Mi sono spalmata sui suoi racconti come la nutella sulle fette grosse di pane casareccio, il pane e nutella dell’infanzia di mia sorella, la nutella che il nonno comprava in grossi barattoli e divoravano, loro due, non io, a fine pasto, a merenda, a cena. D’un tratto erano già vuoti i contenitori, vuoti e perfettamente puliti, col cucchiaio, col coltello, a furia di leccate che mia sorella, golosa e grassoccia continuava a dare fino alla trasparenza del vetro.
Mi sono intinta nei suoi racconti come il cornetto nel cappuccino, con la schiuma alta, al tavolino del mio amato bar Roma, un cornetto vuoto ma grondante, stillante il latte, la spuma, il sapore, il colore nocciola del caffè diluito, sparso nel latte bianco.
Mi sono spolverata di zucchero a velo ed ho imbiancato i suoi racconti come si fa in pasticceria per esporre torte prelibate, ciambelle, castagnole, sfogliatelle, da comprare la domenica all’uscita della messa delle dieci, da portare a casa della mamma come un rito degli affetti.
Mi sono letta i suoi racconti avidamente,mangiandoli voracemente, aspettandoli, chiedendoli, ho dovuto pazientare, non si comprano in libreria, ma si possono acquistare solo se si ha il biglietto, un biglietto personale guadagnato con la stima, con l’attesa, sì paziente, che abbiano certo un lieto fine.
Mi piacciono veramente? Ormai non lo so più, nell’impasto che io ho fatto non distinguo il mio dal suo, non sono più obiettiva, ma li sento tutti miei, io ne sono responsabile e vorrei portarli in giro,corretti, puliti, depurati, infiocchettati come bimbi piccolini con grembiule e zainetto.
Mi son dovuta arrendere,non sono io che scriverò, ma un uomo dispettoso, lui dice giocherellone, io dico disturbato, che mi trasforma sempre il bene con il male, facendomi infuriare.
Mi sono arresa ai suoi processi mentali, alle sue bugie, alle sue impotenze, paranoie pure ma reali, se esistono!
Però continuo a borbottare, a protestare, a chiedere una ragione, un motivo, una consistenza in tanto orrore, giocoso, ma sempre errore ed orrore! Ma non sono io l’autore, io sono solo una lettrice.
Balzac e la sua lettrice- dicono che sia stato così
Io l'ho solo immaginato
trascinando poi le mie letture fin sui tavoli del bar Roma
Balzac e la sua lettrice- dicono che sia stato così
Io l'ho solo immaginato
trascinando poi le mie letture fin sui tavoli del bar Roma
cara IPPI, la tua NUTELLA è stata compagna di noi tutti, ....a chi non piace la Nutella, purtroppo..... con gli anni ci sono evidenti limitazioni, non al gusto che rimane sempre bambino..... ma ma ma....lascio a te....
RispondiEliminacomunque ti allego una mia il cui titolo è "E' UN FILO SOTTILE" la rete è evidente che sia un filo sottile che in un attimo attraversa continenti, oceani.... tutto e giunge sin a noi che magari dialoghiamo immaginando di essere vicini ed invece quanto mare vi sarà.....
E’ UN FILO SOTTILE
E’ UN FILO SOTTILE
CHE MI DIVIDE DA DOVE SONO
E DOVE VOLA IL PENSIERO
E’ UN FILO SOTTILE
FRA BENE E MALE
FRA VIVERE E CHIUDERE GL’OCCHI
E PERDERSI PURE
E’UN FILO SOTTILE
LA MIA MEMORIA
CHE CORRE LONTANO FRA VALLI E CITTA’
FRA BOSCHI E CANDIDE SPIAGGE
SE CHIUDO GLI OCCHI
E’ UN FILO SOTTILE
LA MIA MENTE, INVISIBILE PURE
CONTINUA A VAGARE
SENZA MAI PACE
MA CUSTODE SEGRETO DI VIVI RICORDI
DI GIOIE D’AFFETTI, DI SGUARDI, D’INGANNI
ecco cara IPPOLITA, la rete in tutte le sue manifestazioni, io inizialmente non l'avevo pensata con riferimento alla rete,....ma comunque la tua lettura mi ha fatto vedere una finestra diversa....
un abbraccio
CAIO FIORE MELACRINIS