La dose - 22 giugno ’11
Piccola dose per te, quel tanto che basta, quel tanto che poi
ti faccia dire: - Ancora, ne voglio ancora.-
Gli spacciatori lo sanno bene, conoscono le dosi, le
tagliano, le preparano, aspettano i loro clienti in luoghi anonimi, innocui, e
leggermente, con noncuranza offrono la
bustina.
Innocenti. Loro. Lui,
lei stringono in mano la dose, impazienti, pronti, subito, bramosi e poi… di
nuovo, ancora, ancora ancora.
Mi ha sempre fatto una rabbia furibonda vedere alcuni miei
conoscenti nel vortice della droga, alcuni morirne, altri sperperare il patrimonio, la salute, gli
affetti. Una rabbia sana, da igienista, da non si fa, non si fa, non si fa.
Eppure anche io mi
sono creata la mia droga, amorosa, di passione, mi sono creata da sola una
droga letale, un matrimonio
inesistente ma reale solo
nell’indifferenza. Troppi anni è durata, poi
ho trovato la chiave, di lettura, s’intende. Vita nova ma da decifrare.
Bisogna decodificare ogni messaggio, ogni parola, ogni gesto.
Donna sola, basta una
parola, donna sola, basta una dose, piccola, piccolissima. Facile, facilissimo.
Grazie per esserti
fermato in tempo. Ma scusa perché lo fai? Lo fate? Non capivo la seduzione, non
capivo lo stato di ubriacatura e
ripetevo alle amiche di non credere alle parole dolci mielate- Sei speciale- Sono
dentro di te- Ti ho tanto pensato- Mia moglie non mi capisce-
Tu le conosci meglio
di me queste frasi. Guardavo con sufficienza queste donne perse dietro un uomo
alla Paolo, che niente voleva da loro se non svagarsi un po’. Prove tecniche di
trasmissione!
Qualche donna è
impazzita, qualche altra è tornata, bastonata, dal marito, qualche altra ha
strappato finanche il ricordo della sua Storia con un uomo sposato. Non capivo,
ed in una delle prime lettere te l’ho detto, ecco dicevo fra me e me leggendo
il tuo scritto, ecco cosa succede!. Che cosa pericolosa!
D’un fiato capivo il gioco, capivo ma non sapevo, io non mi
ero mai trovata in una situazione simile!
Una ubriacatura, una sbornia e ti ritrovi a pensare che deve essere così per le donne perse dietro
parole vuote. Un mal di testa dopo, un chiedersi, boh! Ma gliele avevo chieste
io tutte quelle svenevolezze? Non si fa, non si fa, non si fa. Ma si fa. Non
sapevo, ora lo so.
E’ questo il meccanismo che tu studi nelle donne, quanto
tempo ci mettono ad ubriacarsi, quanto tempo restano stordite, in quanto tempo
si riprendono. Come me la sono cavata io? Una neofita! Ma era solo una dose!
TU sei innocente come
l’acqua, tu sei innocente come i fiori, tu come sopra. Tutti innocenti! Ma eri
solo un personaggio letterario! Se fossi stato vero non avresti avuto chance.
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