sabato 21 novembre 2015

La prima cosa che la lettura insegna è come stare soli

Da Jonathan Franzen. Leggo questo post di Pietro che abita a Terlizzi, di più non so, e sotto metto un mio pezzo su Parigi. Lui mi risponde così: Bello.Con i libri anch'io ci sono andato tantissime volte, se pensiamo che noi lettori viaggiamo essendo trasportati dai libri c'è da essere felici, anzi felicissimi, perché essi sono delle locomotive lentissime e bellissime che senz'altro ti conducono in posti stupendi.In questo periodo mi trovo a Zardino con Sebastiano Vassali, ma sono stato anche in Francia- per ritornare al tuo discorso- alla ricerca di Dora con Modiano, in una Parigi sotto assedio dei nazisti.

Io ignara ho risposto di aver scritto il pezzo su Dora Bruder
e lui mi risponde così: Ippolita Luzzo, dopo aver letto quel pezzo, ordinai il libro.
Una vera felicità per me e la responsabilità che sento sempre quando mi accingo a scrivere di qualcosa, che mi piaccia o no.
Se scrivo per i miei lettori, pochi o molti, sono una garanzia, instauro un rapporto di fiducia e la lettura diventa quel ponte dove sostare con  piacere  e guardare il fiume che passa.

1 commento:

  1. Che bello! È proprio vero che leggere è viaggiare e che la lettura ci insegna a stare da soli. Però che palle 'sta quarantena...

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