Alessandro
editori srl- La Provincia di Cosenza
Derrida:
non c’è filosofia senza
amicizia e l’amicizia è sempre una pratica di denudamento delle pretese di
verità. Perché cadano le maschere degli altri occorre riuscire a fare a meno
della propria.
“ A chi gli
chiese una valutazione del pensiero debole Derrida rispose che era totalmente d’accordo,
alla condizione che per debolezza si intendesse “un certo modo di essere
disarmati nel rapporto con l’altro”. Ma deve essere – precisava – “un momento
di disarmo assoluto”, senza condizione. Riconoscere che è l’evento che ci rende
“inermi” voleva dire per Derrida dotarsi dell’unica arma veramente efficace. Un
“disarmo” che è percepibile ovunque nella sua scrittura (una scrittura che, a
mio parere, non siamo ancora riusciti ad attraversare), per esempio nell’uso
ricorrente ed essenziale della parola –forse-“ da Pier Aldo Rovatti ai dieci
anni della scomparsa di Derrida.
“Nel segno
di una allegria e sotto gli auspici di una birra artigianale è nata ieri la
Alessandro editori srl
Il nome dato
alla società rappresenta un tributo al nostro amico Alessandro Bozzo con il
quale avremmo tanto voluto condividere il peso e la gloria di questa avventura.
Con lui e non con altri.” Così scrive Marco Cribari all’indomani della
costituzione di una società che dà vita al giornale, presentato ieri sera nel
suo numero zero, al Teatro Morelli di Cosenza
.
.
La Provincia
di Cosenza nasce fra amici che, da Seneca
nel libro primo, lettera tre, si dicono sull’amicizia “ Se hai usato quel
vocabolo specifico con un significato generico e hai chiamato amico quel tale,
come noi chiamiamo “onorevoli” i candidati alle cariche pubbliche, o come
salutiamo con la parola “signori” le persone che incontriamo, se non ci viene
in mente il nome, passi pure. Ma se stimi amico uno, e poi non hai in lui la
stessa fiducia che hai in te stesso, commetti un grave errore e ignori il
valore della vera amicizia. Prendi ogni decisione d’accordo con l’amico, ma
prima sii ben sicuro di lui.”
Questa
sicurezza di essere fra amici, fra persone perbene, di potersi fidare uno degli
altri, di essere un gruppo onorevole nel senso ottimo della parola, questa
sicurezza si irradia dalle parole di Francesco Graziadio, sul palco, a noi in
platea, donandoci il brivido della folle avventura e la tranquillità della
condivisione in una storia onesta.
Giornalisti
non può voler dire essere la voce del padrone, di colui che paga per sporcare
un altro, non può esser sempre penna e microfono, tasto e twitter di infamie
inventate, giornalisti è pur sempre una professione. Un lavoro.
Da inermi,
solo nella condizione di una tribale e familistica situazione di scambi favoristici,
da inermi nel gioco economico, da inermi nel luogo oscuro della faida, da forti
nel terreno della allontanamento.
Allontanarsi
si può, dico io da anni, inventare si può.
Stringersi
accanto a chi noi stimiamo, fare un percorso con persone che credono possibile
vivere da uomini e non da servi.
Questa
direttamente da Alessandro Bozzo che mi sorride come amico ogni mattina.
Auguri Carissimi
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