Scuola Omero, che ho conosciuto con Giulia Caminito, ritorna qui con Ilaria Palomba, collaboratrice di "Mago O" della Scuola di Scrittura Omero.
Sembra un dialogo non interrotto.
Fondata a Roma nell'88, la Scuola di Scrittura Omero è stata la prima a nascere in Italia e a diventare anche casa editrice e rivista. Una scuola che mi sarebbe piaciuto poter frequentare se avessi vissuto ai miei tempi. Sono quindi molto felice di incontrare chi l'ha frequentata e continua la sua collaborazione, come fa Ilaria.
Io faccio conoscenza di Ilaria Palomba attraverso i suoi versi, i versi di "Mancanza", la raccolta pubblicata da AUGH edizioni, per la Collana Nuvole, nell'ottobre 2017.
Leggo i suoi versi e, prima di scriverne, comincio a spulciare notizie su di Ilaria, leggo le interviste fatte, il periodo in cui era nell'arte.
"La Performance-art. Ho lavorato con reportage, interviste, un saggio, su questa forma d’arte così archetipica, ho incontrato molti performer, ciascuno con la propria modalità espressiva (body art, body painting, performazione, gender art, video art, sperimentazione sonora, anti teatro, poesia performativa), e in ciascuno ho ritrovato una grande potenza rituale, una capacità di spezzare la propria individualità e ricongiungersi con il sacro, non in termini strettamente religiosi. Ora però voglio che di me parli solo la scrittura"
Dice così Ilaria ed io mi ricordo il libro di Demetrio Paolin, Conforme alla Gloria, edito Voland, ed il mondo della performer- art.
Non conosco il mondo se non attraverso la lettura e leggo da mancante, mancante proprio, i versi di Ilaria, metto orecchiette al libro, a volte più piccole, a volte più grandi, per sottolineare, con l'ampiezza dell'orecchietta fatta, il grado di empatia fra me e i versi.
A Pagina 77 sembra ci sia un programma del farsi, un generale bisogno che tutti abbiamo.
" Ho bisogno di un amore
forte come il mito
feroce come le fiabe
assoluto come il tormento
di un amore eroico
come le gesta di Odisseo"
Con Odisseo e come lui io remo nei suoi versi per navigare e a pagina 65 ritrovo quel bisogno.
"Ho bisogno di un amore che nessuno riesce a darmi
e lo cerco in tutti i corpi, in tutti i luoghi, definendolo libertà.
Poi torno a casa troppo tardi o troppo presto,
quando un lucore inargenta il cielo, e si riempie di crepe."
Risentendo Eluard, tradotto da Franco Fortini, definiamo anche noi quell'amore Libertà:
Su l’immemore speranza
Scrivo il tuo nome
E in virtù d’una Parola
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per chiamarti
Libertà.
Più che mancanze dunque bisogni, esigenze vitali, da imparare.
Impariamo tutti, sembra che i versi ci dicano.
" Impara a non aver paura della notte,
a viverla soltanto senza un risveglio.
Impara ad accarezzare i momenti di soglia,
di fusione e distacco, di presenza e assenza.
Impara a star sola in mezzo alla folla"...
continuano i versi a dire a noi tutti cosa imparare
Amo molto questa poesia e credo la imparerò a memoria tutta, come magico insegnamento augurale per ogni anno in arrivo.
Amando le mancanze che ci mancano e ci costringono al movimento vitale del pensiero e del verso stiamo con Ilaria nel suo
"Non ho ancora compreso esattamente in cosa credere"
La vita sta in questo non comprendere e in quel viaggio che Omero ci ha raccontato e ci racconta ancora.
Ippolita Luzzo
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