martedì 15 novembre 2016

Il palio di Sant'Eufemia

Il Palio di S. Eufemia del 2009 forse 

Vado, non vado, fa caldo, troppo caldo, chiamo qualche amica, ma no, vado sola. 
E così nel pomeriggio assolato di un giorno di Agosto, vado ad assistere al Palio.
Mi ritrovo con altre persone nella piazza di Sant'Eufemia; silenzio, poi qualcuno mette della musica.. arrivano ragazzi con costumi normanni, cominciano a prendere posto per la sfilata; arrivano i cavalli e i loro cavalieri, si  posizionano e aspettano.
Un cavallo con lo zoccolo batte impaziente sul selciato, una volta, due volte.
Finirà per rompere l'asfalto, è il commento di una signora accanto a me. Ma poi velocemente tutto si anima, la sfilata ha inizio, i colori, i costumi, i personaggi, la corte bizantina sfila sotto i nostri occhi, i cavalli seguono, ed anche noi, con passo deciso, li seguiamo fin nello stadio Riga dove prenderemo posto.
Una musica che io conosco, risuona nell'aria. Suona un flauto cinese, una musica che rimanda a castelli in rovina, abbazie dimenticate, giostre, libri di storia impolverati.
Entrano il conte, la contessa, entrano personaggi minori, deferenti verso la nobiltà; arrivano i cavalli con i cavalieri e, loro con gli assistenti, la vincitrice del torneo dell'anno precedente consegna la spada, la casacca a Roberto il Guiscardo. 
Tutti i cavalieri si inginocchiano e risalgono sul cavallo.
Il Palio ha inizio.
Cinque giri di corsa, e noi sulle gradinate ammiriamo i cavalieri, la plasticità delle loro forme, la forza che imprimono ai muscoli, l'adrenalina dei conducenti, i loro visi concentrati e di dominio, forti della stessa forza dei loro cavalli;  e poi la vittoria, una vittoria, pacifico riconoscimento della bravura del cavallo e del cavaliere. La contrada di ......... avrà la coppa. I nobili applaudono, la vincitrice andrà a prendere i simboli della vittoria dalle mani del conte, della contessa, viene fatto il giuramento originale: tale e quale si sarà sentito attorno all'anno 1000 da queste parti, forse nella vicina abbazia degli Altavilla, dove un tempo questi luoghi hanno conosciuto ricchezze, importanze, ruolo strategico. 
Questi luoghi che possono fare affidamento solo su un passato onorevole e vetusto per ritrovare la dignità di essere rispettati e riconosciuti. Bravi, il Centro Ippico ha il merito di voler almeno ricordare la grandezza antica e ripristinare un Palio che può darci la sensazione di un'appartenenza comune ad una storia condivisa di cavalieri e fanti.

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