Culturannoiando si può
Cultura uguale noia
Molto bene molto bene.
Se è questo il manifesto dei nuovi futuristi del millennio appena
iniziato
Se non passarono invano Balla
e Marinetti
Se stiamo con Breton e i suoi
collage, se abbiamo letto Barthes e i suoi frammenti
Come possiamo ora annoiarci
all’alba del nuovo che avanza?
Una fatica pazzesca.
Eppure ce la mettono tutta,
tutto il sapere, l’impegno, gli studi e a volte finanze, tempo e danaro,
gli organizzatori, le associazioni, il comune, per darci il frutto del loro lavoro.
Una cultura deve essere
fatta, così dicono nel manifesto, da tanti invitati che relazioneranno, dal
politico o vescovo benedicente, dal critico premiato e onnisciente, da un
pubblico plaudente e connivente.
Molto bene molto bene.
Spettacoli musicali,
teatrali, artistici si susseguono, presentazioni su presentazioni dell’ennesimo
libro, uguale preciso a quello di ieri, giornalisti solerti poi su carta
stampata riportano il garbo, il calore e l’accoglienza degli spettatori in
sala.
Molto bene molto bene se non fosse che,
appena il teatro, la sala, il cortile sfolla, già si odono rumori di fondo
sulla noia profonda di essere stati puniti ancora una volta.
Molto bene. L’ingenuità di
credere che cultura sia leggerezza e colore, brevità e rapimento, stupore e
sorriso, l’ingenuità è un peccato.
Scontiamolo dunque con tre
Gloria al Padre, cinque Pater Noster, e sorbiamoci il luogo cultura del genio
dei tempi.
Senza obiettare. Noi,
spettatori, siamo nessuno. Noi siamo
soltanto delle sedie occupate che servono tanto alla scenografia.
Ci sostituiranno nel tempo
con manichini, con droni telecomandati.
Veramente lo hanno già fatto…
culturalmente.
Molto bello, Ippolita. Concordo con la tua provocazione che deriva da una lettura molto attenta e illuminata della condizione della "cultura" oggi.
RispondiEliminaDaniele.
La colpa è solo tua, ti piace fare da tappezzeria.
RispondiEliminaNo, Enrico, io di solito mi alzo e vado via
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