giovedì 22 ottobre 2015

La Testimonianza di Lorenzo Raffaini

"Amo troppo la vita per riuscire a viverla" In televisione 15 Dicembre 2013 Masterpiece: ore 23.28.
 Lorenzo ha scritto 'Amo troppo la vita per riuscire a viverla'. Legge un piccolo pezzo del suo libro che parla e racconta il dramma della droga. E dichiara: "Questa è la mia storia". Promosso a pieni voti da tutti e tre... poi continuo.
Io non ho mai visto Masterpiece, non vedo la televisione da oltre venti anni. Intanto Lorenzo va  dalla televisione alla carta stampata.
"Questo romanzo è opera della fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e
avvenimenti sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore o, se reali, sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale."
Così sta scritto nella pagina bianca dei Tascabili Bompiani prima edizione di aprile 2015 ma già Andrea De Carlo, scrittore che firma la prefazione del libro, sconfessa quella dicitura "Amo troppo la vita per riuscire a viverla è troppo vero per essere un romanzo, troppo ricco di implicazioni per essere una memoria personale. È una testimonianza diretta, bruciante, che in certe parti si può leggere come una confessione, in altre come un’avventura." E poi anche l'autore sconfessa e dedica la testimonianza "Ai miei figli, con l’augurio di essere felici e di non vivere mai le mie disavventure"
Quindi anche se qualcosa viene inventato per rendere più narrazione un continuo di fatti, sappiamo che questi sono gli avvenimenti accaduti a chi scrive, a Lorenzo cioè.
Lorenzo che ha deciso di raccontare spinto da una necessità interiore e ora può dire " Cercherò di vivere tutto con molta semplicità, di godere al meglio quello che ho. La mia speranza è un po’ come l’orizzonte: una linea lontana e vaga che non ti illude più di tanto ma che ti invoglia ad andare avanti, passo dopo passo"
Lorenzo che ora va nelle scuole a testimoniare quanto sia facile cadere nella trappola delle droghe, quanto siano facili i luoghi dove procurare o vendere droghe, come sia facile imparare tutti i meccanismi per non essere puniti... Una facilità pazzesca che ci preoccupa. Preoccupa anche lui, ora miracolato da una serie di incontri, da una serie di situazioni che lo hanno sollevato dall'inferno e lo hanno redento dalla droga e dai suoi meccanismi perversi. Una necessità che Lorenzo ha sentito e raccontato e che continuerà a raccontare agli studenti, nei luoghi dello sport, e perché no, negli istituti di rieducazione, nelle aule del parlamento italiano,  per  questo bel senso civico che gli fa onore. Così come gli fa onore quel confessare ad inizio del suo scrivere come in effetti non sia facile scrivere. 
"Scrivere un libro per uno come me, abbastanza ignorante
dell’italiano, ho studiato solo fino alla terza media, non è
stato certamente facile. Come in molte cose della vita, serve
costanza e buona volontà. Il mio non vuole essere un saperne
più degli altri, è un percorso interiore che ho vissuto,
una crescita che mi ha permesso di sbarazzarmi dei grossi
problemi in cui si era invischiata la mia vita. Una crescita
che spero continuerà, dato che l’entusiasmo e la fame di
apprendere aumentano con l’andare avanti degli anni, e almeno
fino a quando il cervello mi sosterrà avrò qualcosa da
imparare, perché anche da vecchi e da saggi si continua a
sbagliare. I miei errori sono stati gli insegnanti migliori, e
ora mi permettono di provare a commetterne il meno possibile,
o almeno a non ripeterli."

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