Una volta gli esseri umani si frequentavano fisicamente.
Abitavano case piccole con nonni, zii, cugini.
Andavano in chiesa e poi all'oratorio, agli scout, alle associazioni di partito.
Litigavano, facevano pace, tornavano a litigare.
Una volta gli esseri umani si salutavano, domandavano educatamente:-Come stai?-
Aspettavano la risposta, ascoltavano.
Non era l’eden, ma gli esseri umani esistevano, avevano valore e molti per affermare quei valori persero la vita.
Non è stato tanti anni fa, forse fino agli anni ottanta, fino agli anni novanta, poi il cellulare il computer internet hanno ribaltato il mondo delle relazioni e noi senza educazione all’uso siamo tutti impazziti.
Sono mezzi nuovi e bellissimi per rapportarci, sono realtà di fiaba, penso che sia una bellissima opportunità, ma senza una disciplina è come essere davanti un tavolo troppo pieno di leccornie senza nessuno che ci dica basta.
Una gigantesca bolla dell’altrove, del virtuale, sempre più immensa ha cominciato a gonfiarsi nelle nostre teste, nelle nostre strade, nei nostri figli.
SMS, messaggi, squilli, richiami, dipendenze, computer acceso ,sempre lì su facebook, messenger, sui siti, sui blog.
Gli esseri umani, senza più età, senza più viso, senza responsabilità hanno cominciato a vagare frastornati nei tanti amici, nei troppi incontri, nelle offerte e nei rifiuti, in una notte troppo nera.
Scrivono, quanto scrivono!
Scrivono inventando, scrivono e riscrivono in un nulla di falsità.
Hanno un avatar, un nickname, hanno tutto ma non son loro, sono altri, sono alieni, sono solo immaginari.
Possono solo ingannare chi si fida, chi ci crede, possono poi turlupinare chi è ancora in buona fede.
E’ un gioco, ti diranno, dai, non fare la puritana
Per chi crede ancora nella sincerità sembra che spazio non ce ne sia più, viene chiamata predicatrice, senza il velo della ironia, senza un briciolo di fantasia.
Ogni parola cambia nel mondo di social network, ogni parola è trasformata piegata in un server che non serve.
Mi spaventa e poi mi attira, mi sconvolge la dinamica e l’incredibile dipendenza del mezzo sullo scopo, del finto sul reale.
Dovremmo dirlo ai nostri figli, dovremmo essere inflessibili, severi, ma proprio non possiamo perché anche noi adulti giochiamo, sì giochiamo a fare i nuovi seduttori.
Seduci tu che seduco anch'io, oggi ho trent'anni, domani sessanta, oggi ti adoro domani nemmeno ti conosco, e tu chi mai sarai?
Son queste le domande esistenziali che ci agitano negli anni duemila ,mentre tutto si stravolge, mentre vengono mangiati dai pesci uomini come noi.
Ma a noi che cosa importa se non c’è più un ospedale, se i rifiuti ci avvelenano, se qualcuno s’è impiccato!
Lì sui siti non importa se tu hai avuto un brutto guaio, se per caso stai male, se hai fatto un incidente colossale!
Che importa!
Tu non esisti, non esiste nemmeno l’altro, può sparire all'improvviso, può mandarti a quel paese, Online, di sicuro!
Non conosco, non conosci, siamo proprio tutti matti, siamo matti veramente se non freniamo in tempo!
Il tempo del reale non quello del virtuale!
Gli esseri umani esisteranno ancora fino a quando ci sarà uno solo che chiederà ad un altro -Come stai?- ed ascolterà la sua risposta con attenta comprensione.
Ippolita Luzzo
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