Maschere di
vetro e polvere (Falco Editore)
L’Amore Cattivo (Giraldi Editore)
L’ incipit
di L’Amore di cattivo di Francesca Mazzucato dialoga con Maschere di vetro e
polvere di Jesa Aroma.
Scriverò del
libro di Francesca in un altro post, per ora mi piace immaginarli così.
Da Francesca
“non una traccia di polvere, nessuna sbavatura, andrà bene, ripete, andrà
tutto benissimo.
L’amore
feroce, quello delle bestie selvagge.
Che
scortica, taglia, incide.
Quello
storto, che diventa crimine.
L’aveva
conosciuto troppo presto.
Le era
rimasto addosso come un’ustione.”
Vetro e
polvere. Maschere, dice Jesa Aroma, e con lei molti altri autori, siamo tutti maschere.
Opera prima
di questa autrice calabrese, il libro racconta una vicenda di riscatto e
liberazione da un amore cattivo.
La trama svolge
con temporalità consequenziale, forse troppo veloce
gli avvenimenti, così il ritmo, che ha
pagine molto musicali, segue la vicenda, scandendo i fatti.
Per l’autrice, come per noi lettori, il grande
amore per tutti i libri letti trasforma ogni nuovo racconto in un continuo atto
d’amore verso gli altri libri che hanno salvato i loro lettori.
Penso che
per Jesa sia stato Pirandello e le maschere che indossiamo, così lei scrive, facendo
domandare alla protagonista se diventerà folle anche lei “ Ogni realtà è un
inganno” Uno, nessuno e centomila.
“quindi
tutto quello che mi sembra vero non lo è, è solo un trucco. Ognuno di noi
indossa una maschera e noi non siamo altro che la maschera che indossiamo
giorno dopo giorno”
Maschere di
vetro e polvere, è uno stranissimo impasto. Mi sforzo di immaginare tale
maschera sul viso. Taglierebbe? La polvere appiccicata al vetro? Nel mio
visualizzare mi arrendo e guardo bella copertina inquietante e con risvolto
splendido viso e sorriso di Jesa a porgere un racconto di possibile salvezza.
Mentre
scrivo, nella calura di luglio, il mare azzurro sul tavolo del pc, il sole
squaglia Snoopy sulla sua cuccia,
e tutti i mostri dentro e fuori svaniscono.
e tutti i mostri dentro e fuori svaniscono.
Dalla
lettura di romanzi con vittime e carnefici, dalle letture ci rimane l’ultimo
scatto. Lo sfraghis, il segno della salvezza. Il segno che gli ebrei fecero
sulle porte per essere riconosciuti al
passare dell’angelo del Signore che passerà oltre, nella Pasqua di salvezza.
Rimane il
sollievo e la certezza che buoni libri servano sempre a liberare chi
prigioniero è o si sente dietro una maschera di vetro e polvere.
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