"Rossana camminava senza sapere dove, non poteva fermarsi, doveva solo allontanarsi, il più possibile... Cercò nella borsa, cercò l'antidoto, quella poesia che si portava sempre con sé ormai e che ogni giorno andava a leggersi e a rileggersi. La curva della strada...La curva della strada dove semplicemente non si è visti, dove puoi metterti lì e aspettare, dove puoi essere aspettato, dove ci si ritroverà, dove non esiste l'ultima volta"
Da non credere: leggo Il viaggio di Andrea D'Urso e vi ritrovo una mia amica, o almeno io leggo per qualche tratto di somiglianza, una storia quasi conosciuta. Anche la mia amica ha il glaucoma, anche la mia amica è di Trapani.
Io poi mi sento partecipe come se avessi già letto "Il viaggio" in un altro momento della mia vita e forse sarà così.
Scritto con sensibilità e vicinanza Il viaggio commuove e conquista per il peregrinare interiore che ognuno di noi fa avanti e indietro sulle strade e sui bivi che percorriamo.
La protagonista avrà più o meno la mia età e mi ritrovo quasi a darle una mano e a dirle che il vivere può essere fantasia se c’è l’entusiasmo di voler cambiare.
Insieme a lei vediamo e non vediamo i coprotagonisti, i genitori di lei, il marito, i figli e poi un altro, un altro amore finito, finiti, nel giro dei giorni senza chiarore.
E allora non ci resta che piangere e così faccio io, io che aspetto a mia volta risposta da una Tac, io che mi metto in viaggio verso una letteratura amatissima che possa starci vicino nell'attesa.
A cosa ci si abitua? Sarà la domanda che ci faremo leggendo questo racconto che è una perla. Una mia amica mi ha detto di recente che la perla è il dolore dell'ostrica e credo che anche la produzione artistica alcune volte è il dolore dell'autore che percepisce la sofferenza dei personaggi che lo visitano. Ha conosciuto Rossana l'autore? non ci interessa. Sappiamo che tutto può cambiare. Sappiamo che Rossana si mette in viaggio in un viaggio chiamato amore
Nel Regno della Litweb accogliamo Andrea D'Urso con tutti i nostri applausi.
Andrea D'Urso ha fatto l'esperienza del Premio Calvino lo stesso anno in cui ho partecipato io, in cui ha partecipato Domenico Dara, lui ha poi pubblicato il romanzo Just a gigolò con Edizioni E/O, 2014, finalista al Premio Calvino l’anno precedente con il titolo Nomi, cose e città, e poi ha continuato a scrivere bei romanzi come La strada è un libro aperto (Vydia Editore, 2017), La società delle ombre (Rayuela Edizioni, 2018), Inevitabile Follia, (Stampa Alternativa, 2018) e le raccolte poetiche Occidente Express.
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