domenica 12 aprile 2015

14 settembre 1977-Malik Bendjelloul

 Sugar Man
Io cerco il regista, lo cerco nel momento che so. 
Appena Fabrizio Basciano finisce di  raccontare la storia di questo documentario, premiato con l'Oscar nel 2013 e insieme la storia del regista che  termina la sua vita nel maggio del 2013, a trentasei anni, ho seguito il film in stato ipnotico.
Sulle gambe la petizione che da Natasa avevo appena firmato, il diritto a scegliere la nostra uscita dalla vita, e la lettera di Mina Welby, che era stata letta da Giovanni Muraca, la volta precedente,  alla proiezione di Mare Dentro. 
Con me " L'uomo che  visse due volte" a cura di Marco Denti
e il film, la musica, le immagini, il Sud Africa, Detroit, e lui
che filmava con il suo Iphone le ultime scene del suo documentario.
Una bellissima storia.
"La storia di Sixto Rodriguez sembra l'incipit di Nessuno Al Mio Fianco di Nadine Gordimer" scrittrice da me amatissima.
" E quello chi era? C'è sempre qualcuno che nessuno ricorda. Chi poteva essere?... Ma se venisse qualcuno e riconoscesse la persona che nessuno ricorda, subito si svilupperebbe un'altra lettura della fotografia." 
La prima volta che Malik conosce la storia è il 2006 e facendo il film ha imparato che è possibile vivere la vita alle proprie condizioni. Anche filmando con un'applicazione da un dollaro sull'iPhone la scena del bar.
La stessa frase più o meno che ho scritto io oggi.
"Ognuno trova un modo consono al suo sentire per stare su questa terra"
La storia di un uomo che vive  due volte, la favola bella. 
Canto e applaudo" Restituirai i colori ai miei sogni" 
Canto e applaudo a Rodriguez che dal palco alle  cinquemila persone " Grazie per avermi tenuto in vita"  ringrazia.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto, sembra che dica lui che fu derubato, mentre Malik che, a trentasei anni stringe in pugno Oscar, ha avuto quel successo che gli avrà rubato tutto.
E con il film in testa rimango a pensare che la più bella favola rimane il racconto. 




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