Pollo alle prugne italiane
La vita è un soffio e l’arte
vola
Quel ghirigoro, quella voluta
di fumo. quell’impalpabile che disse Verlaine… poesia è
Quel che non hai avuto mai,
quello che resta sempre con te, quel che giammai via se ne andrà.
Seduta su quel bus
ritornavamo in gruppo, accanto a me una signora anziana. Avevo ammirato la
coppia, la bella coppia che erano lei e suo marito. Feci i miei complimenti e
lei:- Non ho mai amato mio marito.- Gelai io e zitta rimasi lei continuò senza
fermarsi
-Ho sempre amato il mio primo amore, i miei
non vollero che lo sposassi, non vollero che lo frequentassi ed io mi sposai
con il primo che me lo chiese e che piacesse ai miei. Mi sposai per dispetto,
per rabbia e da allora non ho mai chiuso
occhio tutte le sere della mia vita senza pensare a lui, al mio primo amore.
Certo mi è andata bene, in
fondo, quel ragazzo aveva un carattere litigioso, difficile ma io lo amo,
sono in contatto con la sorella, lui si è sposato ed è infelice, a me, forse è
andata meglio, ma lo amo come se fosse il primo giorno.-
Ero annichilita, ero turbata,
sono sempre tramortita da rivelazione che ottengo così improvvisamente senza
voler sollecitare alcunchè, mi lascio poi invadere da sentimenti di empatia
verso persone che son sconosciute ma che squarciano il velo sul loro passato.
Il passato non passa, sta
sempre lì, certo si può trasformare in arte, in canto struggente, in musica e
immagini. Si può continuare a sublimare quel sentimento che vita ci da, si può
decidere e non decidere di spaccare il destino con violenza, come il profeta del film
che parla con il musicista dopo i funerali della mamma, si può affermare di voler vivere malgrado tutto poi remi
contro. « Così continuiamo a remare,
barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato. »
Su quella barca che noi
remiamo, sempre risospinti nel nostro passato dal Grande Gatsby alla Grande Bellezza,
possiamo volare via nel soffio, nella nota, nel film che ci porta via. .
“Aveva fatto molta strada per
giungere a questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così
vicino da non poter più sfuggire. Non sapeva che il sogno era già alle sue
spalle, in quella vasta oscurità dietro la città dove i campi oscuri della
repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce verde, il
futuro orgastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C'è sfuggito
allora, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le
braccia ... e una bella mattina... »
In un sapore che gusteremo
applausi per tutti ci stanno bene.
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