mercoledì 16 aprile 2014

Fausta Genziane Le Piane- dal Web a noi- Incontri con Medusa




Dalla foresta pietrificata di impossibili incontri reali ora noi ci incontriamo sul web. Per necessità e ragione Leucippo V secolo A.C.
Ci incontriamo su facebook io e te. Io posto una fotografia di poetessa mia amica, tu probabilmente con un contatto incrociato la commenti e scopriamo via via che Pina Majone Mauro, autrice di “Frontiera” cinquanta canzoni alla Calabria, è anche amica tua.
Ci leggiamo, Fausta, io e te, tu leggerai il mio blog,” Ippolita la regina della Litweb”, post sgrammaticati, imperfetti, scritti d’impulso, per voglia di comunicare.
Io leggo te, la tua rivista “Kenavò” bimestrale che dirigi con passione.
Oggi mi arriva il tuo libro e leggo te. “Incontri con Medusa”
Me lo porto dietro all’Uniter,  dove una brava professoressa ci parlerà degli impressionisti, di Monet, di Degas, di Toulouse Lautrec
I rifiutati dell’accademia delle arti francese.
Così ascolto che loro usavano colori puri, non mescolati prima, li avvicinavano sulla tela e… arancione nasceva.
Impressione di un attimo è tutto un attimo.
Guardo i tuoi collage. Mi piacciono moltissimo, li adoro e ripenso a quando un sedicente critico, dopo aver mandato miei post, mi domandò:- Ma tu che fai, sinotti?-
Risposi:- Veramente faccio collage.-
 Assemblo infatti, canzoni, titoli, letteratura e filosofia, disordinatamente, come loro appaiono alla mattina nella mia testa. Un galleggiamento, che io compongo, per dire il mio personalissimo stupore di esserci ancora.
Pezzi, chiamavo e chiamo i miei post, frammenti, post-it, mi dice una amica recente. Come i tuoi deliziosi strappi, composti e ricomposti, “li strappo e li rimetto a posto, anzi no, io li assemblerei sempre a dir la verità nella stessa identica forma da dove siam partiti.”
 Cara Fausta, io strappai e buttai tutto, fogli, quaderni, diari, agende, e a chi mi aveva chiesto di non farlo risposi:- Tanto posso riscriverli uguali, tali e quali!-  
I tuoi collage: Dov’è l’estro del mio vivere?  bevi con me la vita
I tuoi collage: Le tue parole urtano il muro del mio bisogno di te
I tuoi collage: Energia al femminile. Cara Audrey Hepburn,  così ci dici a me e a Fausta che insieme ti amiamo. 
” Sono i dettagli che fanno la differenza. Non conta chi dice di volerti bene, conta chi te lo dimostra”
Abbiamo entrambe fiducia nel rapporto biunivoco, per chiudere il cerchio magico intorno a noi. Raccontavo sempre questa fiaba di Susanna Tamaro a mio figlio.
“Fausta del caffè
Fausta dei bar
Appartieni alla città”
Ti seguo lasciandomi guidare per decifrare il messaggio che è il nostro comunicare, sono parole tue, potrebbero essere mie. Perché noi siamo gli altri.
Tu scrivi “per liberare il cuore dal ghiaccio che l’avvolge”
Io non lo so più perché scrivo… per digerire, dissi nella mia "Io Pubblicherò postuma", che ti manderò, ora ho digerito e scrivo per il piacere di incontrarmi con persone fantastiche come te, con la tua poesia,con la tua arte, per incontrarmi su una srealtà, la chiamo io, che mi dia il senso dell’esistere, che mi permetta un dialogo mentale di rimandi e di assonanze, di  consonanze e di empatia, un dialogo anche con Patrick Blandin che ti racconta e ti racconta, “seduti a quel caffè io non pensavo a te, guardavo il mondo che girava intorno a me, poi d’improvviso lei sorrise” ad un caffè che prenderemo.

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