lunedì 13 maggio 2019

Silvia Greco un'imprecisa cosa felice Hacca

I libri veri sono amati per tanti dettagli che fanno la nostra storia personale. Uno di questi dettagli è il cavallo a dondolo della copertina. Ne ho due cavalli a dondolo di legno. simili, in miniatura, sulla mia libreria e ricordo il cavallo a dondolo, identico a questo, regalato per la befana a mia sorella più piccola, nella sua infanzia. Una copertina amatissima. Amiamo  Pessoa ed è proprio da "Fu un momento" che troviamo il suo verso "un'imprecisa cosa felice" che dona il titolo al racconto. Nel risvolto di copertina le parole di Elisabetta Bucciarelli, scrittrice delicata e altrettanto cara al regno della Litweb ci invitano a seguire gli sguardi di Silvia Greco, "sguardi che cercano la luce"
"Se, malgrado tutto, vogliamo essere felici, questo libro è per noi" scrive Elisabetta del divertente libro di Silvia Greco. 
Benché tratti di morte avvenuta in maniera strampalata Silvia riesce a trovarne il Senso dell'incontro.
Il libro di Silvia Greco racconta con delicatezza di un incontro.
Un incontro che dia senso a tanti episodi componendo quasi un puzzle con i vari pezzi da lei offerti capitolo per capitolo.
Inizia la ricerca dei Pezzi con le storie di morte improvvisa e ridicola, un modo di morire per una imprecisione, per una causalità sciocca.
Continua il suo narrare mostrandoci i due protagonisti compiere man mano il percorso di avvicinamento finché si incontreranno e parleranno a lungo. Noi lettori saremo accompagnati dallo zio di Marta e dal papà di Nino, dai comprimari di una scena viva e vibrante al tempo stesso.
Sempre accanto alle persone deboli, ingenue, vedo l’autrice proteggere Nino e chiedere a noi tutti la stessa protezione verso gli esseri sensibili e senza difese. Marta mi sembra invece di una forza inclusa di ragionamento, capace della risoluzione di ogni inciampo.
"Un attimo prima tutto fila nel verso giusto, il cielo dipinge un tramonto di cartolina, dopo una bella giornata di sole... E un attimo dopo succede, così, senza preavviso." Siamo subito precipitati nella disgrazia della quale nessuno può farsene una ragione, una disgrazia smisurata capitata a Nino, a Marta, ad Ernesto e "infilò nei loro petti una nostalgia grassa che non andò più via, come una tosse cronica, indelebile"   
Eppure ci divertiamo a leggere questo racconto dondolandoci anche noi sulle immagini che Silvia crea per noi, "Il bugigattolo delle cianfrusaglie" di Nino, quella specie di cubo vicino alla stazione di Galletta dove lui vende il portamatite a forma di carota, oppure le corna da tenere in tasca e infilate dagli acquirenti di nascosto nella tasca interna della giacca, come se fosse un acquisto disdicevole. Marta che infila due mutande nello zaino e parte con lo zio strampalato sulla sua Torpedo blu. Prepareremo lo zaino con Marta e con Taxi, si parte. 
La vita è un'imprecisa cosa felice, mi ritrovo a pensare con Silvia Greco e, leggendo lei, ritrovo quella gran voglia di scappare per ritrovare un grande amico. Nel caso di Marta il suo caro zio Ernesto. 
Non posso che ripetere le parole di Elisabetta Bucciarelli 
"Come si può essere felici malgrado tutto" e  applaudire nel Regno della Litweb "un'imprecisa cosa felice"
Ippolita Luzzo  


 

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