CESARE PERRI
- Storie di fiumi e di abbandoni.
Leggiamo due poesie di Cesare Perri: Lettera ad un paziente
["Un passero tremante dentro il mio pugno d'uomo."]
Caro,
che espandi emozioni
come le radici di un albero
in un terreno arido
e incardini
nel tuo mondo sotterraneo
pietre parole;
caro,
che ti aggiri
[svolazzi]
tra i lampioni ciechi
di una corsia di ospedale
o tra le panchine annoiate
di una casa famiglia senza amore,
che non richiedi cure
e non ti lamenti dell’incuria,
come puoi sperare
in una stagione migliore
tra così ordinate assenze?
Ogni tanto un passero cerca la quiete nel limaccio di un torrente. Non sempre bastano le briciole e tanto meno parole: le chiacchiere del mondo sono echi lontani di amori perduti o semplicemente silenzi.
Per
timore della luce
Di Cesare
Perri
Spegnersi
per non crescere,
accecarsi per non vedere.
Scavare nel passato
per non rischiare il futuro.
Non avvicinarsi
per paura dell’intimità.
Inventarsi nemici
per non accettare la propria fragilità.
Abbandonare gli altri
per paura di essere abbandonato.
Schiacciare l’avversario,
il dissidente, il diverso,
il paria, il disabile,
per offuscare,
rimuovere
le proprie disabilità,
le proprie diversità,
i propri conflitti,
la precarietà del proprio potere,
disperatamente cercando il tepore
di essere e di stare nel mondo,
nell’unico modo in cui esso
non sarà mai trovato:
da soli.
Restare infanti
per timore della luce!
accecarsi per non vedere.
Scavare nel passato
per non rischiare il futuro.
Non avvicinarsi
per paura dell’intimità.
Inventarsi nemici
per non accettare la propria fragilità.
Abbandonare gli altri
per paura di essere abbandonato.
Schiacciare l’avversario,
il dissidente, il diverso,
il paria, il disabile,
per offuscare,
rimuovere
le proprie disabilità,
le proprie diversità,
i propri conflitti,
la precarietà del proprio potere,
disperatamente cercando il tepore
di essere e di stare nel mondo,
nell’unico modo in cui esso
non sarà mai trovato:
da soli.
Restare infanti
per timore della luce!
Cesare Perri
UNA MENTE SPECIALE
Scelgo due
poesie per presentare lui a me, dopo sua lezione Uniter appena conclusa.
Ho letto nei
giorni passati "Atomi e molecole della vita"
Gli atomi i
mattoni delle molecole… quello che sta fermo e ciò che si muove, molecole
Gli atomi
non evolvono, le molecole della vita sì.
Il movimento
che vita è
Di tutti.
Contenitori
di altrui momenti siamo, stasera di più, torno a casa con “Io mi prenderò cura
di te, ed “io ti curo” detto dal medico,
e le moltissime, le troppe volte che noi abbiamo detto ad un altro “Io ti
salverò” Che non è precisamente la stessa cosa ma quasi.
Tornare a
casa con le note della Cura Di Battiato, del Piccolo Principe di Antoine de
Saint-Exupéry, tornare a casa e
scrivere che corale è il vivere se si accetta l’invasione.
Invadere con i pensieri sempre guerra è, ma diversa della psichiatria tradizionale che opera
con farmaci per addormentare coscienze e sopprimere slanci.
Tornare a casa con un frullio, un vorticare concettuale di allontanare e avvicinare, di velocità e...
gira il mondo gira negli spazi senza fine della poesia, del genio creativo,
delle mille voci dentro ognuno di noi, nel criceto del mio amico che non si
ferma un attimo.
Mentre io continuo a pensare se mai davvero ci possiamo prendere cura uno
dell’altro nello spazio tra noi, chiedo, all’alba di un nuovo umanesimo, le
parole per far finta di essere sani
Da Gaber
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