lunedì 27 ottobre 2025

27 ottobre 2015 Aspettare ad un binario morto


 Aspettare ad un binario morto. 

Era questa la frase adolescenziale 

caricata di nero 

campeggiare sulle prime pagine di un diario scolastico. 

Stava lì ad indicare quell'inerzia 

e quel momento in cui ogni persona si sarà trovata negli anni della scuola. 

Poi aspettando aspettando

 il tempo finisce

 e anche se il treno non passerà

 chi aspetta avrà per forza trovato il modo

 per trascorrere l'attesa con un libro in mano

Ippolita Luzzo 

domenica 19 ottobre 2025

Alfonso Lentini su Il primo pezzo non si scorda mai

 


Che Ippolita Luzzo senta il bisogno di trasferire su carta, già in due libri, quello che lei stessa scrive a proposito di letteratura (e non solo) nel suo blog "Il regno della Litweb", suscita alcune domande alle quali però non saprei dare risposta; ma essendo domande altamente "contemporanee" forse vale la pena porle lo stesso. 

Che il futuro del libro cartaceo sia ormai segnato è una constatazione quasi banale. Se un tempo si misurava il livello culturale di una persona guardando quanti libri aveva in casa, oggi non è più così. Il libro non è più il principale veicolo attraverso cui veicolare contenuti culturali, ha perso la sua secolare sacralità. 
Il libro è inoltre un giro di compasso, ha cioè una struttura circolare chiusa. Da quando esiste il web, la struttura dei testi tende a diventare liquida, aperta, un flusso senza precisi contorni. Di conseguenza, in parallelo (o in concorrenza) al libro tradizionale si va sviluppando una diversa modalità di fruizione dei contenuti.
Una domanda, collegata a quanto detto, potrebbe essere questa: è ancora valido ciò che affermava Umberto Eco, secondo cui il libro cartaceo, in quanto "oggetto tecnologico perfetto", sarebbe sopravvissuto alla crescente “smaterializzazione” del web? Quale diverso spazio si potrebbe immaginare per il libro e per la sua specificità?
Ippolita Luzzo con la sua intelligente operazione di trasferimento “in retromarcia" dal web alla carta, ci aiuta, se non altro, a focalizzare domande come queste. Ma suscita altre domande: il suo è un tentativo di porre argini al fiume, di imbrigliare in una struttura chiusa il flusso senza confini del web? oppure al contrario è un'operazione ironica? oppure ancora nostalgica?
Immagino che l'autrice nel dare alle stampe questo suo "Il primo pezzo non si scorda mai, 10 anni di regno della Litweb" (Città del Sole Edizioni 2022) non si sia neppure posta problemi del genere. Eppure, di questi tempi, consimili domande sono - come si dice - nell'aria.
Tanto più che in dieci anni tutto muta precipitevolissimevolmente e il Web non è più quello di una volta. Lo riconosce la stessa Luzzo in un'intervista uscita da poco su "Nazione indiana": "Lo spazio sembrava immenso, ma ogni fenomeno umano più si allarga più diventa asfittico. Dall’iniziale sensazione di libertà ora ci troviamo di nuovo in un non luogo abitatissimo da troppe proposte, troppe riviste, troppi blog, e di libri ormai ne parlano tutti con un chiacchiericcio incessante. Per non parlare dei video su tik tok che veicolano il libro come un semplice oggetto di bellezza."
Insomma: siamo in anni di grandi mutamenti post-gutemberghiani, guai a starne fuori. Ma nello stesso tempo, sembra volerci suggerire la nostra autrice, bisogna starci ad occhi aperti, senza mai lasciarsene fagocitare.

 Alfonso Lentini 

http://mirkal.blogspot.com/2023/04/il-primo-pezzo-non-si-scorda-mai-che.html?m=

mercoledì 8 ottobre 2025

"Se ritieni che sia giusto" Pasquale Allegro


“Il problema della vita non sta nel vivere, ma nel capire cosa fare con essa.”

Nikolai Vasilyevich Gogol, “Le anime morte” (1842)

Mi piace cominciare con questa citazione la lettura del libro di Pasquale Allegro pubblicato da Arkadia nella collana Eclypse il 25 luglio.

Leggo oggi il suo libro, forse riconosco il luogo di mare, forse, ma poi credo sia Bova marina e non Gizzeria, ma poco importa perché i paesi di mare si somigliano tutti, e nella somiglianza poi ci sta anche la trama, il fatto, la vicenda universale del fare i conti con gli affetti, con i genitori, questi sconosciuti. Nel fatto narrato il genitore viene rivissuto dal figlio dopo il suicidio, forse, non sappiamo, non sappiamo tante cose della vita, però qui si tenterà con la scrittura e nel  tentare qualcosa resterà. Con un lirismo crepuscolare Pasquale quasi dipinge con colori tenui una famiglia come tante altre. Come si racconta una vicenda con i temi del crepuscolarismo? Il crepuscolarismo era caratterizzato dalla poetica delle piccole cose, dall'abbandono del linguaggio aulico in favore della prosa poetica, dal tema della malinconia e della noia, e dall'ironia. I poeti descrivono ambienti umili e oggetti quotidiani, spesso con un tono melanconico e sentimentale. La metafora del crepuscolo voleva indicare una situazione di spegnimento, dove predominavano i toni tenui e smorzati, di quei poeti che non avevano emozioni particolari da cantare, se non la vaga malinconia, come scrive appunto il Borgese,” di non aver nulla da dire e da fare". Tale metafora sta ad indicare la fine di un'ideale parabola della poesia italiana, che si spegne in un «mite e lunghissimo crepuscolo» e Pasquale Allegro da poeta, lui proprio narra ma in effetti crea versi e  dice "Da un po’ di tempo il frammento è quello che mi è più caro, preferire quello che resta da dire, scrivere nuvola e significare cielo, sarà per un po’ ancora così, la giustizia poetica a equilibrare il mondo."

Leggendolo ci rimane quell'impalpabile sensazione di non poter che affrontare l'indicibile non dicendolo ma ricostruendo una vita, come fa il protagonista, che è il figlio, con le parole degli altri. Con i fatti che ricordano gli altri, in questo caso, gli amici, la moglie. Ricostruire con gli oggetti, con le stanze, con il niente in mano. 

Se ritieni che sia giusto è una riflessione su questa impossibilità di conoscenza filtrata però con la poesia e con la pietas umana.

Guarderemo il mare diversamente e anche noi vedremo riflesso nel cielo una nuvola, sarà la nuvola dei rapporti umani, dei legami familiari, sempre più inconsistenti. 

Nel leggere Pasquale Allegro stamani nel Regno della Litweb 

Ippolita Luzzo