venerdì 14 ottobre 2022

Renzo Paris Il Picchio Rosso


Il feudalesimo difficile da estirpare, il latifondo ancora nelle mani di principi e baroni all'indomani della fine della seconda guerra mondiale. I tentativi di riformare l’agricoltura meridionale da parte del ministro comunista calabrese, Fausto Gullo, erano stati svuotati dal suo successore, Antonio Segni, democristiano e futuro presidente della Repubblica. I nobili che non cedono le terre, i nobili che non pagano gli operai, i nobili che costringono contadini e operai a vivere in condizioni insalubri e in indigenza. 

" All'alba se ne vanno gli operai, a Fucino alle strade a lavorare e se Torlonia non ci vuole pagare saremo noi i padroni di quelle strade. O Torlò scendi giù, vieni a fare i conti anche tu. Se non ci vieni ti diamo l'addio, devi andare via al più presto da qui" 

Questa la canzone dei braccianti che Renzo Paris in un capodanno a casa del pittore Sergio Vacchi canta ad uno stilista imparentato con i Torlonia, con Don Alessandro Torlonia, responsabile dell'eccidio di Celano. 

"Quell'eccidio era un esempio classico di lotta di classe" i braccianti facevano parte di un'etnia marsicana antichissima, ci dice lo scrittore anche lui abitante quei luoghi e suo malgrado testimone dell'eccidio, lui bimbo. 

Quell'eccidio viene ricordato nel libro Il Picchio Rosso, con documenti e testimonianze dell'epoca, con testimoni oculari. L'avvocato Cantelmi, all'epoca a capo del movimento dei braccianti, racconta dei tentativi fatti da principe di Torlonia per spegnere la protesta ma non vi riuscì ed allora chiamò i suoi guardiani che spararono sulla folla. 

Il trenta aprile del 1950 sulla piazza di Celano. 

Sulla piazza Quattro Novembre c'era anche Renzo con in mano la gabbietta con il picchio rosso caduto insieme ai due braccianti assassinati. Tante le testimonianze e fra queste quella di Maria Rodano Cinciari, la fondatrice dell'UDI, che ricorda come le lotte operaie in Abruzzo erano iniziate nel 1949 per l'imponibile di mano d'opera cioè la quantità di lavoratori che nel secondo dopoguerra, in certe zone, l'imprenditore agricolo era obbligato ad assumere per alleviare la disoccupazione.

Importantissimo il lavoro fatto da Renzo Paris sul documentare e voler raccontare le condizioni di vita dei braccianti nella sua terra di nascita, Celano, sul voler riportare alla memoria quell'eccidio di cui io onestamente non sapevo, ma in Calabria abbiamo avuto altri fatti sanguinosi la strage di Melissa o eccidio di Fragalà,  un episodio del 29 ottobre 1949 quando  i contadini di Melissa si apprestavano ad occupare le terre incolte in quel lembo del marchesato di Crotone che porta verso l’interno, lungo i contrafforti della Presila. 

Una storia sanguinosa di diritti calpestati e poi alfine in parte riconosciuti prima della terribile deriva a cui ora stiamo assistendo. 

Un libro che dovrà essere assolutamente letto 

"Celano è un paese antichissimo, vivo da cinquemila anni." paesi vivi che vivono attraverso il sapere, ed è ciò che Renzo rivendica per la sua terra, ed è ciò che tutti noi dobbiamo conoscere e sapere della storia della nostra terra

Il libro viene pubblicato dalla Editoriale Scientifica Srl nella collana S-Confini diretta da Fabrizio Coscia, una collana ibrida, che racchiude reportage e note, appunti e pezzi, superando i confini fra racconto tradizionale e testimonianze. 

Ippolita Luzzo 


Nessun commento:

Posta un commento