lunedì 7 aprile 2025

Saverio La Ruina La Borto

 


La Borto è uno spettacolo del 2009 di e con Saverio La Ruina, con 
musiche composte ed eseguite 
dal vivo da Gianfranco De Franco e disegno luci Dario De Luca, 
organizzazione e distribuzione Settimio Pisano, 
produzione Scena Verticale, con il sostegno di MIBAC | Regione Calabria

Premio UBU 2010 "Migliore Testo Italiano",  
Nomination Premio UBU 2010 "Migliore attore", 
Premio Hystrio alla Drammaturgia 2010

Ieri sera al Teatro Grandinetti per assistere a ciò che raccontare non si può se non si possiede la sensibilità di Saverio La Ruina che mostra la condizione della donna al Sud e di riflesso la condizione dell'uomo, dopo Dissonorata. Un delitto d'onore in Calabria (2006).

La vicenda di Vittoria narrata in cielo, o almeno in sogno, davanti al tribunale eterno e universale, davanti ad un tribunale che le darà il tempo non avuto durante la vita terrena, il tempo della narrazione. 

Vittoria come in sogno non è più di questa terra e attraversa il cancello del cimitero e incontra in una grande stanza dodici persone sedute intorno ad una lunga tavola sei a destra e sei a sinistra con Gesù presente. Gesù le dice di non essere degna di sedersi con loro, di essere lei come Giuda, di essere lei nel peccato. E nello sconcerto più totale Vittoria rivendica la sua innocenza, e di non aver fatto male a nessuno, forse aggiungerei io solo a sé stessa. A ventotto anni ha già sette figli, sposata venduta a tredici anni dal patrigno ad un uomo zoppo e più adulto. Storie diffuse purtroppo e sento una vicenda simile da me non raccolta ma ora presente. Rivedo la donna ormai di ottanta anni dirmi di essere stata sposata venduta ad un uomo più grande e nel raccontare le moltissime gravidanze, i soprusi orribili e indicibili avute a soli tredici anni, le angherie di una suocera strega che le chiudeva lo stanzino del vaso dove poter fare i suoi bisogni e lei era costretta a fare la cacca in un giornale, le cinghiate del marito e l'orrore dell'impotenza della sua di madre che invece dopo aver immolato la prima delle figlie ad un destino immondo riusciva a garantire alle sue altre figlie una diversa dignità. 

Ne scrivo come sorellanza di questa donna a Vittoria a Sciolla, sorellanza che non ha avuto da nessuna altra donna. Nel terribile vivere male relazioni e matrimoni anche il marito di Vittoria sembra incarcerato in un ruolo castrante e tutti gli uomini mostrati nella miseria del prendere la misura di una ragazzina calcolando le forme. Sembra una assurdità ma ricordo alcuni colleghi maschi in una scuola del crotonese parlare delle alunne tredicenni in consiglio di istituto sottolineando le forme. Ne rimasi scioccata e non volli andare da insegnante  in gita d'istruzione con loro reputandoli esseri meschini.   

Sulla tragica vicenda dell'aborto vissuta all'epoca con ferro da calza e con pediluvi bollenti, così mi raccontano, io ho visto donne vivere questa decisione o subirla. In alcune famiglie doveva per forza abortire chi restava malauguratamente incinta per mancanza di possibilità economiche e quella decisione subita veniva ricordata sempre, sempre, perché la vita è fatta di attimi, di momenti, di atti subiti. "Chissà come sarebbe stato ora quel figlio che non ho fatto nascere!" raccontano alcune, mentre altre riescono a dimenticare. 

Vittoria non ha contezza di aver fatto peccato per aver dovuto interrompere una gravidanza e non ha contezza proprio per lo stato di necessità, per l'indigenza del vivere senza possibilità di scelta. Un mondo ruvido e cattivo, senza luce, ha avvolto la vita di donne e uomini. 

Gesù apre la porta e si commuove, e intanto la storia si ripete nella recita e nelle situazioni 

Saverio diventa Vittoria, Saverio è Vittoria, Saverio crede nella giustizia, nella giustizia del dire, del gesto, della scena. 

Anche il tavolo dove Vittoria si siederà è quel teatro eterno fatto delle storie subite senza scampo

Ippolita Luzzo  




Lo spettacolo, realizzato da Scena Verticale, è inserito nel progetto “CalabriaTeatro” Terza edizione, cofinanziamento bando Distribuzione teatrale triennio 2022/2024 – Psc Calabria e Legge regionale n.19/2017 e realizzato dall’associazione teatrale “I Vacantusi” di Lamezia Terme". 

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