giovedì 1 agosto 2019

Raffaele Gaetano Le Idee Estetiche Di Pietro Ardito

Raffaele Gaetano si è occupato di Estetica con diverse opere fra cui "Viaggio Pittoresco", su Richard De Saint-Non, ha scritto di Pietro Ardito in "Artista e Critico", entrambi editi Rubbettino. Numerosi sono gli studi di Raffaele Gaetano, sempre attento a raccogliere e indagare sulla bellezza nel territorio calabro troppo bistrattato da tanta realtà terribile. 
In questo libro si sofferma sulla figura e sulle idee di Pietro Ardito, dopo aver indagato in "Artista e Critico"  la riflessione del teorico, la pratica dell'artista e il giudizio del critico. 
Lo studio prende il largo dal giudizio di Francesco Fiorentino «Artista e Critico è diviso in tre parti: Estetica, Arte e Critica... La forma di questo libro è piana, lucida, castigata; il contenuto ne è serio, pensato e rivela nell'autore un lungo ed attento studio sulla nostra letteratura, non scompagnato da quello delle letterature straniere» e vuole smentire quella "marginalità" quasi uno stigma della perifericità della Calabria e dei suoi studiosi.
In una collana prestigiosa, diretta da Romeo Bufalo, sui Pensatori Calabresi, si vuole contribuire alla costruzione di una "geografia mentale" che vada da Mario Alcaro, autore per Rubbettino nel 2011 di un volume sulla Storia del pensiero filosofico in Calabria da Pitagora ai giorni giorni nostri" a questi volumi pubblicati da Il Testo Editor. 
L'opera è pubblicata con il contributo del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università della Calabria. 
Tiro un sospiro sperando di aver scritto tutto per bene dopo aver letto e apprezzato di uno studioso al quale a Lamezia è stata intestata la Scuola Media "Pietro Ardito" che io ho frequentato e dove ogni anno si svolge un Premio Pietro Ardito che premia gli alunni e i lavori dei gruppi di classe. A Lamezia dunque il suo nome è ricordato ma così non è nella manualistica più recente.  
Artista e Critico è l'opera più penetrante di Pietro Ardito eppure il nome di Pietro Ardito è andato incontro a una "damnatio memoriae", scrive Raffaele Gaetano, ricordando anche Antonio Tari, il filosofo di Estetica Ideale. 
Non conosciamo le ragioni dell'oblio che avvolge alcuni studiosi e compito interessante è proprio cercare di sollevare la coltre e mostrare quanta meraviglia sia nascosta. 
Pietro Ardito preferiva il dialogo, aveva una idea della letteratura capace di cogliere il divenire, i rapporti con la religione e con l'arte, ben legata ai bisogni della realtà. Sembra di leggere Filippo La Porta, sembra di leggere il dibattito contemporaneo su ciò che sia o non sia letteratura, per Ardito come per noi, in un'epoca di grandi contrasti. 
Anche al tempo di Pietro Ardito i contrasti erano accesi fra laici e cattolici ed egli tornò a Nicastro abdicando alla possibilità di insegnare Letteratura italiana all'Università di Napoli. 
Scrivendo mi ricordo il mio luminoso Preside Oreste Borrello, anche lui un apprezzato filosofo, e di cui mi auguro di leggere i suoi scritti. 
Un intellettuale di confine, Pietro Ardito, così Raffaele Gaetano lo consegna alla curiosità di chi vuole conoscere di più sul critico e teorico letterario. 
Dal Seminario Vescovile cittadino, vera fucina di talenti, dove Pietro Ardito entra nel 1840, dopo la morte del padre nel 1837, unico luogo dove fosse possibile studiare, all'insegnamento di lettere nello stesso Seminario e poi Direttore del Seminario, man mano studi e aderenza ai moti liberali, in quella unità di intenti fra conoscenza e azione.
Quel che ci avvince nella lettura è vedere come anche nell'asfittico spazio del destino di tempi difficili ogni studioso possa ritrovare un suo luogo per studiare e per incontrare, per leggere e per vivere e possa poi essere riconosciuto al di là del tempo e del luogo. 
Questa è la bella opportunità dell'incontro con la lettura sulle idee che viene coltivata nelle "Radici del Tempo", nome dell'associazione culturale che ha la proprietà letteraria del testo.
Ippolita Luzzo       

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