Il rifugio di Fabio Strinati:La salute mia è un ramo d’albero appeso al vento di dicembre "Trova rifugio negli elementi della natura Strinati e nel fiorire di primavera prende atto della preziosità dell’esistere, di essere parte del cosmo. Rimane comunque un’oscillazione costante dove prevale il dubbio, l’imperfezione, ma questo fa parte di una personalità sensibile che chiede risposte, che aspetta di comprendere il senso del suo andare per le strade della vita, insieme ad una fedele compagna: la Poesia."
Michela Zanarella Padova – Roma, maggio 2017 Periodo di transizione tradotto in lingua rumena da Daniel Dragomirescu
La salute mia è un ramo d'albero
Imparo a memoria questo verso e continuo a leggere amandone altre che vi riporto, in realtà amandole tutte.
"La salute mia è un ramo d’albero appeso al vento di dicembre"
Abbandonato
Non solo mi chino su questa terra di fango marrone
e mi piego scacciando le ferrose catene
in un nevrotico abbandono,
che la sorte ormai guastata
nella sua biada di morte camuffata, travestita
da una sagoma di vita slavata e lunatica,
mi rende uno specchio d’inverno opaco,
e steso nel vuoto nell’incertezza
siderale che tanto mi somiglia,
ecco che mi spengo
in uno stordimento contrariato.
Un lungo addio
Un lungo addio è
oltre le montagne figlie della vecchiaia e del tempo,
consumato dal suo stesso addio,
con gli occhi dell’anima,
dentro il cerchio immobile di un lago colorato di grigio,
disegnato dentro,
che già si dona esanime
alle troppe sofferenze che soffiano nel vento
tra le anime tremolanti, in un profondo
infinitamente finito!
Interrogativo
Quando ho paura del domani, mi aggrappo
alle tante foto appese al muro nella mia stanza:
tengo stretto il mio cuscino,
come l’amore è quell'equilibrio che tutto
scompone e ricompone,
come una foto di famiglia che raggruppa
l’unica foto di un istante, di un’eternità infinita.
Oblio
È un buco nero che mi trapassa mi travolge
nel punto del quaderno
e giova al fiore colto e còlto
in esubero su quel pezzetto di terra, a forma di carta.
È un buco: che sposta e fermo,
l’aria nel suo imbuto scuro,
nel suo tubo ch’è mattonella e catrame
nel suo perdutamente ignoto.
Lo impareremo a memoria
Fabio Strinati (1983, San Severino Marche,
Italia). Poeta, scrittore, aforista, pianista e
compositore. Anno del debutto letterario: 2014
con “Il Foglio Letterario”. Libri pubblicati:
Pensieri nello scrigno. Nelle spighe di grano è
il ritmo (2014), Un’allodola ai bordi del pozzo
(2015). Nel novembre del 2016 esce il suo
terzo libro, Dal proprio nido alla vita. Un
poemetto ispirato a un romanzo di Gordiano Lupi, Miracolo a
Piombino. Fabio Strinati è presente anche in diverse riviste ed
antologie letterarie. Premi: 1° classificato al Premio Nazionale
“Sorella Africa”. 1° classificato al 23° Concorso artistico
Internazionale “Amico Rom” etc. Pubblicato in OLC: 2, 3/2017.
Libri in “Bibliotheca Universalis”: Periodo di transizione (2017).
Nessun commento:
Posta un commento