Leggo questo libro proprio durante i giorni dell'attesa che questo momento evapori e scompaia lasciando a noi tutti la libertà di rincontrarci e di poter parlare nelle librerie di storie come questa.
Davide Franchetto, il libraio della Libreria Pantaleon di Torino, che ha fondato nel 2015, è uno scrittore di racconti usciti su Effe, Nazione Indiana, L’Inquieto e Carie.
L’attesa, racconto lungo di Davide, edito dalla torinese Autori Riuniti, è uscito il 5 marzo 2020 proprio nel momento in cui tutto in Italia si ferma.
Giunge nel Regno della Litweb in modo amicale con la lettura della recensione di Riccardo Sapia sul gruppo Facebook Letto, Riletto, Recensito.
Riccardo scrive nella sua appassionata recensione " Lui e Lei corrono, scappano o rincorrono una meta. E il sentiero non si rivela sempre dritto e facile da percorrere. Viaggiano alla disperata ricerca di qualcosa, con un mezzo di trasporto che si rivela spesso di straordinaria efficacia: la Bugia. Ma la bugia non porta mai molto lontano. Ti concede delle pause nelle quali siamo, nel caso specifico sono costretti a recitare, ma sempre di tregue si tratta e, prima o poi, i nodi vengono sempre al pettine." ed io lo ringrazio perché ho avuto modo di conoscere un autore interessante e amabile, in una storia che è il compendio di tante storie narrate, di tante fiabe amarissime, favole nere, le chiamavo io, e così chiamo questa favola di Davide Franchetto.
In ricordo di Hänsel e Gretel dei fratelli Grimm, anche qui abbiamo due ragazzi giungere nella casa di una vecchia che mormora:- Come siete magri! ma ora metterete su carne" più o meno,
I due ragazzi "Si acquattano sulla scalinata di una chiesa, ma il primo pomeriggio non vede che il passo di un paio di beghine che hanno troppa compassione di sé stesse per poterne concedere ad altri." ed abbiamo qui una stoccata verso il falso pietismo delle praticanti alle troppe preghiere come forma esteriore, e poi eccoli dalla vecchia
"Come tutti i vecchi parla di gioventù e famiglie e cerimonie, di festa e lutto con lo stesso affetto. Raccontando si commuove, si asciuga le due lacrime e dà un colpo di tosse. Non ne pronuncia mai il nome, se nei ricordi si nasconde in mezzo ai troppi di altri e ai rovi di parentele, ma Lei la scorge ed è l’unica che riconosca perché ne ha immaginato il viso. Lei sa che è per lei che sono stati accolti, sa che il suo ricordo zittirà l’anziana in una certa ora del pomeriggio, dopo ore di altre storie e aneddoti, come un cammino che a percorrerlo si possa gioire ma al termine si conosca il precipizio."
Si fermano ma non troppo devono ritornare sulla strada, la strada di tanti racconti. altri racconti ancora, la strada di Pollicino senza un ritorno.
" Conta le stelle sotto la coperta, va a memoria, conta i sassolini che stringe nel pugno vuoto, fa la conta all'indietro, da cento a uno, si aspetta l’aggressione o solo lo scherzo: la coperta lanciata via, la presa in giro, il risveglio. Ascolta il cigolio di nuovo, le voci si spengono, i passi riprendono il cammino sul tappeto di seta, il fruscio si allontana." C'è un gusto antico nel raccontare, in Davide sento l'incedere di mia nonna, le sue pause e le favole che mi raccontava per ore, favole terribili di donne scuoiate a poco a poco con un coltellino perché così, loro pensavano, sarebbero diventate bellissime.
Ho ritrovato in Davide l'attesa di una vita per dover dire no, di Ornella Vanoni, quel sognò sognò sognò poi come tutti si risvegliò e auguro a questo libro e a Davide moltissime fiabe ancora e tantissime librerie dove parleremo insieme al Regno della Litweb
Ippolita Luzzo
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