lunedì 14 novembre 2016

Relazione Uniter: Dalla Pop Art alla Post Art

L'arte come libertà di fruizione, l'arte come accorgersi, l'arte come immaginazione, l'arte come comprensione. L'arte come divertimento. 
Lo sguardo libero sull'arte
Lo sguardo libero e libertà di pensiero sono i due atteggiamenti più difficili da raggiungere, per ognuno di noi. Magari noi pensiamo di essere liberi se restiamo fra il consueto, fra ciò che l'ortodossia ha già decretato sia letterarietà o arte. Pensiamo di essere liberi eppure abbiamo quasi dubbi e paure sul nostro stesso percepire difforme dal percepire in voga. 
Quanti di noi non accettano critiche su capolavori consolidati nel tempo oppure su opere d'arte modernissime spacciate per capolavori! Sulla libertà dunque, esercizio che necessita di costante allenamento, verte, in modo scherzoso, la fruizione artistica di questa sera, che inizia giocando sul significato di pop art, cioè arte popolare, ogni nostro oggetto può diventare arte, giocando su Andy Warhol e mia supposta somiglianza, nella curiosità di accorgersi, giocando sul significato di post sia nel senso del poi che in quello di pezzo, articolo scritto in occasione di alcuni momenti io abbia organizzato oppure visitato da semplice fruitrice. Attraversando ed incontrando Alan Jones, newyorchese, scrittore, critico e curatore di mostre d’arte, uno dei massimi conoscitori della scena della Pop Art, che con noi parla di fantasia, di fantasmagoria e poi lancia la provocazione che l'arte vada cercata nelle osterie, perché nei musei, l'arte non è più arte è ideologia. 
Altri incontri  

collage di Fausta Genziane Le Piane  Scrivere per collage.
Quel che ci accomuna con Fausta è questo nostro raccogliere e conservare in borsa, riponendo e dimenticando, ritrovando e rifacendo altro pensiero da quello fatto nel momento iniziale.
Un pensiero originale, nuovo, una sorpresa, su quell'oggetto, quel pezzo di carta, quel filo conservato per chissà quale scopo.
Credo di sentirmi, pur nella giocosità adulta, una compagna di Fausta, anche e solo nel gesto del raccogliere, io raccolgo pensieri, gesti, attimi, per poi buttare o fissare su brevissimi formati word.
Un foglio.
Agostino Tulumello che si chiama Agostino e come Agostino D'Ippona, nelle Confessioni, ci domanda e si domanda "Che cos'è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede non lo so più."
Il tempo come distendere su tela, come sovrapposizione, come azione della nostra gioia per essere partecipi ad un flusso eterno.
Negli occhi dell'artista quella passione, quel colore nel gesto, quella soddisfazione di poter giocare con un meccanismo che potrebbe ingabbiare. Il tempo per lui è un gioco che si può colorare. 
Ad Alberto Badolato, ed al suo ricercare Una ragione di più: La ragione dell'informale
Sai c'è una ragione di più per dirti che vado via, cantava Ornella Vanoni, e porto anche con me la tua malinconia, continuava il testo di Califano e Reitano ed io stamani la sento in testa con altre canzoni e fra queste
Una ragione vera non c'è... della  Formula tre su testi di Mogol Battisti.
"Ma che disperazione nasce da una distrazione era un gioco non era un fuoco."
Nelle canzoni la ragione ha un bel dire, la ragione ci chiede un comportamento, una azione, una scelta.
Alberto Badolato sceglie proprio questa ragione per dare il titolo alla sua mostra. Ma sarà Alberto a dirci il modo in cui si posa lo sguardo della Litweb sull'arte, questo inventato luogo della letteratura e della libertà.
Un altro dei temi che questa sera mi sembra essenziale far emergere è l'accorgersi

Mostra su Andy Warhol
Nella sala d’ingresso al Marca di Catanzaro vi  sono gli scatti del 1986 gli ultimi, mentre  nelle sale in fondo gli scatti del ‘77 e noi iniziamo da lì da Andy giovane,  e guardo il pubblico, e domando ad un esperto da dove iniziare. Costui mi dà una risposta tecnica, cioè mi dice che non lo sa perché non ha curato i lavori. Ma come è possibile? Non si è accorto che va per età?
Rifletto molto su cosa sia  riconoscere e conoscere, su cosa sia la parola e l’azione “ accorgersi”.
Una volta un medico, in ospedale, ebbe un infarto davanti a me a mia cugina  e alle infermiere, e mentre io blateravo che lui stava male e di soccorrerlo, mia cugina insisteva a voler sapere come stesse sua madre e le infermiere badavano a guardare le cartelle. Logicamente poi si accorsero perché il medico scivolò a terra.
Così guardo tutta questa bella gente e mi domando se si accorge oppure no, se si accorge di quanto si possa soffrire, di quanto sia sofferente Andy negli scatti della sala del 1987 e di quanto sia diverso e quasi divertito negli scatti del “77, quasi come recitasse, anzi sicuramente recitava.
Ci accorgiamo delle cose? Ecco che in un altro luogo del Marca viene proiettato un documentario sulla vita di Aurelio Amendola. Prendo appunti sulla cartella bianca e lucida e spariscono gli scritti.
Quello che mi rimane è l’allegria della serata, i molti amici incontrati, l’umanità e la simpatia di Aurelio Amendola che mi fa una fotografia vicino ad Andy, mi dà sua mail e vedo Diego Dolcini che chiede anche lui una foto al Maestro Amendola.
Aurelio Amendola ha fotografato Burri mentre nel fuoco modella il futuro, ha fotografato De Chirico in gondola metafisica e reale, ha fotografato Michelangelo e la sua Aurora, ha fotografato il Davide e me. 

 “Lui sa quello che sta facendo perché è quello che fa anche lui” da una frase del documentario. Lui, Aurelio, sa cosa ha fatto Michelangelo e conosce  ogni sfumatura dell’Aurora e carezza l’Aurora con la stessa stupita delicatezza e purezza con cui iniziò da bambino a carezzare le pellicole  da lavare nello studio di un fotografo del suo paese.
Ogni paese può diventare il centro del mondo se ci si  accorge di vivere. 
E così in questo accorgersi mi accorgo che viviamo un territorio con Musei interessanti e con proposte da visitare e vi invito a seguire.
Al Limen Al Limen con Antonio Pujia. Dalla Piramide a noi
Un viaggio
Già il viaggio per Vibo diventa un viaggio a Tusa, quel luogo dove Antonio Presti, imprenditore e mecenate italiano ha dato vita alla Fondazione Fiumara d’Arte. Su suggestione di quel che io mi porto dietro, salendo sull'auto. Il libro "La Tusa dei desideri" di Gianfranco Labrosciano
Un viaggio.
In macchina  parliamo  con Antonio, Silvia e Saverio,  mentre andiamo al Limen, di Antonio Presti,  imprenditore che costruisce un albergo sul mare, decide di realizzare un museo all'aria aperta, dà vita al parco di sculture monumentali Fiumara d'arte, nella valle dei monti Nebrodi in Sicilia, un museo all'aperto, un parco di sculture il  più grande d’Europa. Nel  suo albergo Atelier sul mare (1991-2013) a Castel di Tusa, in provincia di Messina, decine di artisti sono stati coinvolti  per la decorazione di camere d’arte.
L’ultima delle sculture della Fiumara d'arte, la Piramide – 38º parallelo di Mauro Staccioli sull’altura di Motta d'Affermo, noi avremmo dovuto vederla questo anno. Eravamo nei paraggi ma l'autista ci sconsigliò.
Antonio Pujia Veneziano racconta e racconta di come Antonio Presti subì alcune condanne prima di essere riconosciuto e mentre racconta siamo già arrivati a Vibo al Limen Premio Internazionale dove  parlava Domenico Piraina, Responsabile del Polo museale e dei Musei scientifici di Milano, io presi appunti mentali. Ricordo che lui, citando Federico Zeri, suo amico, ci raccontò che il genio non vive e produce da solo, ma ha bisogno di avere intorno quel crogiolo di bravi artigiani che lo sostengano e raccontava  di quanti bravi scalpellini abbiano partecipato alla creazione di opere sotto la direzione di Michelangelo.Ed è "Un viaggio" l'opera di Giuseppe Stissi, al Limen, un libro aperto per non vedenti quello che leggo  e vedo.  Un viaggio dall'Africa verso l'occidente, andata e ritorno, raccontato da un bambino  a Giuseppe. Un viaggio da toccare.
 Litweb intervista Daverio.
E sempre  al Premio Limen
Litweb intervista Daverio. Daveru?
Daveru?-  mi domanda spesso una  amica, non so se perché non ci creda affatto o per dire che quella cosa, quand’anche fosse vera, sarebbe niente, visto che lei dopo un attimo l’ha già scordata, infatti me la ridomanda.
Così, davvero, vi riporto mia intervista con Daverio, al Limen e sulla soglia del Palazzo Gagliardi di Vibo Valentia, ieri sera.
Intervista da Litweb, aerea e senza televisione, senza registrazione. Solo tasti di tastiera.
Conferenza, conferenza, ci sediamo inizia il Limen
Arte da far incontrare, da mostrare e da gustare per infine premiare.
Guardar lontano veder vicino, L'arte di guardare l'arte, L'arte è la nave, Arte stupefacente. Da Dada alla Cracking art. Installazioni
In corsivo titoli di libri di Daverio, che solo stasera conosco, venendo io  da un paese straniero, dalla Litweb, appunto, come inviato speciale.
Ascolto suoi aneddoti storici sui balconi di ghisa inglese nei palazzi nobiliari di Vibo Valentia e su  navi, con  arance e vino verso l’Inghilterra, ritornanti, per stabilizzar peso, carichi di ghisa, (a minor prezzo di quella di Mongiana) e   su come il marmo di Carrara stia sulle soglie delle scale del palazzo Gagliardi, essendo la proprietaria cugina dell’arciduca di Toscana.  
Una vera commistione di elementi, commenta Daverio, forse maggiore di oggi in cui tutto sembra commisto e non lo è.
Continua e ci porta in Parlamento Europeo a chieder vocianti solo di immagini, di statue e dipinti, gridare che con arte  Italia sia fatta, salvata, dice lui, per il vero motivo che sia Italia e Calabria  il paese dell’immaginazione.

Così lo ascoltiamo e  lo seguiamo per stanze e dipinti fermandoci insieme a dire bravo, interessante, molto carino oppure niente, sentendolo dire che per esser veri bisogna dire una bufala grande, dirla con forza e crederci davvero, convincere gli altri che questa sia vera, come fu con Capalbio, luogo di residenza di intellettuali, ma quali? Sorride lui, eravamo solo quattro amici che volevano divertirsi, eppure Capalbio diventò quello che per scherzo lui aveva detto.
Ed a questa sua asserzione  io dico:- Ahah come il regno della Litweb!-
Lui mi dà mail ed io manderò mio stralunato post su incontro Daverio -Daveru?- direbbe mia amica.
Daverio sarebbe pronto a fare un catalogo, perché un catalogo ci vuole, è come una casa, ed io son già nel film La migliore offerta e ricordo Virgil, il protagonista, Geoffrey Rush, alle prese con un catalogo che stravolgerà la sua vita.
Daverio come Geoffrey?
Da Dadaista al Regno. 
Le élite
Io sono Litweb in rosso.
 La copertina del libro riprende una carta di Caterina Luciano, facente parte di una mostra del 2014 Gli insetti, ed in questa carta Scaccia mostri delle crisalidi, Caterina Luciano inventa per me il personaggio alato che vedete in mantello coccinella pronta a combattere e a far linguaccia ai mostri.
Ma i mostri sono le zanzare? Quindi le scaccio affinché non attacchino le crisalidi? Chiedo a Caterina
e lei mi risponde:- Certo, sono succhiatori o succhiatrici di sangue  di tutti gli esseri viventi. Il tuo ruolo è di trovare e aiutare le crisalidi, per me erano artisti  di vario genere: scrittori, pittori, crisalidi che diventeranno farfalle grazie a te.-
....
E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te

non sciuparla (Kavafis )E se non puoi la vita che desideri...
Mettila su carta, Trasformala, elabora simboli, e diventa profeta di un tempo nuovo. La rinascita
Dalla sapienza del Siamo tutta luce la spes unica dea, dalla Sapienza
a noi, a Caterina Luciano, alla sua semplicità, alla sua umiltà, al grande lavorio e impegno di denuncia verso tutti gli irresponsabili e invertebrati La X delle lucciole 
L'incognita che cerchiamo in tutte le equazioni.
Quando ero alunna, davanti a problemi algebrici, risolvevo di fantasia, e le stesse equazioni difficilmente mi davano risultato simili, ogni qualvolta risolvevo la x.
Una incognita sempre diversa mi si svelava.
Nessuna sorpresa dunque sulle tante dinamiche interpersonali che hanno risolto questa equazione del #vivonotranoi a Lamezia Terme
Noi siamo tutta luce
Il mantra dei nostri giorni difficili.
Siamo tutta ombra.
Insieme
Senza ombra niente luce
Così fra ignorare e non guardare
fra silenzi e lontananze
appaiono nuove lucciole.
Le lucciole della comprensione







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