Prima di usare un termine, prima di creare format, formule
e tremule, adoperiamoci con vocabolario internazionale, storico e pratico, dandoci dentro con google, con twitter con
ewriters e con uno zingarelli nostrano.
Così finalmente questa mattina, dopo un mese esatto dalla
mia incoronazione su un regno che ancora doveva nascere, su un regno
inconsistente e sconosciuto, tanto aborrito dai miei amici della carta
stampata, così stamattina mi sono messa a studiare e quale è stata la mia
sorpresa quando ho scoperto che...
Lit on web, Lupus in
tabula, è un party game che richiede astuzia, improvvisazione,
calcolo ed intuizione.
Gli eventi del gioco
si svolgono in un non meglio precisato villaggio nel cuore di una foresta.
Alcuni degli abitanti del villaggio sono in realtà dei Lupi Mannari ed ogni
notte si riuniscono per sbranare uno dei poveri con(cit)tadini.
Stanchi di questa situazione, i superstiti hanno deciso di
riunirsi in consiglio per cercare di scoprire chi siano i lupi tra loro, ed
ogni giorno mandano al rogo uno di loro, sperando che si tratti proprio di un
lupo mannaro, ma senza poterne mai avere la certezza.
Riusciranno a bruciare tutti i lupi mannari prima di essere
sterminati?
Mai
Mai
Ma allora è tutto chiaro, Bruno Corino? Possiamo scoprire chi siamo? Possono scoprirlo gli abitanti delle patrie lettere? Mai nessuno saprà chi siano i lupi e chi non lo sia
Nel mondo illusorio della rete per sempre, del lupus in
tabula, dello schermo piatto
anche io posso essere una regina, incoronata da un re che regna
su un regno che proprio non c’è
Ma io sono convinta che non esiste nemmeno L’isola che non
c’è, il mondo di Alice, Atlantide e la storia infinita… eppure sono i luoghi conosciutissimi del nostro
eterno immaginario
Sarà così anche per il regno della litweb, dopo che avremo
eliminato i lupi mannari mannari magari?
Dimmelo tu, e solo allora io sarò regina e regnerò sul sogno sognato dei libri amati
Ippolita Luzzo
Ippolita Luzzo
Hai ragione, reginella della litweb: la letteratura è un gioco di società; ce lo racconta Italo Svevo nel suo primo romanzo, che lo scrittore voleva intitolare "Un inetto", ma poi uscì come "Una vita". Ci riporta alla discussione in Casa Maller, alle animate e salottiere conversazioni di quei tempi, dei nostri tempi. La letteratura ridotta a chiacchiere, che serve a far parlare i giornali, a far trascorrere una lieta ora sulla spiaggia in questi giorni di sole bruciante. Vista da questa angolazione, la letteratura è una strana creatura, mostruosa, ma in fondo innocua, un'astrusa isola che pochi illusi frequentano, invece gli uomini di affari, le ragazze annoiate hanno capito molto bene che essa rappresenta un attimo di distensione, un'oasi dove far riposare i propri pensieri, dove potersi rilassare; nulla di serio, nulla di vero, ma solo un luogo dove si misura il successo, dove si esalta il valore di scambio...
RispondiEliminaMa no, non la leggere sempre così tragica... un libro è un libro, uno scrittore non è uno scrittore, scherziamoci così senza rancore... noi siamo fortunati... noi possiamo scrivere dovunque... logicamente senza dire nulla.
RispondiEliminaPerò i tanti click su questo blog, i tanti amici che ci leggono e condividono il disagio di aver compreso i tempi, sono una grandissima forza, una leva per sollevare il mondo...della litweb ovviamente
e come diceva Tamburini, fattomi conoscere da De Pretto, ogni simile è uguale all'altro, ogni diverso è diverso dagli altri diversi ma ... non troppo...eh
cosa mi dite, miei cari amici,sbaglio?