La Forma minima di felicità o una forma minima?
Mi sono
innamorata, da subito, della copertina di questo libro, o per meglio dire, di lei
che mi fissa, di quel viso di bimba severo e scrutante, attento.
Ho capito solo ora perché. Lei mi fissa e mi
copia. Copia lo sguardo dei miei quattro anni.
Mi sono
innamorata del libro già alle prime immagini.
Io leggo visualizzando finestre,
strade, palazzi e vi abito per tutto il tempo, non avendo altro luogo da
abitare.
Ho così
traslocato dalla mia casa a schiera, in cooperativa, in un palazzo condominiale,
quello abitato da Luce, la voce narrante del libro.
Tutto un euro, il negozietto
della cinese è diventato il mio negozio e ho aperto Canale 32, un canale senza tempo, che
vende il 15, un anello con la doppia fascia in argento.
Seguo
ipnotizzata i numeri del condominio
umano di Luce Martini, la voce narrante.
Il 51 l’appartamento
sfitto
“Chi ci
abita al 32? Mistero. Otto, una volta abitavo su, una volta abitavamo al 51.
Vivo qui da sempre e non ho ancora memorizzato il nome della signora del 30.
Chi sono i vicini? Le facce dei vicini a chi corrispondono, chi c’è dietro una
faccia?”
Contiamo e
corriamo e seguo la corsa della ragazza che Luce vede dalla finestra.
Tenta anche lei ed esce di casa ma
Tenta anche lei ed esce di casa ma
“Ventisette,
ventotto, ventinove, trenta, trentuno, trentacinque, trentasei, trentasette, cinquantatré,
disequilibrio.” Attacco di panico
LE VIE DEL SIGNORE DEL SIGNORE SONO IN COSTRUZIONE. D’IO
I post-it
appiccicati nella bacheca giù, il cartello di affittasi, i messaggi incollati
sul calendario, la colla Attack e lei, Bambina, la bimba, figlia di Yuri,
fratello di Luce, fissa.
Bisogna attaccarle subito le cose, altrimenti scivolano.
Il piano inclinato dove scivolano i giorni
OGNUNO HA IL SUO DESTINO. CHIUNQUE SE NE FOSSE
RITROVATI DUE, E’PREGATO DI LASCIARNE UNO IN PORTINERIA , GRAZIE D’IO
E poi ” Vorrei
sapere tutto di te. V.
Pure io, a
chi possiamo chiedere? A.”
Potrei
continuare a scrivere delle telefonate che Luce fa con la mamma, dialoghi
interrotti, scivolano anch'essi sul piano sincopatico della ripetizione, del non detto, dell’abitudine.
Potrei “
leggere attentamente le distruzioni. D’Io”
“Si prega di
non parlare a sproposito Si prega di non parlare a proposito Si prega Si prega
anche se non si crede Si prega per disperazione Si prega con dubbio Si prega in
mancanza di Dio Si prega di far comparire un sostituto Si prega che sia
convincente.”
Ho adorato
ogni cosa di questo libro, scritto come io vorrei saper fare e non so, e, ferma
alla preghiera di non parlare a sproposito, ringrazio l’autrice della fiducia
nella mia unica abilità posseduta, il dono della sintesi, augurando al suo
libro lettori innamorati come lo sono io.
fisso uguale?
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