sabato 25 dicembre 2021

Il discorso del regno


Cominciare dalla storia allarga e diluisce il nostro breve tempo ed eccoci stamane all'alba di un nuovo giorno con Re Giorgio e il discorso del re: "Era il 3 settembre del 1939, l'Inghilterra dichiarava guerra alla Germania, ponendo le basi al secondo conflitto mondiale.

Il Re non poteva dunque esimersi dal parlare al suo popolo per infondere forza e coraggio, proprio ciò di cui lo stesso Re necessitava per affrontare ancora una volta il temuto occhio del microfono, unico mezzo affinché il suo discorso potesse raggiungere i suoi sudditi.."

Cominciamo con le canzoni con un testo del 1976 di Mogol e Bruno Canfora, e voce di Ornella Vanoni: Datemi, un motivo semplice/ E saprò sorridervi/ Ma dove siete andati/ Amici del passato? Libera, finalmente libera..

e cominciamo a scrivere di questo anno sudato, sudatissimo, che va via, fra sudori e singhiozzi, fra silenzi e paure. Un anno che già non ricordo più, un anno che capiremo forse fra qualche anno ancora. 

L’anno delle tre dosi, l’anno del fuoco estivo, l’anno delle contraddizioni, l’anno senza più contraddittorio perché ogni posizione, ogni opinione, sembra una contraddizione. L’anno delle votazioni regionali per finta e per davvero, l’anno dell’economia, della finanza al potere della nazione tutta e dei morti sul lavoro, un lavoro sempre più vilipeso. Si allarga la forbice fra chi sta bene e chi sta male, fra chi ha e chi non ha i privilegi orribili di pensioni altissime, stratosferiche, di chi ha stipendi e redditi da poter amministrare con la ricchezza di uno solo intere regioni. 

Un anno orribile, ma come re Giorgio riuscì nel '39 a superare la balbuzie e a dare l'annuncio della guerra alla  Germania anche noi riusciremo a superare ogni sudorazione e dichiarare pace al regno intero

Nel Regno della Litweb pace e giustizia ma soprattutto equità

"Auguri di base su cui costruire altezze" da Emilio Leo 

Ippolita Luzzo


sabato 18 dicembre 2021

Maizo di Elena Giorgiana Mirabelli


Maizo, la voce narrante, è una tartaruga amica di tre ragazzini, i protagonisti del racconto di Elena Giorgiana Mirabelli: Mitja, Eco e Clio. 
Maizo è un racconto fotografia che ci porterà nella "selva oscura" della nostra infanzia. Nel momento in cui ancora non abbiamo sciupato definitivamente la nostra vita, nel momento in cui ogni scelta è possibile. Un racconto che ci mostra come ricordiamo. 
Nella testa fra vedere e immaginare non c'è alcuna differenza, così in Mitja uno dei personaggi. Con memoria e percezione conosciamo.

“Ecco, l’imprevedibile. Quando abbiamo scordato che i percorsi disegnati sulla mappa col righello sono linee potenziali e che non possiamo starci sopra in equilibrio? Che quelle linee che indicano la distanza fra la casa e il desiderio non sono nette ma piene di deviazioni?” #maizo il racconto sulle percezioni. 

Come Mitja non sente una distanza dagli oggetti, dal cielo, dalle pareti, da tutto. Tutte le percezioni per Mitja sono significative. Non seleziona pezzi di realtà, la realtà entra nella sua testa, in ogni istante.

 A pagina 26 e 27 ci sono le note di Elena sulla memoria e sul funzionamento del pensiero. Come ricordiamo, come percepiamo, di cosa ci meravigliamo, cosa scegliamo e in base a quale punizione noi reagiamo. Nel racconto i tre ragazzi vivono esperienze al limite della irrealtà, ma è una surrealtà, cioè una realtà amplificata, per far sentire più forte la costrizione e la voglia di liberarsene. Come liberarsi dalle costrizioni, "dallo spazio asfittico del destino" diceva una mia amica poetessa, come liberarsi dalle punizioni? Creando un luogo dove ci sarà una cerimonia, ci saranno dei riti. 

Maizo si prende subito un posto nel mio immaginario e si sistema nei ricordi come se ne facesse parte. Il luogo dove si svolge la prima parte della vicenda assume l’aspetto di una struttura, il gruppo appartamento, che allora negli anni ottanta accoglieva minori segnalati dal tribunale. Più o meno come La casa dei potenziali. Poi ci troveremo alle Terme, alle Terme sulfuree, dico a Elena Giorgiana Mirabelli, aggiungendo quanto lei riesca a creare con la scrittura luoghi reali unendo vari pezzi di luoghi diversi. Lei ci porta e noi la seguiamo insieme a Maizo in questa avventura, una novella di un realismo estremo tanto estremo da sembrare fantastico!

Maizo per me somiglia alle favole nere che mi raccontava mia nonna, i cattivi che tengono nella torre i bimbi, i bimbi che vanno via, le esperienze che ci fortificano, la trasformazione in una età adulta abituata ad un orrido che affascina. Si ci ritrova in un tempo senza tempo e vorrei affidare questa fiaba a tutti gli adolescenti affinché leggendo Maizo sappiano come Clio, l'altra ragazzina, sapere chi si è. E sui nostri desideri stiamo con Maizo nello stupore di saper ancora tracciare una linea, definire uno spazio, riconoscerci e darci una mano. 

Maizo nel Regno della Litweb fra le più belle letture del 2021

Ippolita Luzzo 





 “Nasce la nuova collana di Zona 42 dedicata alle Novelettes, una grande iniziativa curata da Chiara Reali che dice: 
A volte per raccontare un mondo (il mondo) c’è bisogno di centinaia di pagine, di più volumi. A volte per raccontare un mondo (il mondo) bastano poche parole: «For sale: baby shoes, never worn.» In Vendita: Scarpe Bimbo, Mai Usate” – il Romanzo più Breve (e Triste) della Storia

Più lunghe di un racconto, più brevi di un romanzo, le novelettes hanno un ruolo centrale nella letteratura di genere. 

Riguardo al titolo 42 nodi, abbiamo chiamato questa nuova collana 42Nodi: perché i nodi compongono le trame, i tessuti, gli intrecci di cui sono fatte le storie; perché mettono insieme e tengono unite le cose che sono separate.

Per chi se lo chiedesse: 42 nodi è anche naturalmente una velocità nautica, corrispondente a circa 77 kmh.


L'autrice, Elena Giorgiana Mirabelli 

Laureata in Filosofia, ha un PhD palermitano in tasca e il diploma della Holden nel cuore. È tra i fondatori di Arcadia book&service, agenzia di servizi editoriali di Cosenza ed è redattrice della rivista Narrandom. Configurazione Tundra (Tunué, 2020) è il suo primo romanzo. Altri suoi lavori sono apparsi in Nuvole Corsare (Caffèorchidea, 2020), L’ultimo sesso al tempo della peste (Neo Edizioni, 2020) e Human/. Corpi ibridi, mutanti e fluidi nell’universo del possibile (Moscabianca Edizioni, 2021). Maizo, novella per la collana 42 Nodi (Zona 42) è il suo ultimo lavoro. Ordisce trame, anche con la lana.

venerdì 17 dicembre 2021

Fabrizio Coscia Nella notte il cane

 


Per la collana S-confini diretta proprio da Fabrizio Coscia esce in questi giorni in Editoriale Scientifica il libro di Fabrizio dedicato al suo cane Pedro.

Il libro in una coloratissima copertina arancio con un'immagine tratta dalla raccolta Shima Shima 1904 di Furuya Korin ci immerge nei colori del limone, almeno una fetta sembra ci stia nell'opera, annegata nella spremuta di arancia.

I cani e noi, gli animali e noi, in un rapporto che da impossibile diventa realtà. Da Argo, il cane di Ulisse, che unico e solo lo riconosce, a Maipiù il cane che va a passeggio con Kafka

" Quando Kafka appunta sul suo diario la sua "passeggiata col cane" nel bosco di Planà sta scrivendo Indagini di un cane uno dei suoi racconti più complessi e più affascinanti, rimasto incompiuto. "

Fabrizio ha adottato Pedro nel novembre 2019 e lui presente nel parlare del cane si interroga se anche noi potremmo vivere semplicemente così come Pedro e non avere sempre bisogni di fare bilanci. 

Il libro diventa dunque un chiedersi se "davvero rischiamo di perdere il concetto di sotterraneo? ctonio, dal greco." e qui la confessione fra ciò che prima era possibile, portare a scuola i nostri amati Kavafis e Barthes e ciò che ora sembra non sia più possibile. 

E poi ci perdiamo insieme a leggere la lettera a Mister Higginson di Emily Dickinson nel mentre lei scrive quanto le manchi Carlo, il suo cane. Una lettera che noi sappiamo a memoria fra le tante lettere amate che ci fanno così come siamo. 

Capisco l'urgenza e l'affetto di Fabrizio, mentre scrivo io davanti ho il setter amatissimo, Gala, che mi rimprovera di averlo lasciato in campagna da sconosciuti, quando io passai di ruolo nella scuola nel 1984. Il libro è dunque un colloquio a più voci, un colloquio con gli altri scrittori, un colloquio con le letture, un colloquio con il dolore, con la malattia, con gli affetti, con il corpo, con lo sguardo e l'attenzione verso chi dipende da noi ma nello stesso tempo ci accompagna. 

Gala era la compagna di Dalì, la sua musa, ed è per questo che il nome scelto racconta la storia di ciò che sappiamo. 

Nel porgere a tutti voi in lettura questa opera deliziosa in regalo a chi ama i cani, ma anche a chi non ha ancora un cane, in regalo a tutti coloro che amano le buone letture, faccio gli auguri dal Regno della Litweb con Fabrizio Coscia e Linda insieme in un abbraccio fra noi esseri senzienti nel mondo animale.

Ippolita Luzzo 

giovedì 16 dicembre 2021

Kurtz di Jean-Marc Aubert

 


Una vera goduria

Decido di aprire una nuova pagina sul blog, dopo dieci anni, nei quali, come un fritto misto, ho postato argomenti disparati alla rinfusa. Il tempo di accorgermi che la pagina non funziona ed eccoci in prima visione con gli altri pezzi 

Ora un po' di ordine si impone e questa era la prima recensione sulla pagina del blog dedicata alle recensioni a modo mio

Comincio con un libro amatissimo, che mi somiglia molto, nel senso che capisco perfettamente il grado di follia che si possa innescare praticando una dipendenza amorosa. 

rido molto leggendo le traversie del protagonista, come ne riderete tutti voi, ma ne rideremo insieme perché le traversie non sono le nostre ma potrebbero esserle.  

Prehistorica editore ci ha abituato a queste delizie letterarie, adeguando il nostro palato ad un gusto sopraffino. Adoro lo stile delle traduttrici, Federica e Lorenza Di Lella, che immagino abbiano riso tanto traducendo questa meravigliosa follia. 

Inseguire l'ideale della perfezione, inseguire il rapporto amoroso, più che farlo si pensa di farlo, ed in effetti sembra tutta una preparazione a cosa non si sa.

"Che toccare l'altro, dimenticarsi di sé anche solo per una volta e per un attimo probabilmente era una esperienza sconvolgente, difficile. non concessa a tutti." 

Ed eccoci a Parigi, ed eccoci in Ultimo tango a Parigi, ed eccoci a Parigi, con questo libro che è stato oggetto di un adattamento cinematografico, "L'art (delicat) de la séduction" molto diverso e tanto simile al nulla dei rapporti amorosi fra Marlon e Maria nel film di Bertolucci. 

La frustrazione di non essere come gli altri, o almeno di come si pensa siano gli altri, l'amore per la letteratura, per Conrad in questo caso, come campo dove cimentarsi, e su tutto l'ossessione di avere un sola nota in testa. 

Lotta dura, senza paura, era il nostro slogan negli anni settanta, anch'esso una ossessione di vittoria che poi non è stata. "Lasciarsi passare addosso la vita; essere fiero della perfezione fisica ormai conquistata. Durare il più a lungo possibile, resistere ai venti e alla pioggia, mantenere l'eccitazione per due ore di fila, raggiungere così la santità."

Lasciarsi passare addosso la vita è ciò che tutti noi facciamo insieme al folle protagonista del racconto che tanto folle non è, anzi mi sembra perfettamente normale, ho conosciuto proprio un uomo quasi simile ed abbiamo sventato una truffa ai suoi danni da parte di una scaltra donna perché lui ne parlò con noi amiche. 

Qui però non si tratta di una truffa ma di un gioco, di una burla, di un divertissement che ci seduce e ci incatena, liberandoci, almeno noi come lettori ci sentiremo sollevati di sentirci fuori dalla storia. 

Rideremo rideremo rideremo e poi vorremmo che tanti altri prendano in mano Kurtz e lo leggano e ridano come sto ridendo io, anche scrivendo ciò


Ippolita Luzzo  

sabato 11 dicembre 2021

Rino Garro Alright, Compa'


Il nuovo racconto di Rino Garro Alright, Compa' edito Rubbettino sta nella collana velvet, una collana molto amata per titoli da me presentati o recensiti, basti pensare a quelli dei Lou Palanca, da Blocco 52, A schema libero, Mistero al cubo, Padre vostro, e Ti ho vista che ridevi per me una narrazione importante sulle donne calabresi che andarono spose nelle Langhe, senza conoscere chi fosse il coniuge.

Anche nel libro di Rino Garro il protagonista va via incontro ad uno sconosciuto futuro. 

Tutto a posto, è il modo di dire e di salutarsi fra trentenni, e il protagonista del racconto, originario di Cosenza, insoddisfatto di Firenze e del suo precariato, decide di partire per Manchester e andare a stare da un amico, Mario, proprietario di un ristorante.

"Entrando nel ristorante , mi respira addosso una strana sensazione, mi sembra di essere stato qui solo ieri, a servire clienti o a lavare tazzee bicchieri dietro il bancone di un bar"

 Il Mario&Gianni's Restaurant esiste realmente ed è ubicato a Hazel Grove, Stockport, Mario è veramente il proprietario. 

Fra racconti e nostalgie della Calabria, dell'Italia, della giovinezza che sta andando via, fra le bevute e le mangiate, scorrono i giorni, nell'atmosfera inglese. 

Si suona, si pensa che sia più facile coronare i sogni in Inghilterra, tutto più facile sembra. E sentiamo le vibrazioni musicali di Manchester, del folk inglese.

Rileggo con vero piacere il libro di Rino, apprezzando la sua scrittura e soprattutto il suo lavoro nella scuola, una scuola da lui amatissima.

Rino Garro insegna a Firenze, originario di Rovito, in provincia di Cosenza. I suoi Laboratori con ragazzi diversamente abili hanno portato alla pubblicazione di vari volumi. Suoi racconti sono apparsi in riviste e antologie. 

Un vero applauso sia al libro di Rino Garro che alla collana Velvet da tempo presente nelle letture scelte dal Regno della Litweb

Ippolita Luzzo 

lunedì 6 dicembre 2021

Giovanni Feliciani L'Individualismo radicale di Max Stirner


 Stirner ritorna ancora con questo libro pubblicato postumo il 28 ottobre 2021 per volontà della figlia di Giovanni Feliciani, Chiarastella. Nella Premessa veniamo a sapere che era questo il titolo della tesi di laurea di Giovanni Feliciani, un titolo che ci ricorda le drammatiche responsabilità dei singoli davanti agli avvenimenti storici, le scelte che si impongono.   

"La filosofia è la scienza di tutte le scienze" diceva spesso Giovanni alla figlia, ed anche noi concordiamo con questo esercizio continuo che la filosofia ci richiede: il ragionare. 

Giovanni è un uomo che ha amato moltissimo i libri, il libro Cuore, e che ha studiato Stirner per andare oltre. 

Nella prefazione di Guido Simone Neri troviamo la spiegazione del perché pubblicare una tesi di laurea a distanza di tanto tempo. La ragione sta nel vedere come il concetto di anarchia avrà il suo sviluppo nelle opere successive, nella ultima opera del 2015

"Dare un senso alla vita, non dall'esterno, ma trovare il senso nella vita stessa, nello stesso vivere la vita. Ciò che è essenziale non ha bisogno di essere scritto, va vissuto" sono pensieri che ha scritto Giovanni Feliciani, ed anche io, ma in tanti li abbiamo scritti mentre facevamo nostre le opere di Stirner. Anche io ho fatto la tesi su Stirner, su l'Unico. Ogni individuo è responsabile dei suoi gesti e ciò appare rivoluzionario soprattutto oggi in un momento in cui tutto è massificato e conforme alle mode del momento. Il libero pensiero non si lascia incasellare in un partito, ma vuole andare oltre, e per fare ciò non deve distruggere ma superare la dimensione dell'Inautentico. Più che di ribellione quindi c'è invece la consapevolezza di dover vivere fuori dalle banalità, contro ogni forma di condizionamento. Consiglio moltissimo di leggere questi studi di Feliciani, sempre attuali, proprio ora che si tenta di annullare ogni pensiero critico. 

Ippolita Luzzo  

Bibliosofica Editrice è sorta nel 1999 per lanciare l'opera del suo fondatore, Giovanni Feliciani: "Bìblius. Libro dei libri", una vera e propria Enciclopedia del Libro, nata con l'intento di promuovere e diffondere l'amore per i libri e la lettura, base educativa di ogni sapere e conoscenza. "È l’amore per la propria attività che muove il mondo."

La Casa Editrice Bibliosofica è sorta nel 1999 per lanciare l’opera del suo fondatore, Giovanni Feliciani: Bìblius. Libro dei libri, una vera e propria Enciclopedia del Libro, nata con l’intento di promuovere e diffondere l’amore per i libri e la lettura, base educativa di ogni sapere e conoscenza.

Il suo logo rappresenta appunto, in forma simbolica e stilizzata, la figura di una persona, indistintamente uomo o donna, nell’atto di leggere un libro (sulle mani, su un leggio, o su un computer) in posizione seduta.

L’amore per i libri è definito bibliofilia. Con il termine bibliosofia ci si propone invece di coniugare le discipline legate tradizionalmente allo studio dei libri (bibliologia, bibliografia, biblioteconomia), alla filosofia.


La Casa Editrice Bibliosofica conta di occuparsi di testi attinenti a tutto ciò che concerne il Libro in chiave "filosofica". Oltre a libri sui libri intende esplorare e pubblicare argomenti di confine, originali ed innovativi, che attraversino varie discipline, con opere di saggistica filosofica e dintorni, soprattutto di attualità.

Contro i rischi di omologazione e di massificazione dell’odierna civiltà spettacolare, il Libro rimane ancora un segno di distinzione individuale e spirituale.

"Non bisogna aver paura di superare i limiti stabiliti. Il ricercatore del pensiero esplora le frontiere, avventurandosi con coraggio in zone sconosciute, proprio per scoprire nuove fonti di conoscenza. Non viviamo soltanto in un pianeta, ma in un universo il cui territorio è praticamente infinito" (Giovanni Feliciani)

Libertà vuol dire fare un salto di qualità.




Giovanni Feliciani (Siena, 1951, Roma 2017) Laurea in Filosofia e Diploma di ricerca nelle Scienze storico-morali, da sempre ha una grande passione per i libri e la lettura. È stato libraio, bibliotecario, ricercatore. Ha fondato e dirige la Casa Editrice Bibliosofica, a Roma, presso la quale ha pubblicato: Bìblius. Libro dei libri  (1999), una vera e propria Enciclopedia del Libro; Bibliosofia. Scienza del Libro e della Lettura (2011); inoltre ha  curato, insieme ad altri, il volume: La cultura brucia. Anna e la libreria Uscita nella Roma degli anni ’70  (2010). È stato cofondatore della collana di Studi Storici, Filosofici, Umanistici “Tempora”.

venerdì 3 dicembre 2021

Piero Pieri Il dolore dell'Università


Il libro di Piero Pieri, già docente di Letteratura italiana contemporanea per il corso DAMS dell'Università di Bologna è autobiografico ma riguarda esperienze e fatti di una generazione che negli anni settanta vivono intensamente l'esperienza politica di sentirsi al centro di un movimento rivoluzionario di cambiamento.

Vista dal di dentro l'Università pullula e vive di vita propria, sembra un alveare, con i giovani studenti speranzosi di fare una veloce carriera. "Qualcuno è convinto d'essere una pietra preziosa della critica letteraria .. Se guardo attentamente alle euforie dei colleghi, soprattutto quelli che esibiscono riflessioni affilate, alla fine capisco che li sostengono presunzioni modeste, differenze leggere, fierezze opache; per una mai confessata idea di supremazia, edificano imperturbabili alterigie. 

Perché sembrano così peggiori dei libri che studiano?"

Fuori scoppia in Piazza della Loggia una bomba a Brescia, durante un comizio antifascista. Maggio 1974

Fra dentro e fuori, Trascendi e sali, direbbe Alessandro Bergonzoni, la storia d'Italia e la storia di Piero, le storie personali intrecciati con gli autori studiati, le monografie da preparare, con gli spazi abitativi condivisi. 

Piero, come tutti, come tanti, abita con altri due studenti. Sono pittori, fanno collettive, vanno, di notte, con le bombolette spray a colorare i muri puliti vicino la ferrovia. Sono entusiasti. Allora tutti si sentivano padroni del mondo. 

"Bologna é un gigantesco affresco di archi e colonne, in continuo susseguirsi e intersecarsi" Bologna vive al Punto G di Piazza Verdi. 

Bellissimo il confidarsi fra Elsa e Maria Assunta a pagina 66, e poi tutto il miscuglio del personale è politico, tutto il mescolare sesso e politica, libertà e amore, senso di frustrazione e senso di potenza, in una confusione di ruoli tipici di quegli anni che io ho vissuto solo sulle pagine dei giornali. 

E siamo  al '75, ai morti di Reggio Emilia, alle Canzoni di Ivan Della Mea, ed intanto in università si studia Leopardi, i Crepuscolari, Ungaretti, Montale. 

Il libro ripercorre passo passo fino al 1978 la nostra storia, con il sacrificio di Aldo Moro, vittima di una ideologia violenta. 

Cantava Gaber " L'ideologia, l'ideologia/ Malgrado tutto credo ancora che ci sia/ È la passione, l'ossessione della tua diversità/ Che al momento dove è andata non si sa"

Leggere Piero è importante perché ripassiamo e ritorniamo su errori da tempo rimossi, Il dolore dell'Università rimane a testimoniare le vite degli altri, di chi non ce l'ha fatta ad uscire indenne dai fuochi incrociati di quegli anni, di chi ha perso la vita, l'amore, il lavoro, di chi si é poi drogato, scomparso per sempre. 

A testimoniare quanto gli studi siano una zattera in ogni tempo, Il dolore dell'università oltrepassa il tempo e dona la sensazione di resistere all'individuo che scrive.

Con gli omaggi del Regno della Litweb grande stima alla casa editrice Bertoni che ha pubblicato il libro di Piero Pieri 

Ippolita Luzzo 



Piero Pieri ha insegnato Letteratura italiana contemporanea al D.A.M.S. di Bologna. Ha scritto su Palazzeschi, sull’identità ebraica italiana ed  europea, su Carlo Michelstaedter, su Mario Morasso,  su Casanova, sull’estetica classicista fra ’700 e ’900, sul problema dell’intertestualità letteraria, sull’Avanguardia.

Con lo studio Memoria e Giustizia. Le cinque storie ferraresi di Bassani, (Ets, 2008) ha vinto il premio “Renato Serra” per la critica letteraria.

 

Come romanziere ha pubblicato fra gli altri  La notte di Stalin. Quando il comunismo finì di morire anche sessualmente (Stampa Alternativa, Roma, 2000); Furio (Allori, Ravenna, 2004); Vaporidis in carcere (Fernandel, Ravenna, 2008). Marsilio 2014 Un amore crudele 

Ha vinto nel 2015 il Premio Corrado Alvaro per la narrativa