Appena uscito con Castelvecchi il romanzo Fadia scritto da Santo Gioffrè arriva nel Regno della Litweb con l'affettuosità insita in tutti i rapporti amicali veri. Un libro come tramite, fra noi e la conoscenza, fra noi e le cose, fra noi e i fatti storici. Un libro dialogo, un ponte fra l'Occidente e l'Oriente, fra il Mediterraneo e la Siria, contro la guerra, un ponte di pace.
Come in quasi tutti i precedenti romanzi Santo inizia dalla fine, il personaggio narrante sta morendo e rivede tutta la sua vita, la racconta dall'inizio, Ogni fine ha il suo principio, scriveva Tiziani Terzani, supponendo lui che non ci fosse fine, e così anche nei romanzi di Santo noi dimentichiamo subito che il narrante ci lascerà e ne seguiamo le peripezie con grande vicinanza affettiva.
Andrea Bisi, il suo nome, figlio di uno stupro, di una violenza, marchiato da un sopruso, riesce a dare scacco a un destino iniziale di povertà e di irriconoscimento, riesce a studiare e a laurearsi in medicina, a specializzarsi in ginecologia, ad esercitare la sua professione con competenza.
Gli incontri e gli studi lo portano lontano, lontano, seguendo la storia di Maria Spinelli e Giovanbattista Pergolesi, seguendo Fabrizio Neri, seguendo l'arcivescovo Paolo, il destino che lo farò giungere in Siria.
Andrea si ritirava, da piccolo, in una grotta, e in quella grotta si sentiva protetto, si sentiva un tutt'uno con l'essere, con il sacro. Nella grotta strani segni "croci con bracci in diagonale e altre figure che soverchiavano il suo immaginario"
"Volò verso la Siria. Sopra il Mediterraneo, pensò alle onde... Aleppo dall'alto gli apparve sterminata... e incontra Paolo, l'Arcivescovo di Aleppo"
Una mano tiene l'altra ed insieme fanno un cammino, ci insegnano fin da piccoli, e con Andrea visitiamo la chiesa greco-ortodossa di Antiochia, attraverso i racconti di Paolo, e ritorno a Damasco, ritorno con la mente al suk, alle porte, alla Cittadella di Aleppo.
Giungono insieme a Qalah Siman, un enorme complesso paleocristiano, e visitano i resti intatti della facciata romanica di una basilica antichissima. Paolo racconta di San Simeone lo Stilita, vissuto per trent'anni sulla cima di una colonna. Lo stilismo come preghiera, come penitenza, ed insieme una forma di monachesimo siriano.
"Spesso il destino è più saggio degli uomini. I luoghi dell'anima accomunano posti mai visti, eppure familiari" ed eccoci a Palmyra, "la sposa del deserto" e con orrore ricordiamo che nel 2015 il direttore del sito archeologico fu decapitato da un gruppo jihadista, per spregio verso un amore sconfinato per ogni pietra di Palmyra.
Andrea troverà spiegazioni e illuminazione dal suo viaggio, un viaggio che cambierà la sua percezione del mondo, della storia, del suo essere individuale. Non vi racconto altro, vi lascio sulla soglia, vi lascio con Andrea.
Vi lascio con Santo Gioffrè, vi lascio con Fadia, che imparerete a conoscerla leggendo come e quando Andrea la incontrerà.
La vita è fatta di incontri che cambiano la vita stessa e gli incontri sveleranno i segni, i disegni, l'infanzia e il sacro nella grotta dell'umanità.
Ippolita Luzzo
Le prime pagine di Fadia, sotto forma di racconto, hanno vinto il Premio Cronin nel 2020
Storia avvincente..Gabry
RispondiEliminaMolto bello, specie se si è appassionati di narrativa.
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