La plebaglia indistinta e plaudente
Venne Sgarbi qualche anno fa al teatro Grandinetti e davanti una platea rigonfia e ricolma di plaudenti esordì con un- Sono venuto perchè Tizio mi ha dato una bella somma, se Caio mi avesse offerto di più avrei optato per lui- Continuò infarcendo il suo eloquio di tre parolacce ogni concetto di senso compiuto che conteneva offese e calunnie contro i giudici, la magistratura tutta e il meridione. Nessuno si ribellava, tranne me che mi rigiravo insofferente e dopo dieci minuti, avendone abbastanza, decido di andarmene, guardata in modo incuriosita dal mio vicino. Ma come? Abbandonavo uno dei posti più comodi, quasi in prima fila? E perché non andavo io a dire che stava dicendo solo sconcezze? Mi chiese lui.
Io non me lo potevo permettere, non mi posso permettere di gridare al vento che non possono trattarci da perfetti burattini, visto che la plebe restò seduta al posto, applaudì le offese e- tanto per fare qualcosa- così dicono, trascorse una bella serata.
Mi dicono che sia stato uguale da Gian Antonio Stella, qualche sera fa, certo con un giornalista più educato, ma sempre sferzante e giudicante.
Nessuno si è alzato, perchè nessuno si alza e va via da nessuna parte, dalla parte dove bisogna stare.
Vado sempre a teatro da sola, se non mi piace lo spettacolo vado via e una sera davanti ad una vera stupidaggine in scena borbotto- Alla fine del primo tempo vado via-
Il mio vicino accompagnato da legittima consorte mi fa- Come la invidio! vorrei fare anche io come lei, ma mia moglie me lo impedirebbe-
Quindi dissentire non si può, su opere teatrali inconcludenti e noiose, su offese e minacce, su cazzate autentiche spacciate per musical.
Il popolo plaudente segue immobile e fermo, anche se non capisce una parola, e Debord, irritato, scappò via, quando vide che anche il situazionismo veniva seguito da chi lui chiamava La plebaglia indistinta- Pro situ.
La plebaglia indistinta che avalla dittature ed esegue sterminii- Tanto per ubbidire al capo- perché tutto fa brodo, mi disse una signora dell'intellighenzia locale. Una vera schifezza.
Ippolita Luzzo
Venne Sgarbi qualche anno fa al teatro Grandinetti e davanti una platea rigonfia e ricolma di plaudenti esordì con un- Sono venuto perchè Tizio mi ha dato una bella somma, se Caio mi avesse offerto di più avrei optato per lui- Continuò infarcendo il suo eloquio di tre parolacce ogni concetto di senso compiuto che conteneva offese e calunnie contro i giudici, la magistratura tutta e il meridione. Nessuno si ribellava, tranne me che mi rigiravo insofferente e dopo dieci minuti, avendone abbastanza, decido di andarmene, guardata in modo incuriosita dal mio vicino. Ma come? Abbandonavo uno dei posti più comodi, quasi in prima fila? E perché non andavo io a dire che stava dicendo solo sconcezze? Mi chiese lui.
Io non me lo potevo permettere, non mi posso permettere di gridare al vento che non possono trattarci da perfetti burattini, visto che la plebe restò seduta al posto, applaudì le offese e- tanto per fare qualcosa- così dicono, trascorse una bella serata.
Mi dicono che sia stato uguale da Gian Antonio Stella, qualche sera fa, certo con un giornalista più educato, ma sempre sferzante e giudicante.
Nessuno si è alzato, perchè nessuno si alza e va via da nessuna parte, dalla parte dove bisogna stare.
Vado sempre a teatro da sola, se non mi piace lo spettacolo vado via e una sera davanti ad una vera stupidaggine in scena borbotto- Alla fine del primo tempo vado via-
Il mio vicino accompagnato da legittima consorte mi fa- Come la invidio! vorrei fare anche io come lei, ma mia moglie me lo impedirebbe-
Quindi dissentire non si può, su opere teatrali inconcludenti e noiose, su offese e minacce, su cazzate autentiche spacciate per musical.
Il popolo plaudente segue immobile e fermo, anche se non capisce una parola, e Debord, irritato, scappò via, quando vide che anche il situazionismo veniva seguito da chi lui chiamava La plebaglia indistinta- Pro situ.
La plebaglia indistinta che avalla dittature ed esegue sterminii- Tanto per ubbidire al capo- perché tutto fa brodo, mi disse una signora dell'intellighenzia locale. Una vera schifezza.
Ippolita Luzzo
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