Flic e floc - gli invisibili di Piero- Il TeatroP
Una solitudine che risponde
Una solitudine come destino
Le sedie di Ionesco
Aspettando Godot
Aspettando che cali il sipario
che la scena cominci ma senza di noi
Piero scrive una favola per bimbi piccini e racconta loro,
come una volta, con grande candore, come la vita sia
una sedia vuota, aspettare e preparare sedie per chi arriverà, perché, sicuro, arriveranno i nostri ospiti.
E come nelle favole antiche i due personaggi come Hansel e Gretel, come Heidi e Peter, sono sempre due a fronteggiare un immaginario da esorcizzare con un solo gesto delle loro mani, un gioco, un trastullo lieve e scherzoso.
Flic e floc, un gesto dei mignoli delle mani fatto per sancire un patto d’amicizia, l’amicizia che sola può essere quello spiraglio, quell’unica luce nel buio dell’io.
Poi il gioco prosegue con le parole, tagliate a fettine, fatte al ragù, a pezzetti, a bocconi, a bocconcini e croccantini, ridotti a suoni onomatopeici come Palazzeschi e la sua fontana malata, come i tanti poeti nel mondo che da un castello un cammello, da un lago un drago e da uno stagno un ragno senza passare per la cruna dell’ago…
Le favole sono sempre truci, più sono truci più sono lievi, strappano il riso, i battimani ed i bimbi partecipano al rito antico della catarsi, della rinascita, della purificazione, gridando e battendo le mani ai lamenti di flic alle risposte di floc, che saltano e giocano come funamboli cantando delle arie che loro, bimbi, proprio non hanno ascoltato mai.
Come non hanno ancora coscienza di quello che dicono flic e floc, del tutto che muore, del tutto che va, ma l’amore mio non muore, scherzano loro, ma tutto va senza esserci mai veramente stato.
Ma i ragazzi questo non devono saperlo, i ragazzi devono avere l’entusiasmo e la gioia, la curiosità e la voglia di mettersi in gioco e giocare sempre un gioco nuovo
Ed ecco quindi che arrivano gli ospiti nell’eterna commedia della vita sociale, sul palcoscenico dei veri attori, ora un prelato, una bella, un colonnello ed alla fine giungono anche i detentori del potere supremo, l’imperatore.
Ma nessuno c’è sulla scena, è tutto inventato, come in Jonesco, come nell’atto Le sedie del suo teatro, ma lì i personaggi, desolati e soli, sono una coppia, marito e moglie, ormai senza più il cibo dell’immaginario, sconsolati e disperati si buttano giù, scegliendo la morte pur di non vedere più, come unico ospite onnipresente nel loro soggiorno, la solitudine.
Ma Flic e floc sono due amici e fra amici si può sempre ricominciare a giocare e scherzare senza mangiarsi, senza dover per forza arrivare al cannibalismo del rapporto di coppia.
Si, sono una coppia ma una coppia di amici e vivono ognuno nel loro mondo e vivono ancora nella rappresentazione leggera e vivace del teatro di strada, dove ancora è permessa la libertà di inventare la vita giorno per giorno e dove ancora tutti noi possiamo avere una illusione che incontreremo Godot, anche lui persosi per un bivio sbagliato
La tela scende sullo spettacolo con il vero augurio che davvero cominci lo spettacolo vero, con gli spettatori a batter le mani davanti ad attori di un teatro inventato, per noi che sappiamo e lo viviamo davvero.
Flic e Floc, un gioco inventato dai bambini che trovano il mondo meraviglioso, pieno di cose e situazioni da scoprire, in contrapposizione col cannibalismo di coppia, che l'Autrice dovrebbe spiegare, perché può intendersi nell'antitesi come sopraffazione dell'uno sull'altro. o lei che "mangia lui" nella reciproca conoscenza biblica. Baldo endofirmato
RispondiEliminaveramente è sempre lui che uccide lei... veramente è sempre lui che picchia lei...veramente è sempre lui che trascura lei...veramente è sempre lui che stupra lei...veramente è sempre lui aggressivo, violento, annoiato,muto, schifato, prepotente.
RispondiEliminaPoi ci sono le eccezioni...e tu ne farai parte ma la storia non è fatta dell'uomo che morde un cane ma del cane che morde l'uomo.
La storia dei deboli, delle donne normali, normalissime, magari anche loro diventate megere dopo anni di coppia
La chiamano coppia,ancora?