domenica 26 luglio 2015

Il cerchio di Dara- A Falerna marina

Si chiude così, come era iniziato lo scorso luglio ad altra presentazione,  l'incontro con Domenico Dara, nostro interessante autore di terra calabra, autore del libro "Breve trattato sulle coincidenze", libro finalista al premio Calvino 2013.
Siamo a Falerna marina, seduti di fronte al cielo blu notte dallo stesso colore leggermente più cupo del vestito di assessore alla cultura che ha patrocinato appuntamento letterario.
Aspettiamo Domenico e Rosy, sua moglie, che, con un programma ricco di incontri, fanno conoscere in tanti paesi un libro che parla di un loro paese " Girifalco", paese con a Nord il manicomio ed a sud il cimitero. Metafora di paesi e paesi al centro dell'ipotetico mondo che pur esiste, se si muove.
Alla maniera di...
Flaiano alla presentazione di Dara. Ennio Flaiano ha preso appunti sulle ginocchia di un Sud di cui scriver non si può. Non so se qualcuno di voi conosca le precise e pungenti pagine che Ennio ha riportato dagli spettacoli teatrali che lo vedevano protagonista nel pubblico e che furono raccolte nelLo Spettatore addormentato. Vi consiglio di leggere quel libro. Così come vi dirò che Damilano, giornalista,  mio angelo custode, nell'indicarmi la strada verso il dire vero, stavolta non mi soccorre.
 Difficilissimo parlare al Sud. Il Sud è niente. Nel film di Fabio Mollo infatti zitti stanno. Ed io capisco i microfoni, stasera, che zitti stanno, malgrado Ugo li accarezzi e li congiunga a casse enormi, inginocchiandosi, quasi. Nulla. Loro si rifiutano. Così diventa fatica far giungere a tutti, al numeroso ed attento pubblico, la voce dell'autore del Breve Trattato sulle coincidenze. 
A sud delle cose, scrive Pasqualino,  la parola è muta. Lui scrive "l'amore". Ed è quell'amore, inteso come forza vitale, come modo di essere, che, nel libro di Domenico Dara, ha cucito e rammendato i buchi nei calzini, non con la guglia bensì col filo della scrittura
Dara scandisce le parole, che a me giungono chiarissime, e ci regala uno scoop, per noi della Litweb: il titolo provvisorio del suo romanzo in itinere "Dalla pietà celeste"
Nell'enumerare i sette personaggi che passeggiano nel libro in fieri, Domenico Dara ci dice che sono accomunati dalla mancanza, dalla perdita, come se ci fosse stata una frattura, quasi lo sbalanco di Girifalco che divide i due alberi di ulivo. Mancano infatti i personaggi di un padre, di una mamma, di figli. Mancano nella perdita e sembra tutto fermo fino a che  arriva il circo che cambierà con un giro di giostra destini e  donerà  illusione ai protagonisti  di esser saliti davvero su quella ruota.
Domenico Dara ringrazia Savina, libraia che ama i libri come Carmelo Calì e Cristina Di Canio, e risponde alle  domande di Ugo Floro.
"Il successo del libro può nuocere alla creatività dello scrittore?"
"Il postino è  un mediatore sociale?"
Dara risponde che la scrittura è un balsamo che cura vuoti, dopo la frattura avvenuta. Che suo personaggio, il postino, guarda il mondo come il protagonista del film citato, "La finestra sul cortile", e che la scrittura è per postino,  come per lui, un modo di essere al mondo.
Floro intanto dipinge atto del postino con un aggettivo " delicato"  un modo di fare con  delicatezza, dunque. Siamo alla fine.
Il nuovo libro già partecipa con noi, già tra noi, con la preghiera all'angelo che è il nostro custode, a cui siamo affidati dalla pietà celeste. I sette personaggi, come gli arcangeli, si guardano dietro per assicurarsi quale sia il motivo per cui sono venuti qui, nel mondo.
Con i pensieri del filosofo teutonico sul cavallo e sul nostro ciuccio, con l'occhio mitologico di  Lete, messaggera di Oblio e dimenticanza , di  Tiresia e di Lachesi, credo che io, da spettatrice, ieri sera abbia chiuso il cerchio. 
Da luglio a luglio.
Dalla prima presentazione a cui ho assistito all'ultima di ieri sera.
Aspettiamo "Dalla pietà celeste" l'angelo custode. 
Un abbraccio ai libri che nascono e vivono al di là delle tastiere sociali

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