La tecnica letteraria del cut up, tagliare i frammenti composti da frasi e ricomporli in un nuovo testo che mantenga un senso logico, era la tecnica del dadaismo, un movimento artistico che nasce in Svizzera, a Zurigo, nel 1916. Tagliare e ricomporre a mio piacimento, eppure mantenendo l'amore e il rispetto verso il testo letto, è il gioco con cui mi avvicino ai testi, da semplice fruitrice di opere letterarie o artistiche. Così farò con Conterraneo:Laboratorio di Arte pubblica del Borgo di Bova a cura di Antonio Pujia Veneziano. Memoria identitaria e poetica dei luoghi.
Temendo la delusione dei miei amici, confessando la mia impreparazione, sfoglio e risfoglio, annusando l'aroma che il libro emana. Un'aroma vivente di terra bagnata dopo essere stata cotta dal sole. Ricordo ancora il piacere provato quando ho avuto il testo in mano, l'esultanza di scriverci su, e la troppa amicizia a frenare, invece che essere sprone.
Conterraneo: dal latino conterraneus. Compaesano, della stessa terra. Etimologia e significato del titolo stanno nello scritto di Silvia Pujia, nel duplice testo in lingua italiana ed inglese.
Dal testo alcune frasi vengono ripetute e messe accanto alle fotografie dei luoghi, del fare esperienza, del momento che nasce.
Frammenti scomposti e ricomposti. Uguale è la ricerca che fa Antonio nel suo andare a Bova per trovare il suo essere conterraneo, nel cercare le crete, le zolle diverse di ogni terra, raccogliere, portarle in piazza, fare piccole formelle di terracotta, ognuna delle quali con un simbolo, un segno, un dettaglio rivisitato. La materia prima, una sorta di campionatura di terra in terra, e l'installazione delle argille nella piazza principale di Bova, Piazza Roma. Un percorso che ha seguito le diverse località di Bova, Lisarusa, Stavria, Casteddiu, Cavalli, con l'ausilio degli abitanti, parte attiva, partecipanti con ricordi, testimonianze e fotografie, affinché fosse la comunità a fermarsi e a raccontarsi andando verso una ricomposizione di opera nuova.
Fra questi Mimmo Cuppari, conoscitore dei luoghi.
Oltre cento piccole formelle sono state create dai laboratori didattici, un pannello collettivo che ha dato forma la potenzialità del racconto. Una ricomposizione per acquisire.
Mi trovo a piè pagina, accanto alle fotografie di tanti allievi, alle prese con formelle e colori, matite e pennelli, la frase mia" La conoscenza a volte intimidisce" come a voler significare che la ritrosia a non voler conoscere i nostri luoghi possa essere una forma di timidezza. Forse l'ho scritta per non avere amarezza di luoghi senza ricordi, di paesi e case, famiglie senza storia. Se sguardo non c'è vedere non si può, scrissi in altro momento. E qui, in conterraneo, esiste lo sguardo affettuoso di Antonio, un artista che pone lo scambio come costante in un abitare poetico. Artista di una arte che crea nel dialogo sia l' artista che la collettività. Con Heidegger riprendiamo il concetto di abitare poeticamente, dal testo di Silvia, e avviciniamoci umilmente all'essenza delle cose, per una trasmissione di conoscenze e memorie.
La pupazza Palma in foglie di ulivo intrecciate, sostenute da canne, ci ricorda che stiamo nel mito agreste di un tempo quando popolazioni preistoriche usavano evocare la “Madre Terra” (“Mana Ji” nel greco di Bova) con riti propiziatori delle messi e della fertilità. Il rito si ripete annualmente a Bova e ci ricorda il mito greco di Persephone e di sua madre Demetra, dee che presiedevano all'agricoltura. L'ostrakon, il video, raccoglie le fasi dell'individuazione dei siti, estrazione dell'argilla, filtraggio, decantazione, selezione, fino alle possibilità di lavorazione. Video e laboratori come Il pensiero Meridiano di F.Cassano:"La chiave sta nel ri-guardare i luoghi,/ Nel duplice senso di aver riguardo per loro/ e di tornare a riguardarli."
Dalla distanza da noi stessi di Massimo Celani mi piace qui riportare Carlo Sini "Il silenzio e la parola" una frase che mi sembra racchiuda un po' il senso anche del mio taglia e ricomponi fatto ora " Per essere mossi, emozionati, da un sorriso, o da un'idea, noi dobbiamo da un lato provenirne, essere nel pathos di quel sorriso, di quell'idea;e dall'altro dobbiamo porci in cammino verso di essi, porli come oggetti della nostra emozione. stiamo a distanza fra provenienza e destinazione"
Il libro fa parte della collana del Parco dei Greci in Calabria voluto dal GAL un nuovo solco per irrigare un terreno arido, dice il presidente Filippo Paino, nella prima pagina.
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