Nel 2019 Pasquale Braschi scriveva: “Pezzi dal regno della Litweb” è una selezione sintetica dell’attività di redazione del blog di Ippolita Luzzo, dal 2012 (anno di inaugurazione, http://trollipp.blogspot.com/) al 2018 (anno di pubblicazione del libro, novembre per la precisione).
Ippolita dal suo Regno in cui “non tramonta mai il sole” (p. 19) osserva questo nostro pazzo mondo, annota sensazioni e descrive tutto ciò che la sua anima vede.
Il libro si apre con una dichiarazione in forma di poesia, “Io non sono una donna del sud” (p. 9). Una sorta di biglietto da visita con il quale Ippolita cerca di scrollarsi di dosso il peso della “donna del sud” che nell’immaginario collettivo è immersa in faccende domestiche, ivi compresi gli usi e le tradizioni contadine, dalla conserva di pomodori fatta in casa alla preparazione di insaccati e di formaggi. Un’ammissione di colpa (o di difetto) con cui si difende la propria diversità a scapito di pregiudizi di genere, senza prendere le distanze dalle proprie radici, e alla quale si aggiunge la convinzione che “È meglio scrivere che drogarsi” (p. 11), perché “Nel migliore dei mondi possibili non è facile essere una donna, un uomo pensante. Bisogna soltanto accettare il pensiero uguale, omologato, di tutti, di tanti” (p. 12). Troppe distrazioni ci allontanano dalle persone e non sempre ci accorgiamo dei cambiamenti di chi ci sta accanto.
E così accade che “la donna vorrebbe essere guardata, la pettinatura, il nuovo rossetto, il modello alla moda, la sua borsetta. L’uomo nemmeno s’accorge se quella bipede ha un naso, una bocca, un incarnato perfetto” (p. 14).
Queste pagine sono intrise di nostalgia, malinconia, persino di una sorta di rassegnazione che, anziché soccombere, resiste ai tempi delle facili illusioni. Per guarire da questo malessere generale Ippolita ha trovato la medicina non in farmacia ma nei libri.
Tanti sono i libri in rassegna, così come sono tanti gli autori del presente e del passato che (ri)vivono in queste pagine con riflessioni personali e citazioni letterarie.
“Certo è tutto un casino ma dappertutto si vive” (p. 49), grazie alla forza dei sentimenti, compreso l’Amore, nonostante il peso di “Tutte le assenze che ci mortificano” (p. 59).
Assenze che, sempre più spesso, vengono celebrate nella “taberna scriptoria” (amori finiti, morte di un genitore o di un figlio) con la convinzione di “Affidare al libro l’eternità” (p. 84).
Una moda, quella di pubblicare libri, che passerà e si tornerà a fare centrini, bricolage “e poi la sera prenderete in mano un libro vero e leggerete. Oh Leggerete! Perché leggere tornerà di moda” (pp. 98-99).
Una profezia che pare avverarsi con questo passaggio dal blog al libro. Con ironia, sarcasmo e soprattutto provocazione Il Regno della Litweb tenta di scuotere le coscienze assopite offrendo ai suoi lettori spunti di riflessione su diversi argomenti (la vita e la morte, l’amore e l’amicizia, la solitudine e l’abbandono, la salute e la malattia, i libri e gli autori).
In altre parole Ippolita Luzzo condivide “pezzi” della sua vita, confermando di essere “la quintessenza femminea, fulminea, verace, pugnace” (p. 5). God save the Queen!
Pasquale Braschi
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