni.
Ci siamo proprio tuffati
nella sua storia, ne eravamo rapiti -Il cibo? Chi l’ha visto?- eravamo proprio
lì con lui, nei suoi vent'anni, della fine degli anni cinquanta, primi anni
sessanta, lontani e così siamo rimasti con il prof di spagnolo.
Siamo partiti per la Spagna,
il Portogallo, la saudade, la malinconia letteraria e reale delle donne dei
pescatori che attendevano i loro cari al ritorno della pesca in un mare amico
infido, un ossimoro? pacifico e nemico, amico nemico, quel mare che brillava
con sfarfallio di luce davanti ai nostri
occhi.
Il prof di francese, a tanta malinconia, ridente
eh, ha opposto le sue barzellette esilaranti, ha recitato le sue poesie, quadretti
deliziosi di un paese con macchiette tipiche, con personaggi che si possono
trovare sempre e solo in un paese.
Motrice e Rimorchio, il
dottore Greco, il dottore che visitava le donne sotto la madama e costoro gli fecero
una propaganda elettorale spietata, tutto gratis! logicamente il dottore fu
eletto sindaco, nel tripudio dei suoi sostenitori che lo lanciarono in alto, afferrandolo proprio
lì, dove non dovevano! Ho ancora in testa il comizio di un altro politico che disse alla folla:-Votate perché io non
sono come quelli di tando!-
Quante risate ci siamo
fatti! Tanti si sono incuriositi, le mogli, ogni tanto, premurose, ci
chiedevano di cosa parlassimo, felici a loro volta di vedere i loro mariti come
sempre sorridenti scherzosi, felici come ero io, che, per puro caso, ho avuto il piacere di incontrarli e sorridere.
Ecco di cosa sorrido io, di
una litote riconosciuta, detta così lievemente, che mi riporta al tempi della
mia scuola amata, sorrido di assonanze, consonanze, rimandi a pensieri e libri,
con la leggera sensazione di essere capita su uno stesso terreno di
riferimento, quello degli studi condivisi certamente ma soprattutto sul terreno del rispetto e
della delicatezza degli incontri umani
Ippolita Luzzo