La grande bellezza è La dolce vita.
Insieme.
Un film straordinariamente bello che prende il testimone in mano e continua la staffetta dei grandi registi, di Fellini, delLa Dolce vita .
Un film che è tutti i film, sul mistero e la magia dello spettacolo che con l'arte ci trasportano altrove.
Altrove nel ricordo, nella fantasia, nel fantastico mondo di un tuffo dove l'acqua é più blu, niente di più.
Un trucco per allontanare il fastidio e il fastidioso ronzio del tempo che inesorabilmente scende sui volti, con rughe malamente curate da filler, da botulino, maschere orrende su volti irriconoscibili.
Solo un trucco che fermare non puoi, nemmeno se ogni giorno, ogni momento, tu lo fotografi e conservi il tuo volto che cambia e ricambia.
Lui, Jep, si ferma piangente, davanti ai mille visi appiccicati al muro, un inquietante poster di come il tempo spietato trasformi e modelli il viso di un uomo.
Jep é uno scrittore, un solo romanzo di successo, fermo, che vorrebbe far fallire la giostra degli incontri dove lui é protagonista, vorrebbe rompere la tela del ragno che immobilizza i personaggi, vorrebbe creare e non vorrebbe far nulla.
Una umanità festante gestualizza una tragedia antica, il coro si agita e di volta in volta avverte l'arrivo del dramma
Il ragazzo che si schianterà con la sua folle corsa e se ne andrà senza un amico che porti in spalla la sua bara, la donna spogliarellista che, trovato un affetto, muore,
e il marito che brucia, strappa distrugge i diari di una donna dopo aver scoperto di non essere stato mai amato.
Questo a me è sembrato il gesto più efferato, cancellare l'amore, il sogno, il testimone del foglio.
Un dramma rutilante di colori, di splendori, di canzoni, di immagini.
La grande bellezza é Roma, i suoi palazzi, i suoi paesaggi, i suoi tramonti, il fiume, i ponti, le statue, le strade
La grande bellezza eterna di una città grande, immensa, con la Scala Santa che Suor Maria, secolare figura del tempo, ascende con mani nodose e col corpo poggiato per giungere su.
Un film da applausi
Ippolita Luzzo
Insieme.
Un film straordinariamente bello che prende il testimone in mano e continua la staffetta dei grandi registi, di Fellini, delLa Dolce vita .
Un film che è tutti i film, sul mistero e la magia dello spettacolo che con l'arte ci trasportano altrove.
Altrove nel ricordo, nella fantasia, nel fantastico mondo di un tuffo dove l'acqua é più blu, niente di più.
Un trucco per allontanare il fastidio e il fastidioso ronzio del tempo che inesorabilmente scende sui volti, con rughe malamente curate da filler, da botulino, maschere orrende su volti irriconoscibili.
Solo un trucco che fermare non puoi, nemmeno se ogni giorno, ogni momento, tu lo fotografi e conservi il tuo volto che cambia e ricambia.
Lui, Jep, si ferma piangente, davanti ai mille visi appiccicati al muro, un inquietante poster di come il tempo spietato trasformi e modelli il viso di un uomo.
Jep é uno scrittore, un solo romanzo di successo, fermo, che vorrebbe far fallire la giostra degli incontri dove lui é protagonista, vorrebbe rompere la tela del ragno che immobilizza i personaggi, vorrebbe creare e non vorrebbe far nulla.
Una umanità festante gestualizza una tragedia antica, il coro si agita e di volta in volta avverte l'arrivo del dramma
Il ragazzo che si schianterà con la sua folle corsa e se ne andrà senza un amico che porti in spalla la sua bara, la donna spogliarellista che, trovato un affetto, muore,
e il marito che brucia, strappa distrugge i diari di una donna dopo aver scoperto di non essere stato mai amato.
Questo a me è sembrato il gesto più efferato, cancellare l'amore, il sogno, il testimone del foglio.
Un dramma rutilante di colori, di splendori, di canzoni, di immagini.
La grande bellezza é Roma, i suoi palazzi, i suoi paesaggi, i suoi tramonti, il fiume, i ponti, le statue, le strade
La grande bellezza eterna di una città grande, immensa, con la Scala Santa che Suor Maria, secolare figura del tempo, ascende con mani nodose e col corpo poggiato per giungere su.
Un film da applausi
Ippolita Luzzo
Certamente ho avuto e ho ancora un difficile rapporto con Roma.
RispondiEliminaDopo tanti anni, abito qui a Roma dal 1970, non mi sento romano anche se neanche mi sento abruzzese. Mi sento un apolide uno senza patria, e per me va bene.
Eppure Roma è una città bellissima, una città che davvero mostra i suoi anni, mostra quello che tante generazione di uomini le hanno lasciato, la distruzione e il riciclaggio di tante opere meravigliose, quanto grandi sono state le ruberie delle grandi famiglie e come spadroneggiavano e arraffavano statue e colonne. Mostra la gloria vana dei potenti, e, solo a chi sa ben vedere, mostra il dolore e la grande abilità manuale che i semplici, senza riconoscimenti e senza medaglie, spesso senza un nome, sapevano fare.
Ancora, nascosti dentro Conventi, reclusi al grande pubblico, si possono vedere porfidi lucidissimi che nessuno oggi sa più fare.
E poi mostra ancora altro.
Mostra quello che noi moderni potevamo fare e non abbiamo fatto, i nuovi quartieri senza una piazza, senza un monumento, senza arte.
Non abbiamo ancora capito che se vogliamo vivere con piacere abbiamo bisogno di arte, di arte, non solo quella immortale dei grandi, ma di arte, arte nel tracciare una strada, arte di immaginare una facciata di un palazzo, arte di inventare cose nuove e modelli sempre diversi.
In non so disegnare , non so tracciare con la matita una linea, ma qualche volta mi chiedo se la mia vita sarebbe stata più felice se avessi studiato Architettura.
Poi, subito dopo, sono felice perché studiarla sarebbe per me stato solo dolore, io sono un sognatore: sognare arte irrealizzata è veramente una sofferenza insopportabile.
Un film che è anche un pugno nello stomaco: un film sul nulla, sull'inutilità e la vacuità della grande bellezza, un atto d'accusa e d'amore al grottesco e splendido carnevale che si chiama Roma.
RispondiEliminaBellissimo.
Se avessi vissuto a Roma, come ho fatto io durante il mio dottorato di ricerca, non la penseresti così. Comunque il film e' carino!
RispondiEliminaLa grande bellezza del cuore di Ippolita! 😘
RispondiElimina