domenica 16 aprile 2017

Pasquetta fuori porta Aprile 2011

Pasquetta a Tropea Capo Vaticano   Aprile 2011
La conversazione cos'è?
Una pasquetta fuori porta, fuori stagione,  il tempo incerto, il mare mosso, il vento –levante?
Una pasquetta tradizionale, tranquilla.
Una  semplicità affettuosa negli accoglienti padroni di casa, nei modi, nel fare, nel muoversi. 
Semplicità anche negli ospiti, solo che fra gli ospiti c'è lei. 
La signora so tutto io è una  bella signora.
Occhi celesti, capelli grigi, pettinatura  e vestiti impeccabili, porge con garbo professionale le sue parole con l’autorità del suo dire.
È tutto perfetto, non c’è una sbavatura, gli argomenti esposti correttamente anche facilmente condivisibili, l'eloquio fluente, un parlare misurato. 
Allora perché, ogni tanto, in me che ascolto  prende una leggera insofferenza? Voglia di protagonismo la mia?
Me lo domando e mi assolvo, non desidero nessun riflettore stamani, anzi, più la ascolto, più vorrei eclissarmi. 
Invidia, forse, verso una bella signora che sembra abbia la quintessenza della saggezza e che sembra le siano capitate nella vita tutte le cose come si deve- marito- figli- suocera- madre – lavoro? Tutto meravigliosamente regolare. Ma no, non riesco ad invidiarla. 
Qualcuno cerca e non riesce di esprimere un pensiero, un concetto più dubbioso, un interrogativo su se stesso, è un uomo che si chiede ed esprime un sentire dell’animo, il primo sentire della giornata, ma la conversazione monopolizzata dalla signora so tutto io prosegue come se non avesse sentito. Peccato!
Ed ho capito cosa non mi piaceva-  il non ascolto, la chiacchiera garbata, formale, corretta, che impediva qualsiasi messa in discussione.
Eppure sarebbe stata possibile una conversazione diversa e più leggermente aperta, perché ogni tanto affiorava un gesto, uno sguardo d’intesa, un sorriso e fra noi altri c'era un  tentativo fanciullesco di piccola disubbidienza alle regole della signora maestra.
Fra quello che noi, suoi alunni, volevamo dalla vita e quello che abbiamo avuto c'era uno scarto, una divaricazione netta, che ci ha stupito ma non ci ha deragliato. Gli scossoni, gli attentati, che nel corso degli avvenimenti avrebbero potuto annullarci hanno fortificato le nostre coscienze di uomini e donne capaci, che ora ascoltiamo la sua bella lezione con affettuosità e disincanto, capendone l’importanza, riconoscendone l’utilità.
La scuola, le regole, il sacrificio, per noi non hanno potuto cambiare il corso delle cose.
Abbiamo creduto sicuramente nelle iniziative, nei progetti, li abbiamo sostenuti, incoraggiati, ma poi il contesto umano intorno a noi era diverso, non ci ha aiutato. Cooperative poco cooperative,figli con desideri e residenze lontani, un corpo che non riconosciamo più nostro, e un domandarsi perplessi su quale sia ora il nostro momento.
Ecco, questo avremmo voluto dire noi a noi stessi, se ne avessimo avuto la possibilità, avremmo voluto parlarne, condividere un disagio, sempre con la leggerezza e la cortesia della buona educazione.
Ma abbiamo parlato molto e ascoltato poco perché abbiamo dimenticato quanto un buon ascolto liberi la nostra mente
Liberi avremmo potuto ascoltare oltre le parole, oltre i gesti, oltre il movimento,  il sussurro  dell’anima e fare di quel momento vita vera.
La convivialità cos'è?
Ippolita Luzzo 
                                                                

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