Una Piccola
felicità in due
Costanza
Falvo D'Urso aveva già presentato il
libro con le parole: “Una ventata
di positività, di sentimenti buoni e universali, come l’amore, l’amicizia, la
rinuncia, il sacrificio, la carità, la solidarietà, la speranza, la delusione,
la fede, il credo religioso e quello familiare.”
Il credo.
Credere, fermiamoci e iniziamo da questo verbo oggi: Credere.
Credere
possibile la comunicazione tra noi, quella comunicazione di sentimenti, non
solo merce di scambio.
Siamo qui,
stasera, perché crediamo possibile parlare di un libro per il semplice piacere che il libro ci ha dato, il piacere di credere che
esista amicizia e sincerità.
Nata così
questa serata, dal piacere, come scrisse
la Mansfield, di poter parlare insieme di un libro lieve e garbato, un garbo
antico delle piccole cose che fanno felicità.
Eravamo io e
Giovanna Villella in libreria una sera di mesi fa, ad una noiosissima e supponente
dissertazione su un libro non vero, in un momento di grande
disagio, ad una presentazione impolverata di letteratura da correggere con
doppia matita blu. L’autore pensava
di essere il re dei romanzieri e gli amici a codazzo gli ripetevano quanto
fossero onorati in presenza di Manzoni
redivivo.
Io e Giovanna ci siamo guardate interdette e lei, proprio per allontanarsi da quella melassa, mi confida:- Sai, sto leggendo un libro molto carino, "Una piccola felicità", lo hai letto?-
Io e Giovanna ci siamo guardate interdette e lei, proprio per allontanarsi da quella melassa, mi confida:- Sai, sto leggendo un libro molto carino, "Una piccola felicità", lo hai letto?-
- Certo che sì- rispondo felice- letto e scritto su uno dei miei pezzi corti, veramente novelle garbate, una lettura piacevole-
E mentre
sorridiamo felici di nostra sintonia abbiamo già scordato il romanziere della
polvere grigia…
Dopo qualche
tempo ho raccontato episodio a Costanza e siamo qui in due
perché come ho letto da Katherine Mansfield:- "Il piacere di tutta la lettura è raddoppiato quando si vive
con un'altra persona che divide gli stessi libri." Quando si è amici di un'altra
persona è felicità se si può parlare con lui o con lei del libro letto… vero? Il libro come relazione
con l’altro è.
Uno dei
libri di Katherine ha per titolo: “ Felicità” Edizione il Saggiatore.
Dico
l’edizione perché poi è compito delle
case editrici amare quella felicità e donarla, come ha fatto Calabria edizioni,
di Anna Maria Persico, a dar vestito e Carlo Carlei a far il progetto grafico.
La tipografia, scrive Alberto Manguel, ed io riprendo dall'inserto culturale del Sole 24 Ore di domenica, è per la letteratura ciò che la performance musicale è per la composizione: un atto essenziale di interpretazione, pieno di infinite opportunità per una resa geniale o irrimediabilmente ottusa.
Felicità,
appunto. In questi giorni esce un libro di una scrittrice, mia amica, Francesca
Marzia Esposito, che ha per titolo:- La
Forma minima della felicità- di cui mi riprometto di parlare in un altro luogo e nell'augurare a lei e a tutti noi felicità
Diciamo che,
per noi, ora felicità è poter parlar di Giovanna Adamo Caparello e del suo
libro
Un libro
fatta da tante lettere. “Due Fratelli”: Una lettera mandata da un soldato, in Russia, alla
sua mamma.
Lettera suggerita dall'altro fratello, più piccolo, morto e di cui il soldato non sa. Nessuno dei due figli riabbraccerà la mamma ma la lettera lenirà il dolore, quando lei si accorge che il figlio aveva scritto due giorni dopo della sua implorazione sulla tomba dell'altro.
Lettera suggerita dall'altro fratello, più piccolo, morto e di cui il soldato non sa. Nessuno dei due figli riabbraccerà la mamma ma la lettera lenirà il dolore, quando lei si accorge che il figlio aveva scritto due giorni dopo della sua implorazione sulla tomba dell'altro.
“Risposarsi”:
Bigliettini protagonisti. Tutti con lo stesso nome. Con il nome della persona
amata e morta, presente ora nel formarsi di una nuova famiglia, negli affetti. Delicatissimo il racconto di un marito che rispetta il passato e l'amore che sua moglie ha avuto per un altro uomo morto.
“L’ospite
inatteso”: Mio marito emigrò e inutili furono tutte le mie insistenti lettere…
Lettere
“Il
corteggiatore”: tutte le lettere che amiche scrivono ad una altra per fingere
esistenza di un corteggiatore. Lettere che invaderanno la vita della protagonista e quasi rovinando la realtà. La finzione che arriva per lettera. La cattiveria irresponsabile
Lettere che
inverano invece…
Tutte le
lettere che Giovanna Adamo Caparello, calandosi nella storia di ognuno e rivivendone i personaggi, avrà scritto nella sua vita, visto che si
rivolgevano a lei moltissimi analfabeti, mamme, figli, fidanzati e parenti
per mandare notizie ai loro cari in Australia, in America.
E L’America
è lontana… In Argentina, dove sparivano i mariti, gli uomini andavano si
rifacevano altre famiglie poi tornavano malati, per essere accuditi… da “L’Ospite
Inatteso” un'altra sua novella.
Senza
acredine, lo dice, con affetto, quasi, con comprensione, con quello
equilibrio della saggezza verso la
condizione umana.
Equilibrio
che dà felicità. Piccole cose. Conoscenza del limite. Infatti Giovanna finirà sua
attività di collaborazione con Rizzoli nel momento più bello.
Lei, in ogni novella, ha ripetuto come un mantra, che sentimenti ostili possano trasformarsi in
benevolenza ed affetto se sappiamo e siamo pronti ad accettare quello che
l’altro ci dà, nella “ La seconda madre”
Come si
possa ritrovare una persona creduta scomparsa “ La casa tra i monti"
Come si
possa sempre ricevere un regalo inaspettato " Una sorpresa"
e poi nella novella che dà il titolo alla raccolta " Una piccola felicità" Anche qui una lettera in cui si comunica che l'uomo è disperso in guerra, viene trascritta, alla maniera del postino di Domenico Dara, dalla moglie alla mamma moribonda del marito per confortarla e "ripagarla di tutte le sventure della vita"
E come il postino del libro " Breve trattato sulle coincidenze" anche Giovanna Adamo Caparello, cinquanta anni prima, fa aprire dalla protagonista del racconto lettera con la ceralacca chiusa, riscrivere lettera, nella coincidenza felice di incontro fra scriventi.
E come il postino del libro " Breve trattato sulle coincidenze" anche Giovanna Adamo Caparello, cinquanta anni prima, fa aprire dalla protagonista del racconto lettera con la ceralacca chiusa, riscrivere lettera, nella coincidenza felice di incontro fra scriventi.
“ Quando siete felici, fateci caso” In questo volume che sono i nove discorsi Kurt Vonnegut fra il 1978 e il 2004, Uno dei suoi pensieri: «Mark Twain, alla fine di una vita di profondo valore,
per la quale non aveva mai ricevuto un premio Nobel, si chiese per quale scopo
vivevamo tutti quanti. Tirò fuori cinque parole che lo soddisfacevano.
Soddisfano anche me. E dovrebbero soddisfare voi. “La stima dei nostri
vicini”». E questa era sicuramente quello che soddisfaceva anche Giovanna Adamo Caparello
Vado a
memoria scrivendo e sorridendo di noi, umani, che più i tempi sono complessi
maggiore è il compito che diamo alle parole per lenire il disagio.
Cara
Costanza, ho sempre i tuoi consigli in testa…
E mentre vedo l'autrice con in mano foglio e penna, busta e francobollo, scrivere il mittente, credo che Giovanna abbia dato istruzioni leggeri come
Così come
“Una piccola felicità” anche Armando
Massarenti narra di Epicuro, della sua vita morigerata e del suo
“quadruplice principio”: “Non aver paura degli dei, non temere la morte, il
bene è facile da acquisire, il male è facile da sopportare”; dello stoico
Epitteto che si esercitava ad ignorare ciò che non era in suo potere; di Boezio
che si consolava con la filosofia pensando che niente può esser triste se non
lo consideriamo tale; di Zenone di Cizio che cercava in tutti i modi di evitare
il dolore; tutto per cercare di essere felici, o quantomeno di avvicinarsi a
quella che credevano essere la felicità, in pratica la serenità d’animo,
l’assenza di turbamenti, ingredienti utili al cammino verso la felicità, come
il giusto equilibrio tra ragione e passioni, le virtù, l’amicizia. Il tutto
condito con psicologia, neuroscienze, teoria dei giochi e una certa leggerezza che non guasta. Infondo il sorriso fa parte
della felicità.
Come nelle
novelle che abbiamo qui
come in un altro libro che vi ho portato e mi sembra molto simile
“Il sale della
vita” compagno di una piccola felicità
Il sale
della vita di Francoise Hèritier
La felicità
è un concetto astratto e soggettivo, ha a che fare con l'appagamento di tutto
ciò che desideri, ma, ecco, se tu scegli di limitare il tuo desiderio a
qualcosa che puoi gestire, controllare, che sei in grado di affrontare, allora puoi
sentirti felice anche chiusa in casa, piazzata davanti a un canale monotematico
di televendite, senza audio, e tu lì fissa a farti di onde alfa davanti alla
luce bluastra della tv.
Ritornando a
Costanza, credere che certe lettere e letture in realtà danneggino quanto le cattive azioni e le bugie ed altre invece illuminino un vivere fatto di affetti è separare le maldicenze, lo stupidario quotidiano, la cortigiana adulazione e credere in quello che Costanza scrive nella sua prefazione al libro: la stima data a chi la merita.
Dimenticai Seneca... De Tranquillitate animi. La Prossima volta.
Dimenticai Seneca... De Tranquillitate animi. La Prossima volta.
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