Zerocalcare
e Gipi
Gianni-
Gipi- disegna una copertina numerata del libro di Michele, Zerocalcare.
Amicizia
vuol dire esserci, nel mondo dell’altro.
Trovo
stupendo questo gesto, lo trovo prezioso, per questo riporto nel mio blog l’ammirazione
verso entrambi, che non conoscevo se non per un tam tam su facebook.
Dal web
prendo stralci di intervista di Matteo
Macor a Gipi.
Gianni
Pacinotti in arte Gipi, 52 anni, oggi forse il più grande illustratore e
fumettista italiano, maestro dell'acquerello e antidivo di successo. Primo
fumettista ad arrivare in finale al Premio Strega con Una storia,
nell'edizione 2014 ( il protagonista Landi
è affascinato dalle lettere ritrovate del bisnonno, soldato nella carneficina
della Prima guerra mondiale, che dalle trincee scriveva a casa. )
Gipi: i
social danno l'illusione di poter partecipare, ma non influiscono minimamente
sulle dinamiche del potere"
“È difficile
farsi un'idea di chi ti segue e compra i tuoi libri. Facebook illude di poterlo
fare, ma è tutta aria, non modifica di un millesimo la realtà.”
"Con
Zerocalcare ci siamo conosciuti perché tutti continuavano a confrontare i
nostri lavori. All'inizio ero invidioso di tutte le copie che vendeva, rosicavo
tantissimo: prima di conoscerlo speravo quasi mi stesse sui coglioni. E invece
siamo diventati amici”
Zerocalcare, Michele Rech, è uno dei più bravi fumettisti italiani. Dal suo blog, Michele, che vive a Rebibbia, ha conquistato la Rete per giungere in libreria con quattro volumi. Dagli zombie a Star Wars, da Street Fighter a Robin Hood, le tavole di Zerocalcare sono un concentrato di autoironia e citazioni, senza dimenticare Armadillo, personificazione della coscienza dell’autore.
Zerocalcare, Michele Rech, è uno dei più bravi fumettisti italiani. Dal suo blog, Michele, che vive a Rebibbia, ha conquistato la Rete per giungere in libreria con quattro volumi. Dagli zombie a Star Wars, da Street Fighter a Robin Hood, le tavole di Zerocalcare sono un concentrato di autoironia e citazioni, senza dimenticare Armadillo, personificazione della coscienza dell’autore.
Leggo “ Dimentica il mio nome” la scena della morte
della nonna. La paura di guardare la paura negli occhi dell’altro, che ha paura
di morire, è una paura grande. Io ho sempre paura della paura che ha l’altro e
che non posso alleviare.
Esistono però
strumenti personali che aggirino la paura della paura che ci lascino…
Le nonne
Una storia
Da un libro al Premio Strega ad un altro
Strega sarà perché
nel regno della Litweb si è
Auguri