venerdì 1 marzo 2024

Sillabario all'incontrario di Ezio Sinigaglia

 

Sillabario all'incontrario inizia con
Z zoo Emergenza che tende a imporsi come modo di vita, così leggiamo sulla copertina con illustrazione creata da Francesco Dezio per la Casa editrice TerraRossa.

 Il libro di Ezio Sinigaglia comincia all'incontrario e va dalla Zeta alla Q per descrivere il presente, poi dalla P alla H per i ricordi d'infanzia e dalla G il narratore prende coscienza dei limiti della sua indagine. Dalla lettera E alla lettera A si investiga sulla morte, sull'erotismo, sull'etica.

Sarà una autobiografia, un saggio, senza però averne la disciplina, scritto nel periodo dal 1996 al 1997 come una medicina, in un periodo in cui l'autore era in convalescenza, ed a settembre il ritorno alla normalità sembrava lontano. Il medico quindi consiglia proprio di iniziare a scriverne, e dunque noi lo leggeremo come medicina. 

A dir la verità il libro di Ezio Sinigaglia abita a casa mia dalla sua pubblicazione, anche prima, dal febbraio 2023, ma solo ora, dopo che l'ho visto aspettarmi paziente sulla poltrona della camera da letto per mesi, ho deciso di portarlo qui nel blog come compagnia. Se qualcuno mi domandasse il motivo per cui io mi siedo e scrivo qui sul blog io risponderei che scrivo per farmi compagnia, per chiacchierare con il libro, con il suo autore come se fosse a casa mia, ed ora Ezio Sinigaglia qui abita. Con le sue lettere. 

Trovo le orecchiette messe al libro da tempo e vi parlerò della lettera H come Humour. La più amata. 

Ciò che ci accomuna è che dall'infanzia fino all'età adulta il silenzio e l'ironia ci riuscivano spontanei. Se ognuno di noi ricorda come abbiamo iniziato a percepire il nostro io in tutti è nato il desiderio che il nostro corpo sia riconoscibile e "da quel momento si comincia a desiderare di essere notati e riconosciuti per quel che siamo:io:  se ciò non accade, se ne resta perplessi ancor prima che frustrati" 

L'umorismo nasce non già dalle armonie ma dalle stonature, non dalle conferme ma dalle smentite, e così tutto il creato appare spiegabile e perfetto e il vero rischio rimane domandarsi che cosa diavolo ci stessi a fare io, si chiede l'autore e ci siamo chiesti un po' tutti e poi troviamo un nostro ricordo dell'infanzia, almeno della mia infanzia: osservare le formiche. 

Abbiamo guardato per anni, per estati intere le formiche e però nessuno come Ezio ci darà ora quella formica con la sua briciola sul dorso, troppo pesante per la costituzione della formica, come se un uomo si fosse messo sulle spalle un cavallo. 

Bambini: Sillabario all’incontrario di Ezio Sinigaglia sulla terribile infanzia della inadeguatezza, della crudeltà. Inadeguati a fare cose che si impareranno poi ci si ritrova a 15 anni a fare lo scherzo crudele a Pietro Rana. Con Carlo due Ezio afferra Pietro, il ragazzo che si fidava di lui, e lo lanciano in acqua con tutti i vestiti. Pietro non dirà alla madre chi gli ha fatto lo scherzo perché per lui l’amicizia è fatta di silenzio. Saper star zitto quando l’amico ti tira proprio un tiro mancino. Proprio il suo silenzio sarà la punizione per Ezio che non farà più scherzi crudeli. Intanto Carlo due muore annegato alle Egadi qualche tempo dopo. Resto di sasso

ed ora vi parlo della D, ho dilazionato a lungo a scrivere questo post, perché "vivevo di giorno in giorno con affaticata neghittosità" e da tutto questo poi sono stata trascinata fin quassù dai tormenti e dai patimenti di Ezio che con il suo stile sempre divertito, incuriosito, osserva il suo corpo raffreddarsi, il suo cuore battere velocemente, mentre si chiede il da farsi a Parigi in una stanza sconosciuta. 

Ho messo orecchiette alla lettera M come Mare, Non si potrebbe stare senza il mare, si vive col mare, io lo  intravedo da casa, vivo sul golfo di sant'Eufemia, ed Ezio vive sul mare, a pochi passi. Il mare è paesaggio, e spazio, colore, il mare è vivo. il mare respira. "Il mare come presenza , come vicinanza. Poi c'è il mare come distanza, come assenza. L'oltremare. Il mare che ho messo fra me e il mondo: fra me e me." 

Ed è con la lettera L Lontano che vi lascio, con la lettera del congedo. Leggendo Ezio Sinigaglia sembra di sentire un parlottio fra noi, come se fossero i nostri stessi pensieri, tanto è simile il ragionare fra noi tutti dotati di umorismo, di ironia, di distanza. Nel ciò che ci accomuna sentiamo l'universale, sentiamo il tempo che rimane, sentiamo una scrittura che diventa classico, cioè che resta, oltre il tempo, senza scadenza,  

Leggiamo dunque il Sillabario all'incontrario scoprendo tutte le lettere e ogni volta con un sorriso nuovo ci troveremo. 

Ippolita Luzzo 

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