Piazza
grande 21 febbraio 2012
Santi che
pagano il mio pranzo non ce n’è sulle panchine in piazza grande
ma quando ho fame di mercanti come me qui non
ce n’è
Dormo
sull'erba e ho molti amici intorno a me
gli
innamorati in piazza grande
Una famiglia
vera e propria non ce l’ho
E la mia
casa è piazza grande
A modo mio
quel che sono l’ho voluto io
Ma se la
vita non ha sogni io li ho e te li do
Lucio Dalla
- Rosalino Cellamare 1972
Conoscevano
già il futuro
Conoscevano
già l’anno che verrà
Futura
La rete?
Più canto
nella mia testa questa canzone più capisco la piazza grande del nostro sito… Neteditor
Più di
mille addirittura 1111
Millecento
undici tutti in piazza una piazza grande grandissima
Mi prende un
leggero stordimento, una leggera euforia, una rappresentazione immaginativa di
un quarto stato, quinto, sesto, di
Pellizza da Volpedo
Mi prende
così una ubriacatura astemia, pericolosa, di commenti fatti, ricevuti, rifatti
Domande e
risposte su una piazza immensa, senza avere nemmeno la claustrofobia dello
spazio, della folla accalcante.
Questa
piazza è bellissima, permette pensieri, letture, parole, permette messaggi,
permette uno dialogo con altri
Questa
piazza ha un solo difetto è
effimera come tutte le cose umane, costruita sulla sabbia di una rete che basta un soffio di vento e spariscono
contatti mail racconti connessioni
importanti
Guardi
smarrita quel bianco oramai e non ti fai una ragione di- libero mail-oggi non
disponibile
Di lui che
ti dice –non so proprio come risponderti, su quale mail, ne ho tentate tante-
Ma tu non
sai ovviamente nemmeno chi è questo lui che ti scrive e lui non sa nemmeno chi
è questa lei che gli scrive, sappiamo
però che scriviamo e scriviamo per l’unico amore che abbiamo ancora, un amore profondo inesausto, un amore felice
per la letteratura
Continuiamo
convinti di stare in un gioco, di essere ancora protagonisti sulla piazza
grande del nostro mondo, creato e
costruito sui tanti murales, sui tanti proclami, sul poster immenso attaccato
ad un muro
Piazza
grande 1972
Santi che
pagano il mio pranzo non ce n’è
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