martedì 8 maggio 2018

Dopo il diluvio Leonardo Malaguti

Il piacere di leggere nella favola bella della buona letteratura, il piacere di avere tra le mani un libro curato e amato.
"Exòrma è un progetto di divulgazione di alto profilo, di ergonomia grafica e tipografica, di artigianato delle suggestioni."
Tutto ciò si sente al tatto e alla vista, nel sensibile che ci mette in comunicazione con la narrazione del libro.
Una copertina da appendere come un quadro, un libro da accarezzare e amare, infatti io ho cominciato a portarmelo dietro come un amico.
Dopo il diluvio di Leonardo Malaguti ci riconcilia con la lettura gustosa, nel narrare situazioni assurde e grottesche ci fa sorridere e ci spaventa. La lettura mi ha ricordato le fantasie di Luca Ronconi e le sue trasposizioni sceniche, il cinema di Fellini, sul circo, sui nani, sui clown, mi ha trasportato in un mondo astorico eppure immerso nel nostro immaginario.
Una vicenda senza tempo, senza un luogo geografico, se non fosse ben collocata in una scrittura alta, una scrittura che amo. Un paese isolato, un paese in preda all'angoscia. Da quando sono rimasti isolati per via del diluvio, unico contatto con l'esterno rimane un telegramma. Quindi siamo nel novecento! Ma l'angoscia e la paura non hanno un'era, attraversano i secoli e vivono nelle nostri gesti, ci trasformano come trasformeranno gli abitanti di questo paese incassato fra i monti, di questa valle isolata dal mondo. 
Il nemico, arriva il nemico, aspettando i barbari di Kavafis, quel momento in cui il nemico è alle porte. Il nemico. "Il famigerato telegramma che aveva aperto il vaso di Pandora veniva letto tutte le mattine da qualche volenteroso per tenere vivi gli animi, ma molti dei paesani che ogni giorno si alzavano pronti a lottare nascosti dietro le loro trincee casalinghe cominciavano a stancarsi della lentezza di quell'invasore che stava prendendo con troppa calma il suo compito di attacco." Quasi uguale ai versi di Kavafis. 
Una umanità impaurita libera gli istinti, cerca soddisfazione nella assuefazione a bisogni elementari, colorando di sangue e di terra ogni azione. Mi ha ricordato, forse per i nomi, la rivolta dei contadini nelle valli ai tempi di Muntzer, quella rivolta stroncata nel sangue dagli eserciti approvati da Lutero. Raccontata dai Wu Ming in Q di Luther Blisset.  La storia narrata è una Via Crucis, un continuo riferirsi ad altri momenti, un riferirsi a ciò che  portiamo nelle nostre tasche, a ciò che amiamo. 
Dopo il diluvio nella Lettura di moltissimi sarà.     
"Un conto è  un uomo, Eda, un conto è il paese. Il paese non è nient'altro che tanti singoli uomini. Il trucco sta nel figurarseli uno ad uno."
"Per la strada il vento gonfiava scialli e palandrane come vele e le sciarpe che non erano state annodate abbandonavano i colli scoperti per seguire i flutti d'aria."
Il piacere di leggere un libro curato, il piacere della letteratura trasforma il nemico, lo sconosciuto, in un nostro amico, nella favola bella della scrittura.  
Ippolita Luzzo 


Leonardo Malaguti è nato a Bologna il 15 Febbraio 1993.
Si dedica  alla recitazione, al disegno e alla scrittura, al cinema e all'arte. Nel 2010 studia per sei mesi negli Stati Uniti, a San Juan Capistrano, California dove approfondisce, oltre alla lingua, lo studio del disegno e del teatro; al suo ritorno, nel 2011 illustra il libro Zuppe, Zucche e Pan di Zenzero (di Francesca Rosso, ed. Leone Verde) e nel 2012 viene scelto per il corso propedeutico di recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dove si qualifica tra i finalisti. Con questo libro è stato finalista al Premio nazionale di letteratura Neri Pozza   

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