Il cittadino, ma tutti con lui, ormai cominciarono a non
vivere più, ma no, ma che dico? A vivere una vita straordinaria.
Nell’altrove!
Ridevano sempre, parlavano da soli, guardavano il sedile
della loro automobile e prendevano per mano l’immaginario incontrato laggiù,
nella stanza fatata dove il loro nick pigiava e pigiava.
Chissà chi aveva incontrato stamane! Chissà che cosa era successo
su quello schermo tanto intrigante, tanto volubile, tanto cangiante.
Parlavano intanto i cittadini nella loro mente, per giorni e
giorni, con l’altro da loro, uguale preciso, identico e solo, una vera
affinità, due anime gemelle.
Magari non erano sempre le stesse, tutto mutava al sorger
del sole, tutto veloce tornava a rinascere al tramontar del sole.
Ma, mentre in quella stanza il piccolo si dava tanto da fare,
la realtà si polverizzava, uomini adulti
lasciavano le mogli e donne incazzate cercavano altrove, nel gioco degli
incontri e degli scontri, del togli uno e metti un po’ quello, restando alla
fine scornate e deluse dell’ennesimo giro in una giostra infernale.
Tutti oramai non vivevano più o vivevano troppo, prendendo
per vero quello che faceva quell’esserino che
stava con loro.
Urgeva trovare di corsa un rimedio.
Chi aveva per primo inventato il gioco non aveva pensato
alle conseguenze, voleva distrarre, voleva ingannare, ma leggermente per un
solo momento, voleva soltanto vendere un sogno, un tanto al tempo, con la
durata, convinto che poi chiunque avrebbe potuto svegliarsi di colpo e senza
pretese.
Ma i sogni sono pericolosi, sono più disturbanti di una
realtà, i sogni ti portano sempre per mano e non ti lasciano andare di là
I sogni ci nutrono e ci danno lo slancio per dismettere un
vivere che non piace più
Così in quella città una grande malia invase le case, un
girovagare per un aldilà che portava tutti di qua e di là
Il rimedio, il rimedio, ma quale?
Dove trovare una risposta ad una domanda così impellente,
così urgente?
Decisero dunque di rivolgersi tutti a quell’esserino che
intanto pigiava
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