lunedì 27 febbraio 2017

Il metodo Stanislavskij a Samarcanda

Terra, aria, acqua e fuoco, i quattro elementi sono il tema della
mostra che nei giorni del Carnevale si tiene a Samarcanda.

Nella serata di inaugurazione Mario Maruca, attore e regista, ha interpretato davanti ad attenti visitatori ed artisti il testo del

Rig Veda Libro X, 129 La creazione nel Rig Veda e la creazione egiziana: i sensi come DEI
Il veggente sgomento guarda il momento in cui nasce l'universo.
La creazione, il venir in essere dell'universo. 

"Allora non c'era il non-essere, non c'era 
l'essere; non c'era l'atmosfera, né il cielo, (che è) 
al di sopra. Che cosa si muoveva? Dove? sotto la 
protezione di chi? che cosa era l'acqua (del mare) 
inscandagliabile, profonda? 
Allora non c'era la morte, né l'immortalità; 
non c'era il contrassegno della notte e del giorno. 
Senza produrre vento respirava per propria forza 
quell'Uno  oltre di lui non c'era niente altro."
Mario ha declinato il testo nelle diverse sfumature del respiro, facendo una interessante lezione di teatro. 
In ognuno di noi l'espressione non è razionale bensì gestuale, e noi ci muoviamo e comunichiamo col respiro. Il respiro della terra, la tragedia, il respiro dell'aria, la commedia, il respiro dell'acqua, il dramma, il respiro dell'ira, il fuoco. 
Unendo arte ad arte, arte a realtà di rapporti, la lezione ci sarà utilissima per dosare respiri e sorrisi, per regolare su un registro educato rapporti che potrebbero scivolare fatalmente da uno all'altro registro. 
Tutti coinvolti, qualcuno ha asciugato una lacrima, e siamo rimasti a riflettere ancora guardando il Narciso che si specchia sull'acqua, la coperta gonfia dal vento al balcone di Conflenti, i Mori, in gioielli e ceramica, le maschere di Calabria, le maschere duplici, le sirene nell'acqua, i segni grafici e ogni altra esplosione di fuochi artificiali visti da una barca sul fiume della Cina. 

Ippolita Luzzo 
   

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