Il sole di Napoli batte forte, lo sai. Oh Sole mio sta in fronte a te
Il Tassista che mi porta da Capodimonte a Piazza Plebiscito è un simpatico ragazzo in jeans e maglietta. Incomincia a raccontarmi di come avrebbe preferito andare in giro in pantaloncini corti ma non si può, è vietato dal decoro della professione.
Mi sembra una ottima decisione, argomento io, magnificando la freschezza di pantaloni in lino, in cotonina leggera, in fibre naturali altrettanto leggeri ed estive.
Lui sembra convinto ma aggiunge: Lei non immagina cosa vuol dire mettersi alla guida di un taxi dopo aver sostato a volte per più di un'ora in postazioni senza riparo, al sole continuo ad effetto forno. L'auto diventa invivibile.
Mi metto su a pensarci ed ora mi sembra una tortura, una vera mancanza nell'organizzazione di un servizio privare i luoghi dove sostano i taxi di riparo, di una tettoia, di una possibilità vitale di ombra.
Possibile che nessun sindaco o più precisamente nessun movimento civico, nessun vigile urbano, nessun addetto al traffico si sia fatto interprete di questo disagio?
Prometto subito al tassista di scrivere due righe due sul caldo a Napoli, sul caldo del taxi, sulle tettoie urgenti da approntare per una estate tassista in ombra.
Ma n'atu sole
Cchiu' bello, oi ne'.
'O sole mio
Sta 'nfronte a te
'O sole, 'o sole mio
Sta 'nfronte a te
Sta 'nfronte a te
All'ombra, però
Ippolita Luzzo
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